Calcio, Serie A. Ultimo week end di paura. E squattrinato. Lunedì, salvo sorprese (improbabili), la Serie A voterà i termini finali dell’accordo con i “private”. Cioè con il consorzio dei tre fondi (CVC, Advent, Fsi) che daranno ai club 1,7 miliardi per l’acquisto della quota del 10%. In più ci saranno 1,2 miliardi di finanziamento disponibile per le squadre. Sono cifre importanti.
La svolta è storica. Basterà per salvare un circo spendaccione, questuante (nei confronti delle casse dello Stato), scialacquatore negli stipendi ai giocatori?
Scialacquatore tanto che il monte ingaggi è significativamente più alto di un buon 60% della media dei campionati forti d’Europa?
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è molto preoccupato. E dice: “I ricavi sono in caduta, bisogna cambiare “. Ma si possono dare 31 milioni a Ronaldo, 8 a De Ligt, 7,5 a Lukaku, 7 al 39enne Ibrahimovic con gli stadi chiusi e gli sponsor in fuga? Se non si fa chiarezza non si va da nessuna parte.
IL PRIMO PUNTO DEI PRIVATE: I DIRITTI ESTERI
La serie A spera che il nuovo partner aiuti nella vendita dei diritti tv. Il piatto piange , il “prodotto serie A” non affascina più come una volta. Il nostro calcio non può essere fuori dal mondo. La salvezza – siamo a questo punto – non può però essere cercata all’esterno. Anche se la cessione dei diritti internazionali del triennio 21-24 è incoraggiante. Si sono fatti avanti 49 soggetti (35 broadcaster e 14 agenzie di intermediari interessati a rivenderli). Come finirà?
AMAZON , OCCHIO LUNGO, VUOLE LA SERIE A DI CALCIO
Da lunedì prossimo all’asta per i diritti televisivi del nostro massimo torneo di calcio ci sarà (anche) il colosso dell’e-commerce. L’interesse del gruppo di Jeff Bezos (patrimonio stimato da Forbes di 185 miliardi di dollari) è notevole. Si è già aggiudicato un pezzo della torta Champions (le 16 migliori partite del mercoledì, fino alle semifinali). Non ancora noto quale pacchetto interessi. Ma è certo che sarà – dicono a Londra – semplicemente “chirurgico”. In Inghilterra Bezos ha registrato un exploit (la piattaforma Prime è arrivata solo nel 2019). Audience super e nuovi clienti. E pensare che la Premier era nel mirino di Apple, Google, Facebook, Netflix. Niente da fare, Jeff è il più svelto di tutti.
PROGETTO SUPERLEGA CALCIO STRONCATO SUL NASCERE
Il vecchio sogno di un torneo chiuso con 20 club di 5 Paesi (sarebbe la fine della Champions) è stato prontamente sventato con un super veto mondiale, FIFA e UEFA in testa. Saputo dell’incontro in settimana a Torino tra Andrea Agnelli e Florentino Perez (Real Madrid) – incontro votato alla necessità di costruire un futuro diverso ed una governance diversa – subito hanno redatto un documento durissimo, inequivocabile, financo vagamente minaccioso.
Bocciando il progetto simil NBA nel nome dei principi universali. Che sono: il merito sportivo, solidarietà, promozioni, retrocessioni, sussidiarietà. Il pronunciamento piovuto da Zurigo sottintende comunque un disagio diffuso. Il futuro del calcio è pieno di incognite e rogne. I soldi da soli non bastano.