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Firenze, presunto stupro. Repubblica: “Per carabiniere Marco Camuffo le accuse più pesanti”

di Maria Elena Perrero |4 Ottobre 2017 14:16

Firenze, presunto stupro. Repubblica: "Per carabiniere Marco Camuffo le accuse più pesanti"

 

Firenze, presunto stupro. Repubblica: “Per carabiniere Marco Camuffo le accuse più pesanti”

FIRENZE – Si complica la posizione di Marco Camuffo, appuntato di 47 anni, uno dei due carabinieri accusati di stupro da due studentesse universitarie americane a Firenze. Secondo quanto scrive Franca Selvatici sull’edizione fiorentina di Repubblicai pm non crederebbero alla versione fornita da Camuffo, mentre crederebbero al racconto dell’altro carabiniere coinvolto nella presunta duplice violenza sessuale: il carabiniere scelto Marco Costa, di 32 anni.

La notte del 7 settembre Costa e Camuffo arrivarono, insieme ad altri militari, alla discoteca Flò di Firenze per sedare una rissa. Una volta terminato il compito, però, anziché rientrare in caserma accompagnarono a casa due studentesse di 19 e 21 anni che non riuscivano a trovare un taxi. E questo senza avvertire il comando.

All’interno del palazzo in cui abitavano le due ragazze entrambi ebbero con loro rapporti sessuali. E fin qui le versioni delle due ragazze e dei militari concordano. Alcune ore più tardi, però, le studentesse hanno accusato i carabinieri di stupro. In particolare la maggiore delle due, quella che ha avuto un rapporto con Camuffo, sostiene che, scrive Repubblica, 

il carabiniere più anziano l’aveva spinta contro un davanzale, l’aveva violentata poi l’aveva afferrata per le spalle e fatta inginocchiare per farle praticare un altro atto sessuale. Un racconto che Camuffo non ha smentito, sostenendo però che la ragazza era consenziente. Non gli credono i pm, che infatti gli contestano non solo di aver profittato delle condizioni psico-fisiche della studentessa ma anche di aver agito con violenza, costringendola a subire atti sessuali. Mentre al collega più giovane viene contestato “soltanto” di aver abusato delle condizioni di semincoscienza in cui si trovava l’altra studentessa.

I due carabinieri sostengono che le ragazze non sembravano ubriache e che erano rientrate in casa tranquillamente, ma sono stati smentiti sia dalle coinquiline, secondo cui le due studentesse piangevano disperatamente, sia dai poliziotti intervenuti alle 4:06, poco dopo la telefonata fatta dalle due giovani al 113 alle 3:48. Arrivati nell’appartamento i poliziotti hanno trovato la più giovane delle due studentesse in stato di choc, e l’altra in lacrime.

Per quanto riguarda lo stato di ebbrezza, il dato è confermato dalle analisi cliniche eseguite in ospedale alle 6:40 del mattino, diverse ore dopo i fatti contestati. Nonostante fosse passato tanto tempo, una delle ragazze aveva ancora un tasso alcolemico di 1,68 grammi di alcol per litro di sangue, l’altra di 1,59.

Secondo la professoressa Elisabetta Bertol, interpellata da Repubblica, questo significa che quattro ore prima le ragazze avevano rispettivamente un tasso alcolemico dell’1,9 e di oltre il 2. Scrive Salvatici:

Erano ambedue in «conclamato stato di ubriachezza», con «perdita della facoltà di giudizio e di coordinamento motorio».

Per quanto riguarda, infine, la presunta montatura del caso di stupro da parte delle due studentesse, Repubblica nota che questa sarebbe stata assai difficile per una questione di tempi: sono passati infatti solo 16 minuti dal momento in cui Camuffo e Costa hanno lasciato la casa a quando le ragazze hanno telefonato alla polizia.

Non ci sarebbe stato il tempo per una macchinazione, scrive il gip, che ha respinto la richiesta di interdizione dei due militari perché ritiene che la sospensione dal servizio disposta dall’Arma sia misura efficace per impedire che commettano altri reati, ma afferma che «i profili di gravità indiziaria risultano elevatissimi». E scrive: «L’ipotesi che i rapporti sessuali siano stati consumati contro la volontà o comunque senza consapevole, valido e percepibile consenso delle due ragazze appare estremamente verosimile… Sono quindi ravvisabili gravissimi indizi a carico dei due carabinieri che, in contrasto con le regole note anche alla più inesperta recluta, hanno utilizzato l’auto di servizio per accompagnare due civili e subito dopo averle fatte entrare nel portone di casa hanno avuto un approccio sessuale culminato nei termini già esposti».

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