Covid-19, la speranza in una siringa pronta all’uso

di Francesca Cavaliere
Pubblicato il 27 Ottobre 2020 - 13:22 OLTRE 6 MESI FA
Covid-19

Covid-19, la speranza in una siringa pronta all’uso

Covid-19, la speranza tangibile di sconfiggerlo è racchiusa anche in una siringa con anticorpi monoclonali pronta all’uso. In attesa dei vaccini che richiedono tempi più lunghi

A farci vedere la luce in fondo al tunnel è il microbiologo prof Rino Rappuoli– direttore scientifico della divisione vaccini GlaxoSmithKline (GSK) Vaccines di Siena, reduce dal Festival della Scienza Medica di Bologna conclusosi il 17 ottobre e dedicato quest’anno alla pandemia da Covid 19.

Il prof. Rappuoli, intervistato durante la puntata del 25 ottobre di “Che Tempo che fa” condotta da Fabio Fazio, ha prospettato un quadro incoraggiante in relazione ai progressi delle cooperazioni scientifiche di cui fa parte ed ha lanciato il suo augurio:

 “Spero che tra vaccini e anticorpi monoclonali il regalo di Natale per il 2021 sia che ci siamo scordati questa pandemia”

In attesa dei vaccini che richiedono tempi più lunghi

In attesa dei vaccini, che richiedono tempi più lunghi, nell’immediato futuro, forse da marzo 2021, potrebbe arrivare un farmaco capace da una parte di curare chi è già ammalato, dall’altra di proteggere le persone sane per circa sei mesi.

Con una semplice iniezione sottocutanea.

Le aziende farmaceutiche , e il settore pubblico in genere, hanno lavorato e non c’è stato nessun problema di proprietà intellettuale.

Tutto a disposizione di tutti e le aziende farmaceutiche hanno messo da parte lo scopo del profitto

Il prof Rino Rappuoli ospite della trasmissione è l’uomo a cui si deve il primo vaccino covalente contro il meningococco.

Grazie a lui ci si può vaccinare per difendersi dalla meningite batterica

I tempi di realizzazione degli anticorpi monoclonali e dove comprare il farmaco

Scienziati e laboratori farmaceutici stanno lavorando insieme e collaborando per trovare un farmaco che salvi l’umanità dal Coronavirus.

Nelle loro ambizioni, gli anticorpi monoclonali- in particolare il potentissimo MAD0004J08–dovrebbero essere disponibili già a marzo del 2021, predisposti in una siringa pronta all’uso.

Il professore Rappuoli si è detto molto convinto che questi anticorpi possano funzionare.

Secondo il piano degli scienziati le prime decine di migliaia di dosi , dovrebbero esserci già a marzo e quantitativi maggiori durante l’anno

Ancora però non si sa se si potrà acquistare in farmacia , se sarà un farmaco ospedaliero, o come verrà distribuito.

Le dichiarazioni del Prof. Rappuoli a “Che Tempo  che fa”

Ha detto il professore Rappuoli durante la trasmissione:  “Noi (In Italia, a Siena ndr) non abbiamo ancora cominciato gli studi clinici, speriamo di cominciarli tra circa un mese, però, dato che non siamo gli unici a fare questo lavoro, alcune aziende molto più grandi di noi negli Sati Uniti sono un po’ più avanti, loro hanno già cominciato le prove cliniche e hanno dimostrato che funzionano. Le prove non sono definitive ma le hanno fatte.”

Richiama poi alla memoria recente l’infezione da Covid 19 del presidente USA Donald Trump e ricorda “Tutti hanno visto che Trump ha preso degli anticorpi monoclonali.”

Gli anticorpi monoclonali richiedono meno tempo dei vaccini

“Vista la situazione – ha detto ancora Rappuoli a Che tempo che fa”- avremo bisogno in futuro di vaccini per prevenire questa malattia, ma nel frattempo abbiamo tante persone che sono infette e quindi abbiamo bisogno di cure.

Sviluppare le cure non è facile e per le cure a cui siamo abituati tradizionalmente ci vorrà ancora un po’ di tempo, forse un anno o due.

 Quindi noi e pochi altri laboratori nel mondo ci siamo messi a sviluppare degli anticorpi monoclonali.

Gli anticorpi monoclonali sono delle sostanze naturali che sono presenti nel sangue delle persone che guariscono dal virus e che permettono a queste persone di guarire.

 Noi siamo riusciti a prendere il sangue di alcune persone convalescenti lavorando con l’Istituto Spallanzani di Roma e con l’Ospedale di Siena e dal sangue di queste persone abbiamo isolato le cellule che producono queste difese naturali.

Le abbiamo portate in laboratorio, abbiamo scelto le migliori, quelle super potenti, e le stiamo estendendo a livello industriale, in modo che possiamo poi reiniettarle nelle persone.

Lo scopo del vaccino è quello di indurre anticorpi. Noi in questo modo diamo gli anticorpi subito.

Come se la persona fosse già stata vaccinata.

Questo anticorpo noi lo stiamo producendo, lo produrremo in grandi quantità, lo metteremo in delle siringhe, sarà una iniezione.

I vaccini nei primi mesi del 2021, ma in dosi limitate

“Per i vaccini i primi dati li avremo tra un mese, entro metà novembre avremo i primi dati preliminari per i primi vaccini”,  ha detto il professore Rappuoli

“Entro fine anno, di due o tre vaccini avremo altri dati.

Credo che se tutto va bene nei primi mesi dell’anno prossimo i vaccini cominceranno a essere usati, però le dosi saranno limitate.

Cominceranno a essercene di più nei primi sei mesi dell’anno prossimo, ma in grandi quantità saranno nella seconda metà dell’anno prossimo. Dopodiché si dovrebbe essere in grado veramente di vaccinare centinaia e centinaia di milioni di persone.”

L’atteggiamento delle aziende farmaceutiche

“Essenzialmente c’è stato un approccio molto maturo da parte delle aziende farmaceutiche, le quali hanno deciso in molti casi di mettere da parte il profitto, o di non avere il profitto come scopo in questo momento, ma di avere la possibilità di contribuire in qualche modo a eliminare questa malattia dal mondo”,

Quindi le aziende farmaceutiche, il settore pubblico in genere, hanno lavorato e non c’è stato nessun problema di proprietà intellettuale.

Tutto a disposizione di tutti.

 C’è una grandissima collaborazione perché lo scopo è veramente cercare di riportare questo mondo in un momento un pochino più sicuro.”

In un anno i processi di dieci anni, grazie a tecnologia e investimenti. Rappuoli al Festival della Scienza Medica di Bologna

Nel suo intervento del 16 ottobre al Festival della Scienza Medica di Bologna il prof. Ruappoli pone l’accento sui benefici che investimenti e tecnologie hanno prodotto sugli studi per combattere il Covid-19 , e ci fa sperare in un ritorno alla normalità.

“Investimenti e tecnologie inimmaginabili fino a pochi anni fa ci permetteranno di controllare la pandemia.

La ricerca sui vaccini contro Covid-19 viaggia spedita, anche grazie ad un investimento di risorse pubbliche senza precedenti – 15 miliardi di dollari, di cui 10 dai soli Stati Uniti – e sarà disponibile nel 2021.

“Entro la prima metà del 2021 ci sarà una prima immissione di vaccini e anticorpi monoclonali umani, con una disponibilità via via crescente nella seconda metà dell’anno. Abbiamo oggi la capacità di far procedere in parallelo le varie fasi della sperimentazione vaccinale, stiamo concentrando processi che normalmente durano dieci anni nell’arco di un anno,un anno e mezzo. E’ un rischio dal punto di vista finanziario, senza dubbio, ma non sul lato della sicurezza, data l’enorme quantità di capitale umano coinvolto nella ricerca”

Rappuoli auspica un ritorno alla normalità perduta

“Fino ad oggi- ha detto ancora Ruappoli al festival di Bologna- abbiamo contenuto il dilagare del contagio con risposte non farmacologiche, dal lockdown al distanziamento, dall’uso delle mascherine al lavaggio frequente delle mani. Lo sviluppo dei vaccini e degli anticorpi monoclonali ci restituirà, ne sono certo, quella normalità che abbiamo perduto”

Un Festival per dare informazioni serie e chiare

Dal 2015 il Festival della Scienza Medica racconta al grande pubblico le scoperte medico scientifiche e le nuove sfide del futuro.

L’edizione di quest’anno, interamente online, è stata dedicata al tema “Lezioni di medicina. Covid 19”.

Al Festival, che ha chiuso con 220mila presenze online, sono intervenuti premi Nobel, scienziati, medici e ricercatori da tutto il mondo che hanno dato vita- si legge in una nota- a un dibattito serio e strutturato sull’emergenza sanitaria, analizzata dal punto di vista medico, scientifico, economico, sociale e politico, con un linguaggio divulgativo che ha consentito a tutti di avvicinarsi in maniera chiara, e al tempo stesso rigorosa, a tematiche che, mai come oggi, riguardano tutti, ma rispetto alle quali è estremamente difficile orientarsi, nella moltiplicazione incontrollata di informazioni (‘infodemia’) spesso contrastanti, quando non palesemente false, attorno a Covid-19″.

Fonti (Rai, Festival della Scienza Medica, Ansa)