Matrimoni e feste con Covid pass. Chi controlla? Per Polizia impossibile, quindi nessuno

di Lucio Fero
Pubblicato il 4 Giugno 2021 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA
Matrimoni e feste con Covid pass. Chi controlla? Per Polizia impossibile, quindi nessuno

Matrimoni e feste con Covid pass. Chi controlla? Per Polizia impossibile, quindi nessuno FOTO ANSA

Matrimoni e feste, si può, finalmente ed evviva si può. Ad una condizione però, una sola ma una condizione c’è: il Covid pass o come lo si voglia chiamare. Un attestato di vaccinazione, un certificato di guarigione, un tampone recente (48 ore) e negativo. Uno dei tre e l’invitato-ospite-parente-amico può unirsi alla festa. Uno dei tre, vaccinazione, guarigione o tampone, e gli addetti al catering o all’intrattenimento possono lavorare sereni.

E’ il protocollo libera festa e matrimoni. Evviva! Ma la condizione vera per libere feste e matrimoni in realtà è sì una sola ma tutt’altra dal Covid pass, la vera condizione è accettare liberamente e felicemente di prenderci in giro da soli.

Chi controlla se Covid pass ce l’hai?

Di sicuro non può essere la Polizia. Non ce la farebbe materialmente e la cosa risulterebbe alquanto oppressiva. E allora chi controlla che alle feste e ai matrimoni partecipino e lavorino solo quelli vaccinati o guariti o negativi al tampone? Il Garante della Privacy ha detto che controllare può solo la Polizia. Quindi, visto che la Polizia non può e non deve, la risposta corretta alla domanda chi controlla è: nessuno, assolutamente nessuno.

Non c’era bisogno dell’autorevole intervento del Garante, che questa fosse la reale risposta ci si arrivava da soli. E sarebbe anche giusto oltre che ovvio che non vi sia controllo per così dire esterno. Dovrebbe essere auto controllo, ciascuno che organizza nozze o feste dovrebbe volersi controllare da solo, per la sua sicurezza e salute. Non dovrebbe neanche esserci protocollo, dovrebbe esserci consapevolezza, responsabilità, istinto di sopravvivenza in cocktail con la ragione.

Comma dell’auto inganno

Invece c’è il protocollo: matrimoni e feste solo con Covid pass. Protocollo che viene esibito come la indiscutibile condizione di feste e matrimoni sicuri. Protocollo che però è solo su carta e mai nella realtà. Protocollo questo (non da solo) che incorpora il comma dell’auto inganno. A feste e matrimoni dovremmo tutti andare se vaccinati o guariti o negativi al tampone, dovremmo saperlo e farlo da soli, senza che ce lo dica il governo o qualunque autorità. Ma, siccome sappiamo che non lo faremo, che non  faremo tutti così, si mette in piedi la recita del protocollo, obbligatorio ovviamente, di cui nessuno controllerà il rispetto. Il protocollo immaginario finirà dunque per essere copertura burocratica all’infrazione di un saggio comportamento sanitario.

Liberi a tavola!

D’altra parte quando un quotidiano della destra titola a tutta prima pagina “Liberia tavola!” come fosse lo sbarco in Normandia…Protocollo è la parola magica per aggirare, eludere, confondere. Protocollo è un “apriti Sesamo” per tutti coloro e sono tantissimi, che vivono le misure sanitarie come fosse proibizionismo e non pandemia. Questione di cultura profonda: da mesi tutta la comunicazione usa il verbo potere e non dovere, si scrive, si legge e si dice: ciò che si “può” fare. Si dovrebbe scrivere, leggere e dire: ciò che si “deve” fare. Ma milioni di persone, animate anche da interessi e identità di gruppo e/o categoria, vivono le misure anti contagio come proibizionismo. E quindi anelano niente meno che libertà, libertà negata e compressa dalle autorità.

L’idea che sottrarsi ad una occasione di contagio sia una doverosa scelta imposta primo di tutti da se stessi appare troppo complessa, complessa quanto la realtà. Meglio la storia semplice, elementare e fasulla quanto altra mai delle libertà negate (dai cattivi?) e quindi della libertà riconquistata sotto la protezione di un protocollo. Che nessuno rispetterà e i primi a saperlo sono coloro che il protocollo l’hanno invocato e sul protocollo hanno giurato, sotto l’insegna del protocollo uguale sicurezza hanno marciato.

Protocollo per i posti a tavola tutti insieme al ristorante? Quattro, sei, otto? Conviventi o al massimo due famiglie? Ma ci siete mai andati in un ristorante di questi tempi? Ovviamente e giustamente nessun controllo, solo auto controllo e responsabilità quando ci sono. Il protocollo fa solo fa alibi e schermo all’imprudenza e incoscienza. E l’Italia tutta in questo è tutta un ristorante.