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Coronavirus e gravidanza: avremo un boom di nascite o un calo drastico fra 9 mesi?

di Redazione Blitz |22 Aprile 2020 11:16

Coronavirus e gravidanza: avremo un boom di nascite o un calo drastico fra 9 mesi? (Foto Ansa)

ROMA – L’attuale situazione pandemica dovuta alla diffusione del Covid-19 sta instillando una domanda che in tanti stanno cominciando a farsi.

Dal momento che le coppie sono obbligate ad una convivenza continuativa nell’intimità di casa saranno forse più propense, diciamo, a fare figli o, al contrario, proprio di fronte ad un panorama che offre pochissime certezze, si guarderanno bene in modo da evitarli?

Qualcuno potrebbe vederla come una sfida fra la passione e la ragione, ma in realtà metterla su questo piano è probabilmente eccessivo.

Certo è che siamo tutti in una situazione di dubbio ed incertezza, mista a paura probabilmente, poiché le informazioni che riceviamo non sappiamo in fondo quanto siano veritiere.

Prima o poi finirà, certo, ma non si sa bene quando e nemmeno, soprattutto, cosa ci riserva quel “poi” ed ogni ipotesi, in questo senso, è ammessa.

Tornando al nostro quesito, cerchiamo di fare delle valutazioni oggettive per capire se in questi mesi
avremo tante donne in gravidanza o se invece a dicembre-gennaio-febbraio il numero delle nascite sarà il
più basso degli ultimi anni.

Il boom di nascite da isolamento: “galeotto fu il virus”.

Secondo il parere di chi ritiene che questo isolamento determinerà di certo un boom di nascite alla fine dell’anno e all’inizio di quello nuovo, le coppie in isolamento saranno più tendenti ad entrare in intimità.

Chiusi fra le mura di casa, esaurite le serie di Netflix, spento il computer per lo smart working, dopotutto, perché non dedicarsi all’onesto far l’amore? Galeotto fu il Coronavirus, quindi, che secondo questa ipotesi sarà causa di gravidanze.

Dopotutto pare che ci siano anche dei precedenti storici di boom di nascite dovuti, pare, ad una maggiore permanenza delle coppie a casa.

È il caso dei blackout lunghissimi e massicci che interessarono New York nel 1965 e nel 1977. O della riduzione della settimana lavorativa a soli tre giorni stabilita dal Governo inglese nel 1974 (fra gennaio e marzo) per via della mancanza di energia per alimentare le centrali elettriche in coincidenza con lo sciopero dei minatori di carbone e con l’embargo petrolifero.

Un’ipotesi simile c’è anche per il boom di nascite che c’è stato in Colombia che è coinciso con il collasso della rete elettrica del 1992. È accaduto lo stesso anche a Zanzibar nel 2008, quando metà isola è rimasta senza elettricità per un mese. Un baby boom c’è stato anche a seguito della Seconda Guerra Mondiale.

La realtà parla di un drastico calo delle nascite.

Anche se i dati sembrano sottolineare che questi casi di “baby boom” siano questione reale, valutazioni oggettive relative alla situazione attuale portano tuttavia a pensare che il trend sarà quello opposto e che avremo, quindi, un calo drastico delle nascite.

I prospetti di un futuro prossimo, post isolamento (più che post-Covid, visto che ci si dovrà convivere) di difficoltà generale non fa che scoraggiare le persone a mettere al mondo dei figli.

I dati che avremo, però, non vanno interpretati come la volontà o meno delle coppie di procreare, poiché c’è un elemento che non si può non considerare: l’alta percentuale odierna delle gravidanze per fecondazione assistita.

Le attività della PMA, tuttavia, a momento sino a maggio, sono sospese e per questo è del tutto ovvio che i dati che avremo segneranno un – 4.500 nati. Questo quando si considereranno i dati a fine anno va preso di certo in considerazione, poiché non è frutto della volontà delle coppie di allargarsi, ma il risultato dei divieti in corso.

Certo è che in tutti i casi, indipendentemente dai numeri, tutti i nati a fine anno, che arriveranno approssimativamente come “regalo di Natale” in tante famiglie saranno frutto della speranza per un 2021 che non potrà essere che migliore di questo durissimo, per tutti, 2020.

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