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Siria, colpi di mortaio contro la Turchia. Erdogan: “La guerra non è lontana”

di Maria Elena Perrero |8 Ottobre 2012 22:20

Recep Tayyip Erdogan (Foto Lapresse)

ANKARA – Continuano gli scontri aperti al confine fra Turchia e Siria: per il sesto giorno consecutivo colpi di mortaio e cannonate hanno infiammato la frontiera, avvicinando il rischio di un conflitto dalle conseguenze disastrose per tutto il Medio Oriente.

Il presidente turco Abdullah Gul è stato chiaro: “Si sta registrando lo scenario peggiore”.

Solo il caso ha evitato che il colpo di mortaio siriano caduto oggi, 8 ottobre, in un campo a poche centinaia di metri dal confine nella provincia turca di Antiochia (Hatay) facesse vittime. L’artiglieria turca ha subito riposto sparando alcune cannonate verso le postazioni siriane.

L’esercito siriano ha lanciato una forte offensiva per riprendere il controllo dei quartieri in mano ai ribelli a Homs e Qusair. Secondo i ribelli nei combattimenti oggi, 8 ottobre, ci sono stati oggi 76 morti, la gran parte civili. Secondo la stampa turca, Ankara fa la voce grossa ma non ha in realtà interesse ad andare da sola a un conflitto diretto.

Il premier Recep Tayyip Erdogan sa che i sondaggi indicano che una maggioranza della popolazione è contro un coinvolgimento militare in Siria. E che una guerra innescherebbe forti tensioni interne.

Nel Kurdistan turco l’esercito è già impegnato in un sanguinoso conflitto con i ribelli separatisti del Pkk, che ha fatto da febbraio 550 morti.

Nonostante i colpi di mortaio la conta delle vittime si ferma ai cinque civili morti mercoledì 3 ottobre, ad Akcale. Ma nel caso di una nuova strage la guerra potrebbe essere inevitabile, come ha fatto capire il premier, che ha avvertito: “La guerra potrebbe non essere lontana. La Turchia deve essere pronta. Bisogna essere pronti alla guerra in qualsiasi momento, se diventasse necessaria”.

Molto preoccupato anche il segretario dell’Onu Ban Ki-moon: ”L’escalation alla frontiera fra Siria e Turchia e l’impatto della crisi sul Libano sono estremamente pericolosi”, ha detto a Strasburgo davanti al Consiglio d’Europa, ”Si va verso una catastrofe”.

Sulla crisi tra Siria e Turchia è intrevenuto anche il candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney, che ne ha preso lo spunto per un nuovo attacco a Barack Obama: “Il presidente ha fallito con la Siria, dove più di 30.000 uomini, donne e bambini sono stati massacrati dal regime di Assad negli ultimi 20 mesi”, ha detto facendo un appello perché Washington fornisca “armi ai ribelli”.

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