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Decreto Trump: col passaporto inglese puoi entrare, con il tedesco no…

di admin |30 Gennaio 2017 15:10

Decreto Trump: col passaporto inglese puoi entrare, con il tedesco no…

NEW YORK –  Per entrare negli Stati Uniti il passaporto inglese è valido, ma quello tedesco no. Questo l’effetto dell’ordine esecutivo con cui il presidente Donald Trump ha vietato l’ingresso negli Stati Uniti a sette paesi a maggioranza islamica. Iran, Iraq, Livia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen: chi proviene da questi paesi resta bloccato negli aeroporti e la “salvezza” potrebbe essere la doppia cittadinanza. Peccato che anche in questo caso, chi possiede un secondo passaporto può entrare negli Usa, ma non tutte le seconde cittadinanze contano allo stesso modo.

Si scopre allora che un passaporto inglese può essere utilizzato per aggirare il divieto imposto nel decreto Trump, mentre a chi proviene dalla Germania e ha cittadinanza di uno dei 7 paese viene chiesto di non richiedere visti per i prossimi 90 giorni, scrive il Sole 24 Ore:

“In una nota il ministero degli Esteri britannico spiega che restano soggetti a «controlli supplementari» i cittadini del Regno Unito con doppia nazionalità che volano direttamente negli Usa da uno dei Paesi finiti nel bando temporaneo. Si fa l’esempio di un viaggiatore con passaporto libico e britannico che si sposta dalla Libia agli Stati Uniti. «Se invece state viaggiando da ogni altro Stato, incluso il Regno Unito, l’ordine esecutivo non vi riguarda e non sarete sottoposti ad alcun controllo supplementare»”.

L’ordine esecutivo non vale poi per i cittadini della Russia, mentre la Cina chiede di prendere in considerazione anche le “ragionevoli preoccupazioni di importanti Paesi”. Se poi le compagnie aeree giapponesi si sono adeguate all’ordine americano, tanto che i passeggeri con passaporto da uno dei sette paesi banditi non saranno accettati a bordo, l’Unione europea critica apertamente Trump:

“Questa è l’Unione europea e noi non discriminiamo sulla base della nazionalità, della razza o della religione, non solo per l’asilo ma per qualsiasi altra nostra politica. La Commissione e il presidente Juncker hanno costantemente ribadito il nostro attaccamento a questi principi”.

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