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Bild Zeitung, il giornale tedesco esce senza foto perché…

di Gianluca Pace |9 Settembre 2015 12:08

Bild Zeitung, il giornale tedesco esce senza foto perché…

ROMA – “Un evento per la stampa in Germania – scrive Roberto Giardina  di Italia Oggi – La Bild Zeitung è uscita senza neanche un Bild, cioè una foto. Lo ha deciso il direttore Karl Diekmann per le polemiche seguite alla pubblicazione della foto del piccolo di tre anni, annegato su una spiaggia turca. Il codice della stampa nega la possibilità di pubblicare simili immagini, ma il popolare quotidiano (2,4 milioni di copie, oltre 12 milioni di lettori) ha ritenuto che il caso particolare autorizzasse un’eccezione: «Il mondo deve vedere la verità, per poter cambiare», scrive Diekmann”.

La Bild, al suo apparire il 24 giugno del ’52, fece sensazione proprio perché dava grande importanza alle foto. Ma anche il testo è sempre stato fondamentale. Basta ricordare, e chiediamo scusa per la citazione in rapporto alla foto tragica del bimbo, che la didascalia sotto le immagini delle starlet seminude, erano scritte da una laureata in psicologia. La Frankfurter Allgemeine Zeitung e Le Monde, in Francia, solo da pochi anni pubblicano foto in prima pagina. Oggi ognuno può scattare foto con il suo cellulare e mandarle in rete pochi secondi dopo, e ciò ha reso difficile la sopravvivenza dei fotoreporter. Ma una foto scattata da un professionista, ovviamente, rimane a un livello non raggiungibile se non per caso dai dilettanti. Un tempo non lontano tutti i grandi e medi quotidiani avevano i loro fotografi stipendiati regolarmente, oggi le foto si scaricano gratis da internet.

Ed ha stampato la foto senza neppure gli opportuni puntini per attenuare la sua crudezza. «Noi abbiamo ritenuto che la pubblicazione non solo fosse ammissibile, ma addirittura obbligatoria», ha aggiunto il direttore dell’edizione online Julian Ereichelt. E nell’edizione senza immagini si spiega ai lettori: «Oggi vedete una particolare versione della Bild, una versione che per noi è particolarmente importante. Dove di solito trovate foto di particolare impatto oggi troverete una zona grigia… nell’edizione cartacea e in quella digitale rinunciamo a ogni foto… così vogliamo dimostrare quanto siano importanti oggi le foto per il giornalismo e perché valga la pena lottare ogni giorno per avere la migliore foto», e la Bild cita la foto della bambina nuda, Phan Thi, 12 anni, che corre con il corpo ustionato dal napalm in Vietnam, un’altra immagine che scosse l’opinione pubblica mondiale.
Il fotografo si chiamava Nick Ut e vinse il Pulitzer l’anno dopo con quel suo scatto.

La decisione di Diekmann ha riattizzato le polemiche in Germania, dove molti hanno condannato la pubblicazione, come in Italia, e altrove. A parte il fatto che l’immagine era manipolata, come quasi tutte le foto storiche (i marines che issano la bandiera a stelle e strisce a Iwojima, o il soldato sovietico che fa sventolare la bandiera rossa con la falce e il martello sul Reichstag in rovina) ci si può continuare a porre la domanda: era lecito o no? E ognuno risponde alla sua maniera.

La Bild, al suo apparire il 24 giugno del ’52, fece sensazione proprio perché dava grande importanza alle foto. Ma anche il testo è sempre stato fondamentale. Basta ricordare, e chiediamo scusa per la citazione in rapporto alla foto tragica del bimbo, che la didascalia sotto le immagini delle starlet seminude, erano scritte da una laureata in psicologia. La Frankfurter Allgemeine Zeitung e Le Monde, in Francia, solo da pochi anni pubblicano foto in prima pagina. Oggi ognuno può scattare foto con il suo cellulare e mandarle in rete pochi secondi dopo, e ciò ha reso difficile la sopravvivenza dei fotoreporter. Ma una foto scattata da un professionista, ovviamente, rimane a un livello non raggiungibile se non per caso dai dilettanti. Un tempo non lontano tutti i grandi e medi quotidiani avevano i loro fotografi stipendiati regolarmente, oggi le foto si scaricano gratis da internet.

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