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L’Iraq conferma Talabani, presidente malato e in declino

di Maria Elena Perrero |11 Novembre 2010 21:53

Il presidente iracheno Jalal Talabani

Il presidente iracheno, il curdo Jalal Talabani (77), rieletto oggi alla suprema carica dello Stato per altri quattro anni, potrebbe non giungere alla fine del suo mandato a causa di una malattia degenerativa, per la cui cura si è più volte recato negli Stati Uniti.

Vicino alla Siria ma soprattutto all’Iran, l’ex signore della guerra curdo appare al termine della sua parabola politica, da più parti accusato di aver gestito con corruzione e nepotismo gli affari del suo feudo posto nella regione di Suleimaniye, nel nord-est del Paese.

Nell’ultima fase delle negoziazioni per la formazione del nuovo governo, l’immagine di Talabani come principale leader curdo-iracheno è stata oscurata da quella del suo rivale di sempre, Massud Barzani, emerso come il vero artefice dell’ accordo raggiunto ieri notte tra le formazioni politiche irachene.

Talabani nasce nel 1933 in un villaggio arroccato sulle montagne del Kurdistan iracheno, 400 km a nord di Baghdad e, sin da giovanissimo, si arruola nelle file dei seguaci del nazionalista curdo Mustafa Barzani. Si iscrive alla facoltà di legge ma lascia gli studi per entrare in politica.

Dopo aver partecipato a 19 anni a una manifestazione contro il colonialismo britannico, lascia Baghdad per unirsi sulle montagne del nord ai combattenti di Barzani, combattendo nel 1961 nella prima rivolta curda.

Tre anni dopo, quando il maggiore partito curdo firma un accordo col governo di Baghdad, assieme ad altri dissidenti Talabani si rifugia prima in Iran e, poi, per lunghi anni in Siria, dove il partito Baath al potere è ormai nemico giurato del Baath iracheno. Nel 1975 Talabani dà vita all’Unione patriottica del Kurdistan, rivale del Partito democratico del Kurdistan di Massud Barzani.

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