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Egitto, è corsa al voto: affluenza record e fila ai seggi

di admin |28 Novembre 2011 18:17

IL CAIRO – Le pozzanghere impressionanti dopo il nubifragio ieri sera non fermano le migliaia di elettori che da questa mattina al Cairo si sono messi disciplinatamente in fila per esprimere per la prima volta il loro voto dalla caduta di Hosni Mubarak.

Molto differente il clima negli uffici elettorali rispetto alle legislative del novenmbre 2010, le ultime con Mubarak, segnate da brogli e da frodi cosi’ estesi da costare, secondo molti osservatori, la permanenza al potere dell’ex rais. Allora vennero denunciati decine di abusi, compravendita di voti, eliminazione di schede, e la pratica molto diffusa di portare praticamente di peso gli elettori ai seggi per esprimere il loro voto per il partito nazionale democratico.

Oggi si respira un’aria completamente diversa. Fin da questa mattina presto file chilometriche si snodano davanti ai seggi, divise per la prima volta fra uomini e donne. In alcuni seggi c’e’ una corsia preferenziale per anziani e donne con bambini dato che l’attesa generalmente si aggira sulle tre ore.

Per molti questa e’ la prima volta che mettono piede in un seggio elettorale. ”Non ho mai votato prima e lo faccio ora perche’ credo che adesso possiamo cambiare le cose in questo paese” racconta una signora velata che tiene a bada i nipotini in un seggio sulla centrale Kasr el Aini.

”Penso che i ragazzi di piazza Tahrir ora hanno esagerato. Sono andati troppo in la”’, aggiunge mentre fa il suo ingresso circondata da decine di elettrici, Gamila Ismail, nota figura politica dell’ opposizione durante Mubarak e ora candidata indipendente. ”Le cose stanno andando bene, ho visitato quattro seggi e non ci sono frodi o violenze. E’ tutto tranquillo”, racconta.

Che ne pensa di chi propone di boicottare le urne, come fanno vari attivisti della piazza? ”Non sono d’accordo. Non si puo’ fare un boicottaggio da soli e poi in parlamento dobbiamo esserci. Ci vuole la piazza e ci vuole il Parlamento. Sono due strade parallele”, risponde.

La pensa cosi’ anche Noha, esperta di comunicazioni mentre attaversa piazza Tahrir. ”Rimarro’ in piazza ma andro’ a votare. Non possiamo permettere che vadano solo i sostenitori dei Fratelli musulmani. Potranno anche vincere ma sara’ sempre meglio di un Parlamento in cui c’era un solo partito, quello di Mubarak”, dice convinta.

In un quartiere molto popolare a Zayda Zeynab, i seggi elettorali sono vari. Nell’epoca Mubarak era una roccaforte del partito dell’ex rais ora sono evidenti i segnali di una forte presenza islamista. Molte sono le donne in niqab in fila. Un rappresentante di lista dei Fratelli musulmani spiega che il partito della confraternita non sta andando bene come pensava.

”Stiamo pagando il fatto di non essere stati in piazza Tahrir. Sapevamo che il consiglio militare stava cercando di rinviare il voto magari puntando su violenze in piazza,allora abbiamo deciso di non andare anche a costo di pagare un prezzo elettorale”.

Un gruppo di ragazzi volontari ha allestito un tavolo con computer portatili e da’ indicazioni agli elettori sulla circoscrizione di appartenenza. Un militare cerca di riordinare la fila di elettori dando istruzioni col megafono, molti distribuiscono ‘santini’ elettorali anche se non si dovrebbe fare a urne aperte. L’atmosfera oggi e’ quasi di festa.

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