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Morbillo ritorna, è allarme: casi triplicati nei primi tre mesi. “Vaccinate i bimbi”

di Daniela Lauria |16 Marzo 2017 20:11

Morbillo ritorna, è allarme: casi triplicati nei primi tre mesi. “Vaccinate i bimbi”

ROMA – Casi di morbillo triplicati nei primi tre mesi dell’anno. A dare l’allarme è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che parla di “numeri preoccupanti” e chiede l’applicazione “immediata” del Piano Vaccini. A fronte degli 844 segnalati nel 2016, da inizio 2017 ne sono già stati registrati più di 700, con un incremento di oltre il 230% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si erano verificati 220 casi. La maggior parte è stata segnalata da sole 4 Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. “Più della metà – informa il Ministero –  riguarda persone dai 15 ai 39 anni, e sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari”.

Il forte aumento, come ormai è stranoto, ”è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori”. Lo spiega lo stesso ministero in una nota: il morbillo continua a circolare nel nostro Paese, ”a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi”.

Il Ministero attiverà “ogni possibile procedura per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni”, ha detto Lorenzin. “Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell’85,3% (con il valore più basso pari al 68% registrato nella provincia di Bolzano e quello più alto in Lombardia con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione”.

“È ora indispensabile – aggiunge il ministro – intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l’accettazione e la richiesta da parte della popolazione. Analogamente le amministrazioni regionali e delle aziende sanitarie, così come pediatri e medici di medicina generale devono promuovere una campagna di ulteriore responsabilizzazione da parte dei genitori e delle persone non immuni di tutte le età affinché non rinuncino a questa fondamentale opportunità di prevenire una malattia che può essere anche letale”.

L’obiettivo di eradicazione del morbillo dall’Europa doveva essere raggiunto nel 2015, e invece il continente è ancora alle prese con diversi focolai. I radar degli organismi di controllo in particolare sono puntati in questi giorni sulla Romania, dove ci sono stati oltre 3mila casi da febbraio 2016, ma anche l’Italia è finita negli ultimi anni nei piani alti della poco lusinghiera classifica. Più di un terzo dei casi in Romania, specifica il Centro Europeo di Controllo delle malattie (Ecdc), si è verificato in bambini sotto i 4 anni, che nel 96% dei casi non erano stati vaccinati. Anche diversi dei 16 decessi registrati si sono verificati in questa fascia d’età.

Lo stesso documento di valutazione del rischio pubblicato pochi giorni fa per l’epidemia romena punta il dito anche contro l’Italia, indicata tra i Paesi in cui il tasso di vaccinazione è troppo basso e che già a gennaio aveva registrato 236 casi contro i 77 dello stesso mese del 2016. Attualmente in Europa focolai di morbillo sono presenti anche in Austria e Germania, mentre casi isolati riconducibili al ceppo che sta colpendo in Romania si sono verificati in otto paesi, tra cui anche l’Italia.

Per quanto riguarda la copertura vaccinale, segnala sempre l’Ecdc, il nostro paese e la Francia, insieme ad alcuni dei Balcani, sono gli unici paesi in Europa con una copertura della seconda dose inferiore all’84%. Da noi ancora si disquisisce sull’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola, e nel frattempo la situazione peggiora.

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