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Preti pedofili: Il New York Times risponde alle critiche di essere anti-cattolico

di lgermini |26 Aprile 2010 13:26

Il garante dei lettori del New York Times, Clark Hoyt, ha pubblicato un articolo per rispondere alle ”centinaia di lettori’ che hanno scritto al giornale per protestare contro il trattamento riservato al papa. ”Un alto prelato del Vaticano ha scritto che il Times manca di onestà’ quando si dedica al papa, afferma Hoyt, ”e l’arcivescovo di Brooklyn ha esortato i parrocchiani a subissare il giornale con lettere di protesta”. Hoyt informa inoltre che il Times è stato anche attaccato dal Wall Street Journal e da altre pubblicazioni. L’articolo di Hoycht oltre che sul Times appare anche sul Corriere della Sera.

Il New York Times – scrive Hoyt – non è certo l’unico tra i giornali mondiali ad essersi occupato dello scandalo degli abusi sessuali nella chiesa cattolica, che recentemente ha toccato anche l’arcidiocesi tedesca un tempo di papa Benedetto XVI. Ma è stato in particolare un articolo del mese scorso a toccare un nervo scoperto. Sulla base di documenti giudiziari, il quotidiano è entrato nel merito di come gli esponenti della chiesa locale e il Vaticano gestirono il caso di un prete di Milwaukee accusato di aver molestato addirittura 200 bambini sordi. E ha affermato che alti esponenti del Vaticano, tra cui l’allora cardinale Joseph Ratzinger, non intervennero riducendo Padre Lawrence Murphy allo stato laicale, nonostante i ripetuti appelli dei vescovi americani, secondo i quali la mancata punizione avrebbe messo in imbarazzo la chiesa.

Il caso Murphy, nella cronaca che ne ha fatto il New York Times, documentata da atti giudiziari pubblicati sul sito web del quotidiano, si può riassumere in questi termini: Murphy prestò servizio presso una scuola cattolica per bambini non udenti dal 1950 al 1974. Benché fosse giunta notizia ai tre arcivescovi succedutisi a capo della diocesi che il sacerdote molestava i bambini, Murphy fu trasferito in sordina nel Wisconsin settentrionale, dove continuò per 24 anni a lavorare con bambini nelle parrocchie e in un carcere minorile.

I vertici ecclesiastici non lo denunciarono mai alle autorità giudiziarie, e non venne dato seguito alle denunce presentate dalle vittime e dai loro familiari alla polizia e ai pubblici ministeri. Nel 1996, dopo più di 20 anni dal trasferimento di Murphy, l’arcivescovo di Milwaukee, Rembert Weakland, scrisse a Ratzinger informandolo di essere appena venuto a conoscenza di un atto particolarmente grave compiuto dal sacerdote, ossia adescamento in confessionale, a scuola. Pur non avendo ricevuto risposta, Weakland diede avvio ad un processo ecclesiastico. Preoccupato per i termini di prescrizione del reato, si rivolse ad un altro ufficio a Roma per ottenere una deroga, ma fu reindirizzato all’ufficio di Ratzinger.

Dopo otto mesi, il vice di Ratzinger, Cardinal Tarcisio Bertone, oggi seconda massima carica del Vaticano, autorizzò un processo che avrebbe potuto condurre all’allontanamento di Murphy dal sacerdozio. Ma Murphy si appellò a Ratzinger, sostenendo che le accuse si riferivano a più di 25 anni prima, che ormai aveva 72 anni ed era in cattive condizioni di salute, e che si era pentito. Bertone allora suggerì di intervenire senza arrivare all’allontanamento. Weakland disse che in un incontro in Vaticano non riuscì a persuadere Bertone ed altri alti prelati a far proseguire il processo, interrotto nel 1998, poco prima della morte di Murphy. Questa versione dei fatti è documentata.

Dopo otto mesi, il vice di Ratzinger, Cardinal Tarcisio Bertone, oggi seconda massima carica del Vaticano, autorizzò un processo che avrebbe potuto condurre all’allontanamento di Murphy dal sacerdozio. Ma Murphy si appellò a Ratzinger, sostenendo che le accuse si riferivano a più di 25 anni prima, che ormai aveva 72 anni ed era in cattive condizioni di salute, e che si era pentito. Bertone allora suggerì di intervenire senza arrivare all’allontanamento. Weakland disse che in un incontro in Vaticano non riuscì a persuadere Bertone ed altri alti prelati a far proseguire il processo, interrotto nel 1998, poco prima della morte di Murphy. Questa versione dei fatti è documentata.

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