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Valentina Nappi sul caso Weinstein: “Il mondo a luci rosse è un po’ più normale”

di FIlippo Limoncelli |21 Novembre 2017 15:50

Valentina Nappi

Valentina Nappi

ROMA – Valentina Nappi, nota attrice a luci rosse classe 1990, ha detto la sua al Corriere.it sul caso Weinstein, l’ex boss della Miramax al centro del ciclone per le numerose accuse pubbliche di aver molestato e aggredito sessualmente molte attrici ad Hollywood.

“Il caso Weinstein può essere uno spunto per discutere del rapporto fra “accesso alla carne femminile” e posizionamento sociale. Oggi dovremmo innanzitutto chiederci questo: “è bene, è giusto, è razionale, è utile che in una società avanzata il sesso femminile continui ad essere merce di scambio come in passato?” La risposta antisessista io credo debba essere “no”. Ma è illusorio pensare che il sesso femminile possa cessare di essere merce di scambio se persiste una situazione in cui c’è scarsa disponibilità (ciò che è risorsa scarsa è giocoforza merce di scambio, in un modo o nell’altro). Viceversa, se ci fosse disponibilità, se anche l’operaio (e non solo il ‘boss’ della situazione) avesse la possibilità di essere soddisfatto, allora meccanismi come quelli in gioco nel caso Weinstein perderebbero completamente ogni significato (che senso avrebbe usare la propria posizione per ottenere quello che tutti hanno a portata di mano?)”.

“Nel mondo del porno – ha concluso Valentina Nappi – il sesso è qualcosa di un po’ più normale, c’è più uguaglianza da questo punto di vista rispetto al resto del mondo, anche se comunque non c’è abbastanza uguaglianza. Ma perlomeno l’appetito sessuale femminile è riconosciuto e sdoganato, cosa che invece spesso non accade in altri ambienti. Ci sono femministe radicali, anche di un certo rilievo accademico, che hanno affermato che il sesso eterosessuale è sempre stupro, e moltissime altre pur non arrivando a tali estremi vanno pulsionalmente in tale direzione: queste idiozie nel porno per fortuna non esistono”.

 

 

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