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Nemesis, il gemello “cattivo” del Sole esiste davvero

di admin |19 Giugno 2017 14:28

Nemesis, il gemello "cattivo" del Sole esiste davvero

Nemesis, il gemello “cattivo” del Sole esiste davvero

ROMA – Il Sole ha un gemello “cattivo”: Nemesis. Le due stelle sarebbero nate insieme 4 miliardi di anni fa dalla stessa nebulosa, ma crescendo hanno sviluppato caratteristiche diverse e sono in grado di influenzarsi. Se fino ad oggi l’esistenza di Nemesis era solo un’ipotesi, ora un nuovo studio condotto da Steve Stahler dell’Università di Berkely e da Sarah Sadavoy di Harvard avrebbero identificato il segnale radio di questo corpo celeste, che si troverebbe a 600 anni luce dalla Terra.

Rosita Rijtano sul quotidiano Repubblica scrive che analizzando una nube molecolare che si trova in uno dei bracci a spirale della galassia Via Lattea con il telescopio Very Large Aeeay, situato in New Messico, gli scienziati hanno individuato nella costellazione di Perseo un astro. Analizzando i dati con vari modelli matematici, i due scienziati sono arrivati alla conclusione che ogni stella nella nostra galassia nasce con un gemello dal quale si separa nel 60 percento dei casi:

“Sapevamo già che, tra le stelle di massa grande, un’alta percentuale è nata in sistemi binari, se non tripli”, commenta Giuseppe Bono, professore di astrofisica stellare dell’Università Tor Vergata e membro dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica). “Questa ricerca estende la stessa conoscenza alle stelle come il Sole”. Da qui la quasi certezza dell’esistenza di quello che è considerato il suo gemello cattivo. Certo, sono necessari ulteriori studi su altre nubi per verificare il modello.

Ma la leggenda diventa ora realtà, almeno in teoria. Una storia che entusiasma e fa discutere gli utenti dei forum di scienza online. Del resto, non potrebbe essere altrimenti: si specula che Nemesis, battezzato come la personificazione della giustizia distributiva nella mitologia greca e latina, abbia deviato sulla Terra l’asteroide responsabile dell’estinzione dei dinosauri. Quest’ultima rimane solo un’illazione, così come resta sconosciuta qualsiasi proprietà dell’alter ego, inclusa la massa. Ma lui c’è e, secondo Stahler, “è andato alla deriva migliaia di anni luce lontano da noi, non c’è alcuna realistica possibilità di trovarlo”.

La conclusione a cui è arrivato Stahler, che ha presentato i suoi risultati alla Royal Astronomical Society, non convince Bono che spiega:

“Ci sono due opzioni – spiega – che possono aiutare a capire da dove provengono le stelle dei dintorni solari”. Una è relativa alla loro composizione chimica: anche quando le stelle si allontano dal luogo in cui hanno origine, conservano alcune caratteristiche della nube molecolare da cui sono nate. La seconda riguarda l’orbita, ogni stella ne ha una precisa. E il satellite Gaia, in missione per conto dell’Agenzia Spaziale Europea, consentirà presto di poter misurare le orbite di quasi un miliardo di stelle della nostra galassia. “Se riusciamo a mettere insieme l’informazione sull’orbita e aggiungiamo quella chimica, avremo gli strumenti quantitativi per stabilire se un gruppo di stelle ha avuto un origine comune”, sostiene lo scienziato. “Nel giro di pochi anni potremo arrivare a capire se Nemesis è davvero realtà”.

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