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Operazioni di Carige nel mirino della Banca d’Italia, Sansa e Vecchi sul Fatto

di Gianluca Pace |15 Dicembre 2014 22:13

“Le 38 operazioni che affossano Carige”, Sansa e Vecchi sul Fatto Quotidiano

ROMA – Un rapporto degli ispettori della Banca d’Italia su quel che hanno trovato nelle pieghe dei conti di Carige, su cui si è basato un articolo del Fatto quotidiano, firmato da Ferruccio Sansa e Davide Vecchi è alla base di una polemica con Ipa Industries, un’impresa ligure-piemontese con un ramo a Battipaglia (Salerno) operante nell’Hi Tech.

Secondo Ferruccio Sansa e Davide Vecchi, gli ispettori della Banca d’Italia   “hanno scoperto anche operazioni in conflitto con le norme antiriciclaggio”, “milioni di euro provenienti da paradisi fiscali con semplici bonifici e registrati senza alcuna verifica” e “numerose operazioni potenzialmente sospette, impropriamente archiviate o da tempo pendenti”:

A questo si contrappone una nota dell’Ufficio stampa di Ipa Industries con una serie di “doverose” precisazioni. Scrive Ipa Industries:

“Il finanziamento Carige/Ipa Industries, operazione estero-Italia del valore di 1,5 milioni di euro, è stata da noi regolarmente comunicata alla Banca d’Italia e ufficialmente disciplinata con atto notarile.

Il difetto di comunicazione alla Banca d’Italia va attribuito, quindi, eventualmente, alla banca  concessionaria e non a noi.

La società Telerobot non ha licenziato i “23 operai specializzati” e non era né è in stato fallimentare.

E’ vero che il presidente David Corsini con una battuta ripresa da un organo di stampa ligure abbia dichiarato, nel febbraio 2011, di voler “vendere a un euro”. Si riferiva allo stabilimento Ocem di Valleggia,  Savona (e non alla Telerobot spa) che, secondo i piani dell’epoca, avrebbe potuto essere conferito a prezzo simbolico ad un imprenditore del settore per un’operazione di consolidamento e rilancio con l’intenzione di valorizzare la specializzazione e l’esperienza degli addetti.

La battuta, detto per inciso, fu oggetto di una comunicazione preventiva ai lavoratori e alle rappresentanze sindacali che ne condivisero il senso e l’obiettivo.

Il premio “Imprenditore ligure dell’anno”, simbolico, gratuito e patrocinato dalla testata giornalistica Bj Journal, fu assegnato a Corsini due anni prima da una giuria molto qualificata e con serie motivazioni.

Ferruccio Sansa e Davide Vecchi hanno replicato:

“Il premio in effetti ci era sfuggito. Per il resto abbiamo riportato il verbale d’ispezione di Banca d’Italia su Carige. Il trasferimento di 1,5 milioni da voi effettuato dall’estero è stato segnalato all’Uif  da via Nazionale”.

Tra le 38 operazioni compiute da Carige (“operazioni non illegali, ma considerate dalla Banca d’Italia come
potenzialmente sospette”, ha scritto il Secolo XIX) e segnalate all’Uif, il Financial Intelligence Unit per l’Italia, unità creata in ogni Paese per verificare il rispetto degli standard internazionali in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, a quanto scrive il Fatto, c’è “l’ingiustificata movimentazione di contante per circa 1, 9 milioni da parte del signor Aldo Spinelli”. L’attenzione degli ispettori cade anche sui “bonifici per oltre 2, 5 milioni provenienti da Nassau e Panama rispettivamente riferiti a Ipa Industries e al dottor Piero Biglia di Saronno”. Le società coinvolte sono Coopsette, Genoa calcio, Marina Genova Aeroporto e Gruppo Caltagirone.

Ecco uno stralcio dell’articolo di Sansa e Vecchi:

Gli incroci Belsito-Biglia-Idv, però, non finiscono qui: Belsito in passato era consigliere della Filse, la finanziaria della Regione Liguria che gestisce circa un miliardo di euro ogni anno e dal 2011 presieduta proprio da Biglia. Con la benedizione di Belsito, ormai approdato a Roma, e da Giovanni Paladini e dall’Idv. Stimato da dipietristi e leghisti, Biglia ottiene anche una consulenza (“gratuita”, assicura lui) dall’allora ministro Roberto Calderoli per il piano casa. Da Nassau, capitale delle Bahamas, muove liquidi la società Ipa Industries, ad è Gian Federico Vivado, mentre presidente è David Corsini. Tra i suoi soci figura Paolo Odone, l’uomo che guida la Camera di Commercio ligure. Corsini è anche ad di Telerobot, una società che, prossima al fallimento, lasciò a casa 23 operai. Ma prima spiegò: “Regalo l’azienda, i macchinari e 23 operai specializzati”. L’azienda non è stata regalata, ma Corsini venne nominato Imprenditore ligure dell’anno. Il premio? Finanziato da Banca Carige, patrocinato dalla Regione, da Unioncamere e da Confindustria. Bankitalia segnala “l’operatività sospetta di Andrea Nucera” e “l’utilizzo di un mutuo edilizio erogato all’avvocato Enrico Nan per emettere assegni circolari a favore di Geo Sviluppo immobiliare, società fallita riconducibile allo stesso Nucera”. Enrico Nan, ex parlamentare di Forza Italia, poi coordinatore ligure di Futuro e Libertà, era nel cda di Carisa, controllata Carige che elargiva fondi alla società di Nucera, di cui Nan era avvocato. Nel cda poi entrò anche Gianluigi Granero di Lega Coop. Nucera, latitante ad Abu Dhabi e noto “re del mattone” in Liguria, aveva ingaggiato tra i suoi progettisti il poliedrico Vittorio Grattarola, ex assessore all’urbanistica, architetto e autore di testi per Maurizio Crozza. Infine gli ispettori segnalano la sottoscrizione di un’obbligazione convertibile Carige per 100 milioni da parte dell’Istituto per le Opere di Religione, lo Ior. Da Genova, oltre le navi, anche i soldi vanno ovunque.

Il nuovo corso di Carige si apre così, scrive Cinzia Meoni sul Giornale, con una colossale operazio­ne di pulizia dei conti. Il neo ad Piero Luigi Montani e il nuovo presidente Cesare Castelbarco Albani,appena entrati nell’istitu­to genovese, hanno subito prov­veduto ad adeguare il valore delle poste a bilancio. Carige chiude co­sì i nove mesi con una perdita net­ta di 1,3 miliardi di euro. Ma sui conti interviene la Consob, conte­stando il bilancio:

In que­sto scenario, Carige dovrà proce­der­e sicuramente a una ricapita­lizzazione. Lo ammette lo stesso Montani, al termine della presen­tazione dei dati. Il banchiere, tut­tavia, non entra nei dettagli e sul­l’ammontare della prevista rica­pitalizzazione ( Bankitalia aveva richie­sto nuova linfa per 800 milio­ni) prende tem­po e afferma in merito:«Di quanto vedremo»

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