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Il monito del generale Petraeus: “L’intransigenza di Israele danneggia gli Stati Uniti”

di luiss_smorgana |17 Marzo 2010 12:00

Il generale David Petraeus

L’inflessibilità israeliana sugli insediamenti a Gerusalemme est nuoce agli Stati Uniti, parola di David Petraeus, comandante delle truppe americane. Se Washington viene percepita come “amica” di Tel Aviv a rischiare sono le truppe statunitensi in Medio Oriente e in Asia centrale. Se Israele continua a mantenere posizioni così rigide, il processo di pace non andrà avanti e ne risentiranno i già deboli equilibri dell’intera regione.

Il generale Petraeus per la prima volta entra nel merito di questioni ben al di là della difesa, parla di politica e in un briefing presentato al Pentagono a metà del gennaio scorso critica l’intransigenza ebraica nelle trattative con i palestinesi che danneggia e compromette gli Stati Uniti.

«La rabbia degli arabi aiuta al Qaeda e Hamas e aumenta l’influenza dell’Iran nella regione oltre a indebolire la legittimità dei regimi moderati nel mondo arabo», ha riferito il militare davanti al Capo di stato maggiore, l’ammiraglio Michael Mullen.

Insomma se Tel Aviv fa il gioco dei nemici e non vuole sentire ragioni di fronte alle pressioni dell’amministrazione Obama, Petraeus con il suo rapporto segreto ha messo in allerta gli Usa sugli interessi a rischio. Il generale due giorni dopo il briefing ha chiesto alla Casa Bianca che Cisgiordania e Gaza vengano annesse all’area di sua competenza (Iraq e Afghanistan), ma per ora gli è stato negato.

La visita di Joe Biden in Israele e le sue “tirate d’orecchi alla politica del premier Benjamin Netanyahu sono stati chiari segni di un equilibrio che si sta incrinando. Come scrive il giornalista Mark Perry l’America ha capito che i rapporti con Tel Aviv sono importanti, «ma non quanto le vite dei soldati americani».

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