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Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Vedi Omar quant’è bello”

di Gianluca Pace |23 Aprile 2014 8:19

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Vedi Omar quant’è bello”

ROMA – “Siccome c’è un limite anche alla fantasia – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – l’altroieri Matteo Renzi si era riposato e, al posto delle due o tre televendite quotidiane, si era limitato a una: “Abbiamo deciso di desecretare gli atti delle principali vicende che hanno colpito il nostro Paese: tutti i documenti delle stragi di Piazza Fontana, dell’Italicus e della bomba di Bologna”. Ma subito, in vece sua, ha provveduto Repubblica, attribuendogli un “piano segreto per tagliare gli F-35: via metà degli aerei”. Il piano è talmente segreto che lo stesso Renzi non ne sa nulla, né tantomeno l’amico Obama al quale, non più tardi di due settimane fa, il premier e Napolitano avevano garantito che gli F-35 ce li compriamo tutti, costringendo la cosiddetta ministra della Difesa Pinotti a spettacolari arrampicate sugli specchi”. 

L’articolo completo:

Nulla, naturalmente, è impossibile all’autore dell’hashtag “enricostaisereno” 24 ore prima di “enricoseimorto”. Ma, al momento, il piano segreto prevede il taglio di un F-35 (su 90), più il costo di un’ala o di due carrelli. Roba forte. Quanto alla mirabolante abolizione del segreto di Stato sulle stragi di Piazza Fontana, dell’Italicus e di Bologna, c’è un piccolo problema: per legge, il segreto di Stato non può mai riguardare fatti di strage, di terrorismo e di mafia, e comunque può durare fino a 15 anni, prorogabili a un massimo di 30 (Piazza Fontana è del 1969, l’Italicus del 1974, Bologna del 1980).

Dunque non si vede quali sconvolgenti verità dovrebbero saltare fuori nel caso in cui la promessa venga mantenuta (è raro che qualcuno metta per iscritto l’ordine di fare una strage e comunque ci sono altri modi per far sparire carte compromettenti, tipo quelle emerse dall’archivio dell’Ufficio affari riservati del Viminale sull’Appia nel 1997, quand’era ministro un certo Napolitano). Fanno eccezione i segreti di Stato attinenti a rapporti con altri Stati, nel qual caso però Renzi non può revocare nulla: deve prima mettersi d’accordo con gli Stati interessati. Siccome però annuncia “il principio della total disclosure”, che noi comuni mortali chiamiamo “trasparenza assoluta”, il segreto di Stato potrebbe toglierlo su un altro mistero d’Italia ben più misterioso e soprattutto recente, che diversamente dalle stragi è davvero coperto dal segreto di Stato: il sequestro di Abu Omar, l’imam di Milano rapito nel 2003 dalla Cia con la complicità di agenti del Ros e del Sismi, deportato in Egitto e lì torturato per mesi. Su questa vergogna mondiale, i magistrati di Milano sono stati sabotati da quattro governi – Prodi, Berlusconi, Monti e Letta – i quali hanno, nell’ordine: apposto sistematicamente il segreto di Stato sulle complicità del Sismi; sollevato quattro conflitti di attribuzioni (record di tutti i tempi) dinanzi alla Consulta contro i giudici per far assolvere gli spioni italiani; e bloccato con i loro 7 ministri della Giustizia (Castelli, Mastella, Scotti, Alfano, Nitto Palma, Severino e Cancellieri) i mandati di cattura internazionali per assicurare alla giustizia i 26 americani imputati. Ora che le sentenze sono definitive (26 americani e 5 italiani condannati, altri 5 uomini del Sismi salvati dal segreto di Stato), il governo Renzi nulla fa per assicurare alla giustizia i 25 yankee latitanti, cioè tutti i pregiudicati tranne il colonnello Joseph Romano graziosamente graziato da Napolitano. Se Renzi vuole una disclosure davvero total, dica al ministro Orlando di ordinare finalmente le ricerche internazionali di questi criminali perché siano estradati in Italia a scontare la pena. Dopodiché, siccome i miracolati nostrani (Pollari, Mancini & C.) non rischiano più nulla, visto che i loro proscioglimenti sono definitivi e nessuno può essere processato due volte per lo stesso reato, tolga il segreto di Stato sul caso Abu Omar. Così finalmente sapremo la verità su chi nel 2003 autorizzò e aiutò la Cia a sequestrare un egiziano con regolare diritto d’asilo per torturarlo in un carcere del Cairo. Chissà, magari si potrebbe scoprire che fu qualche attuale padre costituente. E ci sentiremmo tutti più tranquilli.

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