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Autobiografia Totti: Nedved piagnone, ti faceva venire voglia di picchiarlo

di Redazione Blitz |27 Settembre 2018 19:01

Autobiografia Totti: Nedved piagnone, ti faceva venire voglia di picchiarlo (Ansa)

Autobiografia Totti: Nedved piagnone, ti faceva venire voglia di picchiarlo (Ansa)

ROMA – In coda a mezzanotte per acquistare l’autobiografia di Francesco Totti. Questa la scena davanti a una delle dodici librerie Mondadori Bookstore straordinariamente aperte fino alle 2.00 per offrire ai fan dell’ex capitano della Roma la possibilità di comprare il libro “Un capitano” scritto dal dirigente giallorosso assieme al giornalista Paolo Condò.

Nel punto vendita di Piazza Cola di Rienzo oltre cento persone hanno aspettato pazientemente di poter tenere tra le mani l’autobiografia e partecipare così al concorso per vincere un incontro esclusivo con Totti.

Dodici fortunati lettori infatti vinceranno l’ingresso alla serata che si terrà domani al Colosseo per presentare ufficialmente il libro, e a cui parteciperà l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, istituzione cui Totti e la casa editrice Rizzoli destineranno un contributo sotto forma di donazione per l’attività di assistenza e ricerca.

Per la realizzazione della serata Rizzoli si è inoltre impegnata a contribuire al restauro di 12 statue marmoree degli Orti Farnesiani all’interno del Parco Archeologico del Colosseo.

Totti: “Nedved è un piagnone ma era fortissimo”

Francesco Totti sfonda Nedved nella sua autobiografia. Dalla Gazzetta dello Sport: “Stringo i pugni e corro ad abbracciarlo, è un gol importante perché nei primi minuti la Repubblica Ceca – costretta a vincere per restare nel torneo – ci aveva aggredito con grande intensità. Quel giorno Nedved è in forma irresistibile, e mi costa dirlo perché in campo non l’ho mai sopportato: un piagnone allucinante, lo sfioravi e volava a dieci metri, ti faceva venire voglia di picchiarlo con le mani e ho detto tutto…”.

“Però era forte, mamma mia se era forte, e in quella gara di più, tanto che Buffon deve inventarsi tre o quattro parate di livello per tenerlo a bada. Dopo aver ribadito quanto mi stava sull’anima come calciatore, e confesso di non averglielo mai nascosto, devo invece dargli atto di essere stato molto carino con me la prima volta che ci siamo incontrati fuori ai sorteggi dei gironi di Champions di Montecarlo. È venuto lui da me – e il debuttante ero io – mi ha chiesto come mi sentissi subito dopo aver chiuso con il calcio giocato”.

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