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Derby alla Lazio, 3-2. Roma ancora rimontata, follia di De Rossi

di Emiliano Condò |11 Novembre 2012 17:08

Daniele De Rossi, protagonista in negativo del derby (Ansa)

ROMA – Una Lazio solida capace di fare gioco in modo concreto contro la solita Roma, efficace solo quando spinge ma imbarazzante in difesa. Alla fine il derby della capitale dice Lazio 3 Roma 2. Un punteggio giusto che arriva in rimonta, con la Roma che segna subito e come troppe volte accade in questa stagione, crolla quando subisce.

Quello dell’11 novembre è poi il derby che incorona Petkovic e lascia la Roma alle prese con due casi difficili da gestire. Il primo è quello di Daniele De Rossi, protagonista in negativo del derby con un pugno ad un avversario. Il secondo è quello di Miralem Pjanic, autore del secondo gol della Roma, condito da esultanza polemica verso chi, Zeman, lo ha tenuto di nuovo in panchina.

La partita. Zeman nell’occasione più importante sorprende tutti con la mossa da tanti desiderata ma meno attesa: fuori Tachsidis e De Rossi (quello che a detta del tecnico “sono nove anni che fa l’intermedio”) in cabina di Regia. De Rossi ricambierà la fiducia in modo pessimo, lasciando la squadra in 10 per una pugno imperdonabile proprio nel momento più difficile, quando la Lazio è appena passata in vantaggio. E con un tempo intero da giocare. Petkovic, invece, schiera la formazione attesa con cinque centrocampisti e Klose terminale offensivo.

Pronti via e la Roma batte allo stesso modo di Palermo con la squadra schierata modello football americano e tutti che scattano in avanti. Segno dell’intenzione dei giallorossi di giocare come l’allenatore gli chiede.

Dopo cinque minuti il primo colpo di scena: la Roma attacca sulla sinistra quando si spengono improvvisamente le luci. All’Olimpico diluvia e nonostante l’ora l’arbitro Rocchi ferma il gioco. Meno di cinque minuti e si ricomincia anche perché i giocatori spiegano all’arbitro che si vede.

Appena si riprende la Roma trova il gol. Sul corner di Totti Lamela irrompe di testa e batte Marchetti da distanza ravvicinata. La Lazio protesta per una spinta di Lamela su Lulic ma a rivedere l’azione sembra che i due si trattengano a vicenda.

Dopo il gol la pioggia si trasforma in diluvio e il diluvio spazza via la Roma che scompare dal campo. La Lazio lentamente guadagna campo e pur senza costruire occasioni colossali schiaccia la Roma che non riesce a ripartire. Il campo favorisce le mischie e i calci piazzati. Ci provano prima Hernanes e Konko ma il pari, meritato, arriva al minuto 34, ed è un primo omaggio della difesa svagata della Roma: Hernanes  conquista un calcio di punizione dai 25 metri. Sul pallone va Candreva che tira fortissimo e centrale. Goicoechea buca l’intervento e la Lazio pareggia.

Solo a quel punto la Roma dà segnali di risveglio ma rischia in contropiede quando Klose tutto solo spara alto. Al 42′, però, la Lazio ribalta la partita: percussione sulla destra di Hernanes, cross basso, buco dei centrali della Roma e Klose, stavolta, sotto porta non perdona.

Il primo tempo sembra destinato ad andare in archivio così e invece al peggio, almeno per la Roma, non c’è mai fine. Al minuto 44 va in scena la follia di De Rossi in versione pugile: al limite dell’area laziale prima si strattona con Mauri e poi gli rifila un pugno. Rocchi vede e non può che espellere il vice  capitano che esce tra i fischi anche di parte dei suoi tifosi. Inevitabile che il pugno di De Rossi diventi tema di approfondimento settimanale, di calciomercato e non solo.

La Roma quindi va al riposo sotto di un gol e di un uomo. Teoricamente è partita ancora aperta, in pratica la Lazio per chiuderla ci mette un minuto. Ma ancora una volta il gol del 3-1 è un’omaggio della difesa della Roma. Nello specifico è Piris autore di un assist grottesco, con la testa, per Mauri che tutto solo al centro dell’area ha il tempo di stoppare e piazzare alle spalle di Goicoechea.

A quel punto la Roma sbanda e rischia di incassare la goleada. La Lazio, però, rallenta e Zeman (che nell’intervallo aveva sostiutito Lamela mettendo in campo Tachsidis) ridisegna i giallorossi in modo più prudente inserendo Pjanic per Totti. Proprio Pjanic a 5 dalla fine ridà speranza alla Roma beffando Marchetti (errore grave come quello di Goicoechea) con una punizione da lontanissimo. Subito prima del gol anche la Lazio era rimasta in 10 per un fallo di mano di Mauri, già ammonito.

Ci sarebbero cinque minuti di recupero ma la Roma proprio nel momento della spinta pasticcia. Fino all’ultimo istante quando Marquinho dà l’illusione ottica del gol. Sarebbe stato troppo, la Lazio ha meritato la vittoria.

 

 

 

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