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Israele-Palestina. Anp a Obama: “Bene sui confini del ’67, ma mancano pressioni”

di admin |19 Maggio 2011 20:50

RAMALLAH – L’Autorità nazionale palestinese (Anp) giudica positivamente il richiamo del presidente Usa, Barack Obama, ai confini del 1967 quale base di partenza di un accordo di pace con Israele, ma lamenta la mancanza di pressioni e di una strategia concreta verso questo traguardo e il silenzio sulla questione degli insediamenti. Lo ha detto stasera all’ANSA, Nabil Shaath, componente del team negoziale dell’Anp e dirigente di Fatah, il partito del presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas).

Il discorso di Obama, secondo Shaath, ”contiene tre punti importanti: il richiamo ai confini del 1967, il concetto che Israele non può essere uno Stato democratico in una situazione di ‘occupazione permanente’; e le parole sul diritto dei palestinesi ad avere pace e giustizia”.

”Nel contempo manca però l’indicazione di un meccanismo concreto per raggiungere questi obiettivi”, ha proseguito Shaath, aggiungendo che i palestinesi non comprendono come il leader della Casa Bianca possa ”chiederci di non sottoporre all’Onu il riconoscimento del nostro Stato e di non mettere pressione a Israele, senza chiedere contemporaneamente a Israele almeno il congelamento delle colonie nei Territori occupati”. Shaath, inoltre, non condivide le riserve di Obama sul recente accordo di riconciliazione fra Fatah e Hamas e giudica sbilanciato il fatto che egli solleciti Hamas a riconoscere subito Israele, ”ma non chieda a Israele di riconoscere subito lo Stato palestinese”.

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