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Libero: “Corte dei conti: imposte aumentate di 4,4 miliardi”

di FIlippo Limoncelli |27 Giugno 2014 9:59

La Corte dei conti dà numeri da brividi. Imposte aumentate di 4,4 miliardi

ROMA – “Gli aspetti complessivamente positivi del quadro finanziario, dovuti alle rigorose manovre di correzione dei conti pubblici e ai ripetuti e diffusi interventi di riduzione della spesa non trovano riscontro in un apprezzabile e stabile miglioramento sul versante dell’economia”. La Corte dei Conti fa le pulci al bilancio dello Stato 2013, e superando la barriera di un linguaggio burocratico, si ha la conferma che nell’anno passato non solo le tasse sono aumentate (di ben 4,4 miliardi), ma che quest’aumento di imposizione fiscale non ha portato benefici.

Scrive Antonio Castro su Libero:

Ma per rintracciare il dato dei 4,4 miliardi in più di imposte sborsate dai contribuenti italiani bisogna avere pazienza e leggersi le diverse relazioni. Non solo quella del presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, anche quelle degli altri magistrati contabili. E frugando nelle oltre 22 cartelle della relazione del Presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo, Enrica Laterza, a pagina 9, si scopre che «anche nel 2013 le maggiori criticità dei conti pubblici si sono manifestate dal lato delle entrate. È stata registrata una diminuzione dello 0,3 per cento nell’aggregato e dell’1 per cento nella sola componente tributaria». E ancora: «L’andamento del gettito riflette l’operare di diversi fattori. In senso sfavorevole hanno influito il prolungamento della recessione e la conseguente erosione delle basi imponibili; in direzione di una ricomposizione hanno operato le manovre adottate nel corso dell’anno, che hanno spostato, sia pur temporaneamente, il peso fiscale dall’imposizione indiretta (eliminazione dell’Imu sull’abitazione principale e rinvio dell’aumento dell’aliquota ordinaria Iva) all’imposizione diretta (aumento degli acconti di imposta); in senso accrescitivo, infine, hanno agito le manovre degli anni passati, che hanno introdotto misure di incremento delle entrate pari, nelle stime ufficiali, a circa 4,4 miliardi di euro».

Ma c’è di più. La famosa spending review fa capolino (pag.20) anche nell’analisi impietosa analisi dei magistrati di viale Mazzini. Sintetizza sempre il presidente Laterza: la spending review tanto è «un impegno che può essere affrontato solo alla luce di una chiara strategia di governo della spesa e di selezione dei terreni su cui è chiamato ad incidere l’intervento pubblico. Un ridisegno, quindi, frutto diuna forte volontà politica e diun profilo ben definito di quello che deve essere il sistema pubblico dei prossimi decenni. Non si tratta solo di eliminare gli sprechi e di riorganizzare le modalità di produzione e di accesso ai servizi. Occorre affrontare direttamente il tema della sostenibilità futura di un sistema di prestazioni di servizi alla collettività (dalla salute e l’istruzione alle imprese e all’ambiente) originariamente concepito in un contesto economico, sociale e demografico più favorevole».

Capito? In sostanza i magistrati contabili sottolineano la necessità per il Palazzo di decidere come e dove tagliare perché non bastano gli annunci sui risparmi, bisognerà (se c’è la volontà politica), decidere cosa ancora realisticamente lo Stato può offrire ai cittadini (il perimetro del welfare), perché questo sistema sociale non regge più (…)

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