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Sovraffollamento e docce inutilizzabili: i detenuti di Busto Arsizio (Varese) ricorrono alla Corte europea

di Emiliano Condò |23 Novembre 2010 11:30

Trentaquattro detenuti del carcere di Busto Arsizio (Varese) hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro le loro condizioni di detenzione. Lo spiega la stessa Corte che ha reso noto di aver comunicato i casi al governo italiano.

I giudici di Strasburgo restano in attesa che l’Italia fornisca ora le necessarie informazioni per poi determinare se vi sia stata o meno una violazione dell’articolo 3 della Convenzione che stabilisce il diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti.

I detenuti sostengono che il loro spazio personale in cella è inferiore ai 3 metri quadrati, per l’esattezza affermano che, dovendo condividere la cella con altri 2 detenuti, lo spazio per ciascuno è  di 2,5 metri quadrati. Inoltre, dicono di avere un accesso limitato alla doccia perché nel carcere non c’è  sufficiente acqua calda. I trentaquattro ricorsi sono stati presentati a Strasburgo nell’arco di tre mesi, a partire dal 6 agosto.

Meno di un mese prima, il 16 luglio, l’Italia era stata condannata dalla Corte di Strasburgo a risarcire mille euro a un detenuto bosniaco per i danni morali subiti a causa del sovraffollamento della cella in cui era stato recluso per alcuni mesi nel carcere di Rebibbia. Secondo i giudici, Izet Sulejmanovic, era stato sottoposto a trattamento inumano e degradante perche’ per tre mesi aveva dovuto dividere una cella di 16,20 metri quadri con altri 5 detenuti, e questo riduceva il suo spazio personale a 2,7 metri quadrati.

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