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Curriculum, i 5 errori da non fare. I consigli delle aziende

di Warsamé Dini Casali |4 Dicembre 2014 10:37

Curriculum, i 5 errori da non fare. I consigli delle aziende

ROMA – Curriculum, i 5 errori da non fare. I consigli delle aziende. Sarà troppo lungo? Conoscenza inglese madrelingua non sarà un po’ esagerato? Compilare il proprio curriculum vitae può generare ansia: farlo per bene, però, inserendo le informazioni che servono, evitando inutili autocompiacimenti, si può. Basta evitare qualche errore, quelli che i recruiter aziendali segnano a matita rossa.

Invitati dall’Università Ca’ Foscari per la settima edizione del Career Day (ne dà conto l’edizione Lavoro de La Stampa), i recruiter di 30 aziende (Cameo, Toyota, P&G e H&M fra le altre) hanno elencato gli errori più ricorrenti, i passi falsi, le informazioni autolesioniste. Un catalogo ragionato dal quale si possono estrarre  i 5 errori che un candidato all’assunzione non deve fare.

Attenti alla sintesi del profilo. Il riepilogo delle proprie esperienze di formazione e professionali va fatto con grande accuratezza. E’ la prima cosa che guarda un recruiter (nel 78%): vuole vedere subito quali siano gli obiettivi professionali del candidato.

Non esagerate con le competenze. Nella valutazione del curriculum, le aziende (il 67%) preferisce che il candidato indichi competenze in linea con il ruolo offerto. Ma non esagerate: il 71% dei recruiter considera la sovrastima del proprio profilo un cattivo messaggio sulla propria persona e cestina. Fra l’altro, mandare un curriculum anche in russo o in cinese per far bella mostra della vostra padronanza della lingua è un segnale preciso per l’azienda: consideratevi già trasferiti verso le steppe.

Non mettete vostre fotografie in spiaggia o in discoteca. Non importa quanto siate fotogenici in quello scatto in riva al mare davanti a un magnifico tramonto: state cercando lavoro, un recruiter su quattro ritiene che una fotografia inadeguata al contesto pregiudica il buon esito della candidatura.

Occhio ai social network.  Un recruiter su 2 cerca informazioni anche sui social. Di preferenza Linkedin, ma capatine su Facebooks ono all’ordine del giorno. Occhio ai post: il recruiter va a caccia di giudizi inerenti all’azienda.

Non  presentate vesti grafiche sciatte. Un curriculum confezionato con una veste grafica personalizzata è apprezzato, è un buon biglietto da visita. Non c’è un a regola precisa. Va sfatato, per esempio, il mito secondo cui le aziende preferiscano l’Europass al tradizionale elenco cronologico.

 

 

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