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La mezza età oggi è a 60 anni. Lo dice il Max Planck Institute. Nespoli conferma

di Warsamé Dini Casali |30 Luglio 2015 14:21

Tiziano, “Il tempo governato dalla prudenza”

ROMA – Cedereste il posto sull’autobus a uno come Paolo Nespoli, astronauta di 58 anni che fra due anni, quando arriverà ai fatidici 60, ha già prenotato un lancio nello spazio? Difficile considerarlo un uomo a un passo dalla vecchiaia, essere lanciati in orbita non è uno scherzo, avrà pure un fisico bestiale ma la verità, piacevole, è un’altra: la mezza età oggi arriva a 60 anni.

Per il geriatra Roberto Bernabei un sessantenne può battere un trentenne alla maratona. Fatto sta che se pensiamo ai vecchietti di 40 a 50 anni fa, malfermi, avvizziti, con l’espressione di chi la vita se l’è ormai inesorabilmente vista fuggir via, a stento diremmo oggi che avevano 60 anni o giù di lì.

Complici lo stile di vita, l’allungamento medio della vita, la fortuna dei baby boomers di aver vissuto un eccezionale periodo di benessere e sicurezza (niente guerre), ben nutriti ma attenti alla linea  i sessantenni non calcolano più la propria età pensando a quanto gli resta da vivere come è tipico di chi sta invecchiando. Del resto età anagrafica e età biologica non coincidono. Vittorio Sabadin su La Stampa ci informa su un esperimento che dimostra quanto relativa sia la velocità dell’invecchiamento e quanto dipenda dalla percezione di noi stessi.

La scienza ha studiato a lungo questi fenomeni: da bambini tutti abbiamo desiderato di essere più vecchi, ma a partire dai 25-30 anni pensiamo a noi stessi come più giovani, e non smettiamo più di farlo. Il Max Planck Institute di Berlino ha chiesto a un migliaio di persone tra i 70 e i 104 anni che età pensassero di avere: in media tutti si sentivano più giovani di 13 anni. I medici sono ormai concordi nel dire che 60 anni sono oggi «la mezza età», quella che prima si collocava tra i 40 e i 50 e preludeva a una breve, spesso triste vecchiaia.

[…] I sessantenni hanno oggi lo spirito di un quarantenne, ma con meno pressioni e responsabilità dei quarantenni veri. I figli sono cresciuti, se ne sono andati e sono autonomi; chi ancora lavora lo fa in modo più rilassato e appagante, tiene la mente attiva dedicandosi agli hobby che prima aveva trascurato e può ancora andare, come quando era ragazzo, a sentire i concerti di Bob Dylan e dei Rolling Stones, attivissimi settantenni rimasti giovani come lui. (Vittorio Sabadin, La Stampa).

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