Uno spreco che ha del ridicolo. ‘Il Messaggero’ racconta di 1750 autobus portati in carrozzeria, lucidati e rimessi in strada che sembravano nuovi. Peccato che dopo questa operazione di “restyling” ne sia seguita un’altra, uguale, a poca distanza. Perché? Perché nel frattempo era cambiata la denominazione e il “marchio” dell’azienda, e si doveva cambiare colore alle vetture. Dunque marcia indietro all’urlo di: “Che avete fatto? Non siamo più Trambus, siamo Atac, riverniciateli subito color argento”.
Uno scandalo questo, racconta ancora ‘Il Messaggero’ che si va a sommare a quello degli operai “esterni”. Il quotidiano romano, infatti, racconta che nelle officine Atac la maggior parte degli operai non fa parte dell’azienda ma lavora per ditte esterne, a cui l’Atac appalta alcuni lavori di manutenzione. Non solo però questi operai sono in maggioranza rispetto a quelli “interni” ma, racconta ‘Il Messaggero’, sembrano anche gli unici a lavorare. Uno dei motivi lo spiega al quotidiano romano un autista di bus: “Nella tettoia c’è l’amianto, lo sanno tutti e da anni l’azienda perde tutte le vertenze. Ma se gli operai delle ditte esterne che lavorano qui da anni si ammalano non importa a nessuno”.