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Sanità Lazio: tagliati 400 primari e accorpate due Asl

di FIlippo Limoncelli |20 Ottobre 2014 11:31

Tagli alla sanità

ROMA – Operazione spending review per razionalizzare la spesa sanitaria: scatta il taglio di quattrocento primari dei 1.123 che operano nella sanità del Lazio.

Il provvedimento, già studiato un anno fa, diventerà operativo con gli atti aziendali delle Asl che dovranno essere presentati dai direttori generali tra meno di un mese. Si tratta di una sforbiciata importante sul numero totale dei primari degli ospedali di Roma e del Lazio.

Scrive Mauro Evangelisti sul Messaggero:

La parte più significativa, ovviamente, riguarda le strutture della Capitale. Alcuni numeri per comprendere il peso di ciò che si sta mettendo nero su bianco: secondo gli ultimi dati disponibili, nel Lazio vi sono 1.123 unità operative complesse (vale a dire reparti guidati da un primario). La Regione deve applicare quanto previsto dal decreto Balduzzi, che richiedeva di rispettare il rapporto di 17,5 posti letto per unità operativa complessa. Dunque, bisognerà portare quella cifra a 722, che significa una riduzione di 401 unità. L’aveva detto anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, nell’intervista rilasciata al Messaggero sul tema dei tagli alle Regioni indicati dalla manovra del Governo: «Noi stiamo facendo già moltissimo in tema di spending review, di eliminazione degli sprechi. E stiamo per tagliare 400 primari». C’è una domanda però: cosa succederà a coloro che attualmente ricoprono il ruolo di primario nelle unità operative complesse che saranno eliminate? Un terzo di questi posti, in realtà, sono ricoperti da «facenti funzioni» a cui non sarà rinnovato l’incarico; gli altri saranno riutilizzati sempre all’interno del sistema sanitario nazionale.

Altro tassello: la riduzione delle unità operative semplici, che secondo le stime della Regione sarà di altre 300 unità. Il piano era stato già illustrato un anno fa, ma ora i direttori generali sono chiamati all’applicazione pratica e nel dettaglio (Asl per Asl, ospedale per ospedale). Sempre per ottenere risparmi e razionalizzazioni – ma l’operazione era partita prima dei nuovi tagli del Governo – la Regione sta anche andando verso la fusione di due Asl importanti come la E e la A. Il processo dovrebbe esaurirsi in un anno e terrà conto del fatto che l’Asl Roma A, quella del centro, non ha più un ospedale nel suo territorio, se non il Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina (che però è un ospedale privato religioso convenzionato). La E, invece, copre il territorio a nord-ovest di Roma ed ha, nelle sue competenze, l’Ospedale Santo Spirito. Un’altra razionalizzazione in corso porta alla fusione dello Spallanzani con l’Istituto nazionale dei tumori Regina Elena e l’Istituto dermatologico San Gallicano (…)

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