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Terremoti, clamorosa scoperta: dai satelliti primi indizi per prevederli

di Daniela Lauria |21 Settembre 2017 17:25

Terremoti, clamorosa scoperta: dai satelliti primi indizi per prevederli

Terremoti, clamorosa scoperta: dai satelliti primi indizi per prevederli

ROMA – Circa tre anni prima del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009 i satelliti avevano rilevato un abbassamento del suolo di un centimetro e mezzo in un’area vicina alla zona dell’epicentro. Potrebbe essere questo il segnale che gli scienziati di ogni tempo e luogo hanno da sempre cercato per cercare di prevedere i terremoti.

Il risultato si deve ad una ricerca coordinata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e potrebbe essere legato a una fase preparatoria del terremoto. Tuttavia, afferma lo stesso Ingv, “la previsione dei terremoti è un traguardo ancora lontano dall’essere raggiunto”.

La ricerca, coordinata da Marco Moro dell’Ingv e condotta in collaborazione con le università di Cassino e L’Aquila, si basa sulle immagini radar rilevate dai satelliti. Queste indicano che la deformazione del suolo in due bacini nell’area dell’epicentro del Terremoto del 2009 è stata causata dal progressivo abbassamento delle falde acquifere, a sua volta determinato dallo spostamento dei fluidi nelle fratture formate nella roccia.

La formazione di queste fratture è nota da tempo agli studiosi e i satelliti hanno permesso di escludere altre cause dello spostamento del suolo. Si è deciso così di applicare queste conoscenze a forti terremoti già avvenuti e in contesti geologici diversi per constatare se il fenomeno potrà essere osservato e misurato in maniera analoga.

“Solo così – ha detto Moro – l’osservazione dell’andamento nel tempo delle deformazioni, in zone sismicamente attive, potrebbe in un prossimo futuro rappresentare un utile strumento di previsione di eventi sismici con successiva attivazione di interventi per la mitigazione del rischio sismico”.

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