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Yemen. Il presidente Saleh ferito gravemente, ustioni sul 40 per cento del corpo

di lgermini |7 Giugno 2011 18:50

Il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh

WASHINGTON, STATI UNITI – Funzionari dell’amministrazione del presidente Barack Obama hanno dichiarato martedi che il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh ha riportato ferite ben più gravi di quanto prima non si pensasse nell’esplosione di una bomba all’interno del suo palazzo presidenziale, complicando così la reazione degli Stati Uniti all’aumento dell’instabilità in un Paese dove Al Qaeda è fortemente organizzata.

Secondo quando riferisce l’Associated Press Saleh è in cura per ustioni sul 40 per cento del suo corpo e per un polmone collassato. I funzionari hanno anche lasciato sapere che Saleh soffre di emorragie nel cranio che allo stato dei fatti i medici sauditi non riescono a fermare. Un altro funzionario ha detto che Saleh ha riportato profonde ferite nella parte superiore del corpo. Non è dato di sapere come i ribelli abbiano potuto introdurre la bomba nel palazzo presidenziale, mentre in precedenza si pensava che Saleh fosse stato ferito da un missile.

Saleh, rifugiatosi in Arabia Saudita lunedi per farsi curare, nella fattispecie per farsi togliere scheggie dal petto e affidarsi ai medici sauditi per le bruciature alla faccia ed al petto causate dall’esplosione della bomba nel palazzo presidenziale, che, secondo quanto si è appreso ha provocato la morte di 11 guardie del corpo e il grave ferimento di cinque funzionari governativi.

Diventa ora più difficile anticipare quando Saleh intenderebbe tornare nello Yemen, date le condizioni di salute in cui si trova. Gli Stati Uniti e l’Europa sono contrari al suo ritorno, che molto probabilmente porterebbe il Paese sull’orlo di una guerra civile. Il rientro del presidente intensificherebbe i cobattimenti tra i suoi sostenitori e l’alleanza tribale che intende destituirlo. Entrambi gli schieramenti sono dispiegati nelle strade della capitale, Sanaa, e un tregua organizzata dall’Arabia Saudita comincia a dar segno di cedimento.

Gli Stati Uniti auspicano che lo Yemen colga l’opportunità dell’assenza del presidente Saleh per compiere un celere e pacifico passaggio dei poteri, a quanto riferisce la Reuters. Mentre Saleh è ancora in Arabia Saudita convalescente dopo l’operazione per curarlo delle ferite riportate durante un attacco dei ribelli contro il palazzo presidenziale, gli osservatori sperano nella possibilità che lo Yemen non precipiti nel caos temuto dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita.

”Noi sollecitiamo una transizione ordinata e pacifica”, ha dichiarato a Washington il segretario di stato americano Hillary Clinton, ”e crediamo che una transizione immediata sia nel miglior interesse del popolo yemenita”. Il vice-presidente yemenita Abu-Rabbu Mansour Hadi, che attualmente detiene il potere, ha dichiarato che Saleh dovrebbe tornare tra pochi giorni, ma questo dipenderà dall’atteggiamento dell’Arabia Saudita, considerato decisivo per l’evolversi della crisi.

Funzionari sauditi insistono nel dire che non interferiranno nella decisione di Saleh di tornare in patria o restare in Arabia Saudita, ma è praticamente certo che gli Stati Uniti e l’Europa da dietro le quinte facciano pressione sui sauditi affinchè il soggiorno di Saleh diventi permanente. ”I sauditi coglieranno l’occasione di trasformare la sua convalescenza in un riposo politico’, ha detto l’esperto yemenita Khaled Fattah. Il rischio che lo Yemen cada preda dell’anarchia come accaduto in Somalia, ha aggiunto Fattah, ”è un incubo per la sicurezza saudita.”.

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