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Art.18 spia: Monti non è più tecnico, mira al Quirinale, come Berlusconi

di Marco Benedetto |5 Aprile 2012 14:39

“Monti cala le brache, riforma finta” (Giornale), “Imprese e banche in rivolta” (Repubblica), “Le imprese: era meglio nulla” (Mattino): l’art. 18 spacca più di prima. Dall’altra  parte Mario Monti: “Una riforma storica” e Bersani: “Un passo avanti” (Messaggero), “importante” (Repubblica), mentre gli stessi sindacati sono divisi (Messaggero).

La presentazione più equilibrata e completa è su Repubblica: “Articolo 18, torna il reintegro. Licenziamenti economici, più poteri ai giudici.”, seguono quattro tabelline con i punti salienti: articolo 18, Aspi (assicurazione sociale per l’impiego, che sostituirà mobilità e indennità dal 2017, apprendistato, partite Iva). Sui giudici, il Secolo XIX di Genova avverte, con editoriale del bocconiano Giuseppe Berta: “Non lasciamo la riforma in mano ai soli giudici”.

Sotto al titolo una foto di Monti e Elsa Fornero. Lei ride felice, contemplando il maestro, lui ghigna compiaciuto come per dire: “Gliela abbiamo fatta”.  Il problema non sono gli italiani, sicuramente felici, ma quelli che decidono, a Bruxelles, Londra, New York, se vale la pena di crederci o no. Certo non sembra la riforma attesa da un Governo tecnico, messo lì proprio per quello. Piuttosto è l’astuto compromesso di uno che ha tutte le intenzioni di restarci. Se Berlusconi era paralizzato dal rischio di andare in galera e per questo cedeva al ricatto di Umberto Bossi, Monti sembra abbagliato da una meta: il Quirinale.

Sul Sole 24 Ore ci sono 24 pagine di dettagli. La linea sembra quella di sostegno al Governo, dal commento di Alberto Orioli (“Il tabù scalfito”) alla valutazione dell’impatto delle misure sul tutela dei lavoratori e efficienza per le imprese, che rispettivamente diminuirebbe e aumenterebbe stando al disegno a colori. Nel dare voce al mondo delle imprese di cui è espressione, il Sole 24 Ore scivola dietro quotidiani come Repubblica, Messaggero e Mattino: una sola riga di sei in un titolo a 2 colonne sotto l’apertura, “Arriva l’altolà delle imprese” e dieci righe su 38 nel riassuntino in prima, un titolo su tre, accanto a Cisl e Cgil, alla pagina 7: “Allarme delle imprese”.

Su Stampa e Corriere della Sera solo una visione acritica: “Articolo 18, torna il reintegro”, “Così cambia il mercato del lavoro”.

Intanto per la crisi si continua a morire. Un imprenditore di Roma si è ucciso a 59 anni per evitare l’onta del fallimento (Messaggero).

Continua la bufera su Bossi e famiglia. Libero: “Carroccio nella bufera. La casa di Bossi e il giallo dell’eredità. L’anno scorso Bossi ha venduto un appartamento ricevuto in lascito come segretario della Lega e ha incassato 480 mila euro. Ma questi soldi non sarebbero mai stati versati al partito” [la contessa Colleoni, nell’aldilà, apprezzerà la delicatezza dei suoi camerati; qui non c’è nemmeno stato lo sforzo di dire che la casa era fatiscente];  Corriere della Sera: “Porsche e diplomi alla famiglia Bossi”,  Messaggero: “Ai figli di Bossi 200 mila euro, a Rosy Mauro 300 mila”;  Repubblica: “Decideva la moglie”; Stampa: “I pm: 500 mila euro ai Bossi e al sindacato” della Lega, gestito da Rosy Mauro. Traduce Michele Brambilla sulla Stampa “Siete ladri come gli altri”. Sono le parole di Leonardo Tarantino, sindaco leghista di Samarate (Varese) dove Bossi ha radici e parenti.

Tutti titoli grandi a centro pagina, tranne che il Mattino, forse sorpreso e incredulo che certe cose le possano fare anche al Nord; o forse perché il titolo centrale lo ha preso un fatto di cronaca di Napoli: “Mazzette per i posti da prof. Un insegnante vendeva per seimila euro le cattedre truccando le graduatorie sui precari”.

Conclude il tema il Fatto quotidiano: “In un Paese di ladri”. Svolgimento: “Emergenza nazionale. Dai partiti al calcio alla burocrazia, l’Italia è infestata dalla corruzione. La dimensione delle ruberie è tale che l’etica pubblica viene sostituita dal ‘così fan tutti’. Padania ladrona. Dopo il caso Lusi (Margherita), l’impudenza di Bossi e famiglia foraggiati con i soldi dei cittadini dimostra che la Casta continua a farsi gli affari suoi, tanto che la Commissione sulla trasparenza finisce nel ridicolo”.

Altre notizie.

Corriere: “Sparatoria a Fermo (Marche), due donne nella banda. Uccide la rapinatrice, applaudito l’orefice” (anche su Mattino e Libero).

Stampa: A Hong Kong hanno venduto all’asta di Sotheby’s una ciotola di ceramica cinese per 26 milioni di dollari americani. Foto: sta in una mano aperta. È dell’epoca Song (960-1276).

Giornale: “Quando Mussolini usava il viagra. Il mito del grande amatore nato grazie a qualche stimolante”.

Polemica genovese. Il sindaco uscente, Marta Vincenzi, per affrontare il problema delle sbronze moleste, ha ordinato di “nascondere gli alcolici” dopo mezzanotte. Devono stare sotto chiave nei bar e nei market. Aggressivo il Seocolo XIX: “Mettere il velo non vuol dire risolvere il problema”.

Sport.  Corriere della Sera: Lippi allenerà in Cina. Messaggero: Scommesse trema la serie A. Gazzetta dello Sport: “Il ruggito di John Elkann, Juve gruppo di leoni”, continua il “dramma e mistero” di Pato, la cui “stagione è finita!”.

Ai non milanisti interessa forse di più il mistero di Mario Balotelli. Sulla Gazzetta c’è la sua foto accanto a Jennifer Thomson accanto al titolo: Balotelli e la escort: ” Ma non pago per il silenzio. Ero teso e per questo non giocavo bene”. Su Novella 2000 c’è Balotelli con Raffaella Fico:“Nozze benedette”.

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