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Serie A: Juventus, Napoli e Lazio in cima. La Roma ha battuto l’Inter

di admin |2 Settembre 2012 23:23

Due vittorie su due gare giocate per la Juventus di Carrera (LaPresse)

 Serie A, seconda giornata – Juventus, Napoli e Lazio  a punteggio pieno. Prima vittoria per la Roma di Zeman che ha espugnato il campo dell’Inter. Successi anche per Catania, Parma e Sampdoria. Pareggiano Cagliari ed Atalanta.

Juventus senza fine.  Dopo il successo contro il Parma all’esordio in campionato, i bianconeri non concedono nemmeno sconti all’Udinese, travolgendola 4-1 al Friuli. Una vittoria netta e che conferma la forza della squadra campioni d’Italia, per la quale si prospetta un altro campionato da protagonista.

E il tandem Carrera-Conte può sorridere anche per la prova di Sebastian Giovinco, finalmente decisivo con la maglia bianconera: la ‘Formica Atomica’ si procura il rigore del vantaggio e timbra una doppietta, sotto gli occhi di Roberto Di Matteo, accorso ad Udine per spiare i prossimi avversari in Champions League.

Francesco Guidolin può recriminare per esser stato costretto a vedere la sua squadra giocare in dieci uomini dal 13′ del primo tempo. L’arbitro Valeri decide per il rosso al portiere di casa Brkic per l’intervento falloso in uscita su Giovinco. Episodio da rivedere alla moviola. L’unica certezza è che Vidal riesce a farsi perdonare l’errore dal dischetto contro il Parma, portando in vantaggio i suoi con una trasformazione perfetta.

Prima dell’intervallo i tempi sono già maturi per il raddoppio: palla bassa del grande ex Asamoah dalla sinistra, ‘buco’ di Armero e piatto preciso di Vucinic. 2-0 per la Juventus e risultato già in cassaforte. Nella ripresa del Friuli sale in cattedra Giovinco. L’ex fantasista del Parma è bravo al 9′ a ribadire in rete sulla ribattuta di Padelli, impegnato a sbarrare la strada al sinistro di Marchisio.

Il poker è firmato ancora dalla ‘Formica Atomica’ con un gran diagonale dalla distanza. Partita chiusa e gioco saldamente in mano alla squadra di Carrera. Salva l’onore dell’Udinese il sinistro vincente di Lazzari al 34′.

Un gol che non può certo consolare Guidolin, chiamato a risollevare una squadra in crisi d’identità dopo la sconfitta all’esordio con la Fiorentina e l’eliminazione in Champions League ad opera del Braga. Solo sorrisi invece in casa Juventus: Conte non poteva sperare in un inizio di campionato migliore.

Seconda vittoria in due giornate, e il Napoli di Mazzarri va al riposo per la pausa della nazionali condividendo con la Juve, oltre che con la Lazio, la testa della classifica. Il 2-1 del San Paolo, su un terreno di gioco devastato da un fungo, e’ una vittoria importante per il Napoli che da’ l’esatta dimensione della maturita’, oltre che della solidita’, raggiunta dalla squadra di Mazzarri.

La Fiorentina e’ un signor avversario, al quale manca probabilmente soltanto un vero finalizzatore. E non e’ un caso che il gruppo di Montella metta per lunghi tratti della gara in dificolta’ gli azzurri. La vittoria in simili e particolarmente difficili circostanza lascia capire che il Napoli e’ davvero una squadra quadrata.     Nel primo tempo e’ la Fiorentina ad impressionare piu’ favorevolmente. I viola sembrano complessivamente meglio organizzati e sfruttano molto piu’ di quanto non riesca a fare il Napoli le fasce laterali del terreno di gioco.

A destra Cuadrado spinge in continuazione e costringe Zuniga a fare piu’ il difensore che il centrocampista. Stessa sorte tocca sul versante opposto a Maggio che soffre le iniziative di Pasqual. La squadra di Montella e’ anche piu’ propositiva nella zona centrale del campo dove Borja Valero, Pizarro e Romulo prevalgono su Dzemaili, Behrami ed Hamsik. Se la partita non si sblocca nella prima frazione di gioco lo si deve all’attenzione con la quale le due difese fanno da argine dinnanzi alle rispettive porte.

Nella Fiorentina El Hamdaoui e’ piu’ attivo di Jovetic e dalla parte opposta Insigne, fresco di convocazione nella Nazionale di Prandelli, si fa apprezzare per un paio di incursioni che seminano il panico nella retroguardia dei toscani.     Nella ripresa la mossa vincente di Mazzarri consiste nel ‘ripescaggio’ dalla panchina di Inler che sostituisce Behrami. Il Napoli ritrova come per incanto i suoi equilibri e la squadra riesce a spingere in attacco ed a tenere gli avversari piu’ schiacciati nella loro meta’ campo di quanto non fosse accaduto nella prima parte della gara.

I gol nascono per fatti abbastanza casuali e su calci da fermo. In entrambe le occasioni c’e’ lo zampino di Lorenzo Insigne dai cui piedi partono le azioni decisive. Sulla prima c’e’ la deviazione di Borca Valero che anticipa nella sua rete Hamsik, la seconda e’ una respinta dall’angolo del neoazzurro che Dzemaili insacca rasoterra.

La Fiorentina reagisce bene nel finale e soprattutto sopo l’ingresso in campo di Ljajic mette in difficolta’ il Napoli. Jovetic con un gol dei suoi dimezza lo svantaggio, ma non c’e’ piu’ tempo per raddrizzare la partita.

La Lazio aggancia prepotentemente  Juve e Napoli in vetta alla classifica, superando di slancio (3-0) un modestissimo Palermo, fermo a zero punti e atteso da un campionato da ‘lacrime e sangue’. Conquistare la salvezza sara’ molto dura per i rosanero, reduci da un calciomercato deprimente: la Lazio, invece, si conferma squadra solida, pratica, essenziale, ben messa in campo, in grado di produrre gioco in ogni zona del rettangolo di gioco e con uno stoccatore implacabile come Miro Klose, stasera autore di una doppietta.

Solo con un ipotetico calcolo a medio termine si potranno concretamente valutare le capacita’ della squadra di Petkovic che – non va dimenticato – dovra’ pure rapportarsi con la ‘scomodita’ logistica (perche’ si gioca giovedi’), non certo agonistica, dell’Europa league, ma anche con la varieta’ di un una rosa che, a lungo andare, potrebbe creare problemi di equilibri all’interno dello spogliatoio.

O forse no. Dipendera’ dai risultati. Certo, sei punti in due partite rappresentano una bella iniezione di fiducia per un ambiente che, dopo l’arrivo di Zeman sull’altra sponda del Tevere, era apparso depresso.    Il primo tempo offre pochi spunti, sebbene il ritmo si mantenga abbastanza alto e la partita risulti tutto sommato gradevole. Normale che la Lazio osi di piu’ e che il Palermo  cerchi di coprirsi (spesso Miccoli si ritrova a fare il centrocampista e, in un paio di occasioni, anche il terzino!), per limitare i danni e togliere magari respiro alla manovra dei padroni di casa, che fanno girare molto il pallone e si mantengono quasi costantemente nella meta’ campo dei rosanero. Petkovic aveva chiesto ai suoi di assumere il comando delle operazioni, quando giocano nell’Olimpico, dove il ”dominio – parole dell’allenatore bosniaco – deve essere assoluto, indiscutibile”.

La squadra lo accontenta in parte, manca pero’ la stoccata finale, che arriva solo al 39′, grazie a Klose che capitalizza un paio di errori (uno imbarazzante di Giorgi, l’altro ingenuo di Cetto) della retroguardia del Palermo, e firma il vantaggio a pochi metri da Ujkani, con una girata da attaccante vero. Fino ad allora si era assistito a due conclusioni di Hernanes (alta) e Ledesma, a un tiraccio di Bertolo (fuori). Al 28′ Miccoli era riuscito a trovare il varco giusto, approfittando di un leggero sbandamento difensivo della Lazio, e a mettere Bertolo nelle condizioni di trovarsi solo davanti a Marchetti: un’efficace diagonale di Lulic evita il peggio. Giorgi, prima del rinvio che innesca l’azione del gol della Lazio, si era immolato su una conclusione potente di Hernanes; Cetto, al 32′, aveva salvato quasi sulla linea dopo un’incursione – con relativa debole conclusione – di Konko.

La ripresa si apre con un colpo di testa di Biava che crea lo scompiglio nell’area di porta del Palermo, con Ujkani a caccia di un pallone impazzito, sulla successiva mischia, Mauri e ancora Biava non riescono a indirizzare verso la porta.

La Lazio impiega poco a chiudere i conti e intascare tre punti meritati: ci pensa Candreva a firmare il raddoppio, con una gran conclusione che sorprende Ujkani dai 22 metri, poi va sotto la curva nord e bacia la maglia. Klose nel finale cala il tris, approfittando di una dormita di Von Bergen. Cosi’, l’unica brutta notizia della serata per i tifosi laziali arriva da San Siro.

L’allievo non è riuscito a superare il maestro. Il giovane Andrea Stramaccioni si inchina al veterano Zdenek Zeman nella supersfida della seconda giornata di Serie A: la Roma batte nettamente 3-1 l’Inter e lancia la sfida alla Juventus. I nerazzurri, reduci dalla bella vittoria all’esordio con il Pescara, subiscono una lezione di calcio e tornano sulla terra, pagando la poca concretezza e un netto calo fisico nella ripresa.

La gara è bellissima e non tradisce le attese. Al 16′ passa la Roma. A sbloccare il risultato è Florenzi, che con un perfetto colpo di testa insacca sul cross di Totti dalla sinistra. Al 28′ De Rossi è costretto ad alzare bandiera bianca per una botta alla gamba destra: a rischio la chiamata alla convocazione in Nazionale per le qualificazioni ai Mondiali 2014. Azzurri che non avranno in gruppo Cassano, autore del pareggio nerazzurro al 46′ con una bella girata: ma sulla conclusione del barese è decisiva la deviazione di Burdisso: Stekelenburg nulla può.

Nella ripresa è costretto ad uscire in anticipo anche Balzaretti per un infortunio alla coscia. Col passare dei minuti l’Inter cala, la Roma estende il suo dominio e passa ancora in vantaggio: a mandare in delirio i tifosi giallorossi è Osvaldo, che al 22′ s’invola su lancio di Totti e batte di pallonetto Castellazzi.

Marquinho chiude definitivamente la partita al 36′, controllando il cross di Osvaldo e battendo il portiere nerazzurro da angolazione strettissima. Nel finale espulso Osvaldo per doppia ammonizione, ma il risultato non cambia più. Da San Siro il messaggio alla Juventus è chiaro: la Roma di Zeman c’è e può fare paura.

Senza le penalizzazione di un punto, sarebbe a punteggio pieno anche la Sampdoria di Ciro Ferrara. I blucerchiati, vittoriosi all’esordio a San Siro contro il Milan, concedono il bis battendo il Siena 2-1: è il volto nuovo dei doriani Maxi Lopez a firmare il vantaggio. Vergassola illude i toscani firmando il pareggio al 17′ della ripresa, Gastaldello sigla la rete della vittoria al 23′. I bianconeri chiudono l’incontro in dieci per il rosso a Felipe.

Non avra’ ancora Amauri, fermato da un problema muscolare, e non avra’ pescato negli ultimi giorni di mercato la punta che i tifosi attendevano, ma il Parma in attacco ha dimostrato stasera di avere gia’ il suo goleador. Contro il Chievo, partita di poche emozioni, gli applausi sono stati soprattutto per Ishak Belfodil, ex Bologna, al suo primo gol in Italia.

Al 32′ del primo tempo il franco-algerino ha sbloccato il risultato con un colpo di testa da manuale del calcio. Sul cross di Galloppa, teso sul primo palo, l’attaccante ha lasciato sul posto Cesar e anticipato Sorrentino, un movimento degno del miglior Alberto Gilardino, l’uomo che ha preso ‘virtualmente’ il suo posto nel Bologna di Stefano Pioli. Al Parma sarebbe anche bastato cosi’ ma nel finale, a chiudere l’incontro, ci ha pensato Aleandro Rosi, arrivato in Emilia dopo avere rescisso il contratto con la Roma, a mettere in rete su assist di Biabiany.

Due reti, e una vittoria, meritate per il Parma. Al Tardini si e’ tirato poco ma il Chievo, soprattutto nel pt, e’ stato spesso a guardare. Di Carlo poi ha preferito lasciare in panchina Di Michele schierando un 4-3-2-1 con Cruzado e Thereau alle spalle di Pellissier, troppo poco per la difesa del Parma. Meglio nella ripresa, con Di Michele e Moscardelli, ma Paletta e compagni sono riusciti a contenere; stessa cosa per gli emiliani a centrocampo per Valdes, uomo ovunque, che ha smistato decine di palloni sia sulla fascia destra, dove questa volta c’era Biabiany, che in avanti dove al fianco di Belfodil c’era Pabon, meno brillante del compagno di reparto.

Pabon nel pt ci ha anche provato dalla distanza in un paio di occasioni ma sempre lontano dalla porta di Sorrentino. Piu’ efficace al 7′ Galloppa, su servizio in area di Parolo, ma la conclusione e’ finita alta e al 14′ Parolo che ha impegnato il portiere avversario grazie anche a una deviazione involontaria di Guana. Poi la rete, minuto 32′, iniziata magistralmente in mezzo al campo da Valdes che si e’ liberato di due avversari, il tocco sulla sinistra per Galloppa e l’incornata di Belfodil. Per il Chievo nulla se non al 39′ un contatto in area di Thereau con Paletta; l’arbitro Massa (sotto gli occhi attenti di Braschi) non ha avuto dubbi ed ha lasciato correre.

Nella ripresa il Chievo e’ partito invece forte e al 4′ ha sprecato la vera grande occasione per pareggiare. Approfittando di un contropiede Luciano ha servito in area Thereau ma il francese, solo davanti a Mirante, ha messo clamorosamente alto. Le sfuriate clivensi sono proseguite con una conclusione al 14′ di Cruzado, anche questa altissima. In mezzo il tentativo di Biabiany, fuori misura, accompagnato dall’ingresso di Palladino al posto di Pabon.

Di Carlo invece ha gettato, finalmente, nella mischia Di Michele, nel disperato tentativo di dare piu’ forza al suo attacco. La mossa e’ stata efficace, anche se e’ toccato a Pellissier, prima di lasciare il campo a Moscardelli, fare paura alla porta avversaria con una staffilata che ha costretto Mirante a una super deviazione in angolo.

Era il 23′ e Donadoni, per non rischiare ancora, ha preferito proteggersi con Morrone al posto di Parolo e Rosi per l’uomo partita Belfodil. Nel Chievo e’ toccato invece a Marco Rigoni per Luciano tentare il tutto per tutto ma nel finale e’ stato il Parma a pungere in contropiede.

Al 41′ Biabiany, velocissimo sulla fascia, non ha avuto avversari e il suo tocco al centro e’ stato depositato in rete da Rosi, giusta staffetta con chi aveva sostituito pochi minuti prima. E’ stato il 2-0 finale e per il Parma sono arrivati i primi tre punti della stagione.

Luna-park Catania, con i rossazzurri non ci si annoia. Quattro gol nel pari d’esordio a Roma, cinque nel debutto interno con il Genoa. Ma se all’Olimpico gli etnei erano tornati negli spogliatoi amareggiati per la vittoria sfumata d’un soffio, stavolta la formazione di Maran accoglie a braccia levate il triplice fischio dell’arbitro festeggiando un risultato pieno fortemente cercato e ottenuto in un finale di gara ricco di emozioni. Gioca e lascia giocare, il Catania.

Identità chiara, che dà continuità al buon lavoro svolto nella scorsa stagione. Un atteggiamento propositivo che alla lunga viene esaltato dalla doppietta di Bergessio, bomber di grande generosità che capovolge le sorti dell’incontro con un terribile uno-due in tre minuti, e dal sinistro fatato di Lodi, confermatosi per l’ennesima volta specialista dei calci da fermo.  Il Genoa ci resta male dopo essere andato a segno per primo e aver acciuffato i padroni di casa a una manciata di minuti dallo scadere, ma nel complesso costruisce meno degli avversari, anche se solo la prontezza di Andujar e una traversa fermano i tentativi di Borriello e Sampirisi pochi istanti prima della fine.

L’intero primo tempo è la sintesi perfetta di una delle regole più antiche del calcio: una squadra attacca e spreca, l’altra ne approfitta e colpisce alla prima occasione. Il Catania mantiene a lungo l’iniziativa costruendo almeno sette chiare occasioni da gol, ma sbaglia in lungo e in largo: Bergessio e Almiron (due volte a testa) e Barrientos non trovano il bersaglio per pochi centimetri, Gomez vede il suo rasoterra bloccato da Frey e Lodi, da ottima posizione, subisce la chiusura provvidenziale in scivolata di Antonelli.  Gli etnei non passano, il Genoa sì. Appena può.

E’ Vargas, ex di turno e nuovo acquisto rossoblù buttato subito nella mischia da De Canio, ad avviare l’azione giusta: il peruviano va via ad Alvarez sulla sinistra, e mette in mezzo un pallone raccolto da Immobile e girato sottomisura a Kucka, che appoggia a porta vuota.

I rossazzurri provano a insistere nella ripresa, peccando però di lucidità nella rifinitura dell’azione. Maran perde Almiron rimpiazzandolo con Castro e il nuovo entrato, bravo nel dare vivacità alla manovra, ci prova subito con una conclusione alta. Il Genoa, che tenta un paio di sortite offensive con Immobile, pensa che il peggio sia passato, ma ci pensa Bergessio a ribaltare la partita in tre minuti.

Il bomber argentino pareggia i conti raccogliendo un’imbeccata di Castro sul filo del fuorigioco e poi completa l’opera con un colpo di testa in perfetta solitudine su corner di Gomez.  De Canio gioca la carta Borriello, ma a renderlo felice è Jankovic, che da venti metri indovina la stoccata vincente.

Il pari, a questo punto, sembra cosa fatta. Col Catania, però, non si sa mai. E’ Lodi, con una punizione delle sue, a fare esplodere il Massimino battendo Frey dal limite. Nel recupero, a schemi ormai saltati, il Genoa ha altre due ottime occasioni per il 3-3, ma Andujar salva il risultato opponendosi a Borriello dalla breve distanza e a un colpo di testa di Sampirisi deviato sulla traversa.

Esordio senza vittoria per il Cagliari nel nuovo stadio di Is Arenas, a Quartu Sant’Elena, ma visto come si erano messe le cose nel finale, questo 1-1 rimediato con un gol al 90′ del neo entrato Ekdal deve essere comunque accettato come un risultato positivo.

Anche perche’ lo svedese ha evitato una beffa clamorosa: non solo l’Atalanta ha giocato con l’uomo in meno per piu’ di un’ora, ma i rossoblu’ sono riusciti a fallire ben due calci di rigore nel giro di sette minuti. Protagonista assoluto del match che ha inaugurato la nuova era del Cagliari non piu’ al Sant’Elia ma nella vicina Quartu (terza citta’ della Sardegna per numero di abitanti a poca distanza dal capoluogo) il portiere atalantino Consigli, che ha parato due rigori, prima a Larrivey e poi a Conti nel giro di pochi minuti.

Il portiere nerazzurro, pero’, nella ripresa ha dovuto lasciare il campo in barella per un brutto scontro di gioco con il compagno Stendardo che lo ha involontariamente colpito con una ginocchiata.    Non e’ stata una bella partita, disputata senza il pubblico a causa della mancata agibilita’ del nuovo impianto, ancora in fase di ristrutturazione. Ma i tifosi si sono fatti sentire ugualmente, incitando la squadra dall’esterno.

Per una curiosa coincidenza era stata proprio l’Atalanta a disputare contro i rossoblu’ l’ultima partita al Sant’Elia, prima dell’esilio a Trieste. E dai nerazzurri si e’ ripartiti in questo che e’ il quinto stadio nella storia del Cagliari.    Gara subito in salita per l’Atalanta, che prima perde una delle pedine piu’ importanti, Schelotto, toccato duro da Pisano e uscito per infortunio dopo un quarto d’ora, e poi Peluso, espulso per doppia ammonizione dopo aver causato, gia’ ammonito, il secondo rigore per i padroni di casa atterrando in area Ibarbo.

Il Cagliari parte a spron battuto e gia’ prima di procurarsi i due rigori falliti, va alla conclusione con Ibarbo (9′) e Thiago Ribeiro (16′). L’Atalanta arranca e rischia di andar subito sotto: al 20′ Manfredini si oppone in scivolata ad un tiro dal limite di Ribeiro e devia con un braccio.

Per Peruzzo e’ rigore e giallo per il difensore, nonostante le proteste degli ospiti. Dal dischetto, pero’, Larrivey sciupa calciando debolmente sulla sinistra di Consigli che e’ bravo a distendersi e parare.  Passano sette minuti e Peluso, gia’ ammonito, frana in area sullo scatenato Ibarbo. Ancora rigore e ancora giallo per il difensore, che lascia l’Atalanta in dieci dopo meno di mezz’ora. Dal dischetto stavolta si presenta capitan Conti che pero’ si fa ipnotizzare dall’ottimo Consigli che para, stavolta sulla destra, il secondo rigore nel giro di sette minuti.

Ma l’Atalanta in dieci resiste per tutto il primo tempo. Grazie al doppio miracolo di Consigli e ad un’attenta disposizione difensiva, nonostante l’inferiorita’ numerica. Colantuono, dopo l’espulsione di Peluso, arretra il neo entrato Raimondi sulla linea della difesa e lascia invariato il modulo.

Nella ripresa gli ospiti tentano anche qualche sortita in avanti e prendono coraggio vista la sterilita’ offensiva dei padroni di casa, capaci solo di un possesso palla infruttuoso. Ficcadenti allora tenta la carta Cossu, tenuto inizialmente in panchina a causa di un attacco febbrile in giornata. Il fantasista rossoblu’ entra al posto di Perico, con l’arretramento di Dessena.

Il Cagliari e’ sbilanciato e ne paga le conseguenze: al 36′ una punizione-cross dalla destra di Cigarini attraversa tutta l’area e schizza sui piedi di Denis che, sul filo del fuorigioco, insacca da due passi.

Clamorosamente sotto di un gol nonostante la superiorita’ numerica, Ficcadenti nel finale tenta il tutto per tutto, inserendo Ekdal e Nene’. E sono proprio i deu nuovi entrati a confezionare il gol del pareggio, giunto al 45′. Cossu, su corner dalla destra, pennella al centro dell’area dove il brasiliano spizzica di testa per lo svedese che insacca con un tocco di destra.

I tabellini di tutte le partite della seconda giornata.

UDINESE-JUVENTUS 1-4 Vidal su rigore al 15′ (J), Vucinic 44′ (J), Giovinco 56′ e 72′ (J), Lazzari 77′ (U).
Udinese (3-5-2): Brkic; Benatia, Danilo, Domizzi; Basta, Pinzi, Pereyra, Lazzari, Armero; Fabbrini, Di Natale.
A disp.: Padelli, Heurtaux, Coda, Angella, Gabriel Silva, Pasquale, Faraoni, Willians, Allan, Muriel, Barreto, Maicosuel. All.: Guidolin
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Badu

Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Giovinco, Vucinic
A disp.: Storari, Branescu, Marrone, Caceres, De Ceglie, Pogba, Giaccherini, Matri, Quagliarella. All.: Carrera
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Pepe, Lucio, Padoin

INTER-ROMA 1-3 Florenzi 16′ (R), Cassano 47′ (I), Osvaldo 68′ (R), Marquinho 86′ (R).
Inter (4-3-2-1): Castellazzi; Zanetti, Silvestre, Ranocchia, Pereira; Guarin, Gargano, Cambiasso; Sneijder, Cassano; Milito.
A disp.: Belec, Cincilla, Nagatomo, Juan Jesus, Samuel, Duncan, Jonathan, Coutinho, Palacio, Livaja. All.: Stramaccioni.
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Mariga, R. Alvarez, Chivu, Obi, Stankovic, Mudingayi, Handanovic

Roma (4-3-3): Stekelenburg; Piris, Burdisso, Castan, Balzaretti; Florenzi, De Rossi, Tachsidis; Destro, Osvaldo, Totti.
A disp.: Lobont, Marquinhos, Romagnoli, Marquinho, Pjanic, Taddei, Lopez, Lamela, Tallo. All.: Zeman
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Dodò, Bradley, Perrotta

NAPOLI-FIORENTINA 2-1 Hamsik 54′ (N), Dzemaili 73′ (N), Jovetic 87′ (F). 
Napoli (3-5-1-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Britos; Maggio, Behrami, Inler, Hamsik, Zuniga; Insigne; Cavani
A disp.: Rosati, Colombo, Fernandez, Gamberini, Grava, Aronica, Mesto, Donadel, Dzemaili, El Kaddouri, Vargas. All.: Mazzarri
Squalificati: Dossena (1), Pandev (1)
Indisponibili: nessuno

Fiorentina (3-5-2): Viviano; Roncaglia, G. Rodriguez, Tomovic; Cassani, Pizarro, Borja Valero, Aquilani, Pasqual; Ljajic, Jovetic
A disp.: Neto, Lupatelli, Hegazy, Camporese, Seferovic, Migliaccio, Olivera, Cuadrado, Llama, Romulo, Fernandez, El Hamdaoui. All.: Montella
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Della Rocca

CAGLIARI-ATALANTA 1-1 Denis 81′ (A), Ekdal 88′ (C). 
Cagliari (4-3-3): Agazzi; F. Pisano, Rossettini, Astori, Avelar; Dessena, Conti, Nainggolan; Thiago Ribeiro, Pinilla, Cossu.
A disp.: Avramov, Perico, Ariaudo, Ekdal, Eriksson, Casarini, Larrivey, Ibarbo, Nenè. All.: Ficcadenti.
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Camilleri, Sau

Atalanta (4-4-1-1): Consigli; Bellini, Stendardo, Manfredini, Brivio; Schelotto, Cigarini, Biondini, Bonaventura; Moralez; Denis.
A disp.: Frezzolini, Polito, Lucchini, Raimondi, Matheu, Ferri, Cazzola, Peluso, Troisi, Parra, De Luca. All.: Colantuono.
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Marilungo, Capelli, Radovanovic, Carmona, F. Pinto, Scozzarella

CATANIA-GENOA 3-2 Kucka 28′ (G), Bergessio 69′ e 71′ (C), Jankovic 78′ (G), Lodi 87′ (C).
Catania (4-3-3): Andujar; Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese; Biagianti, Lodi, Almiron; Barrientos, Bergessio, Gomez
A disp.: Frison, Terracciano, Spolli, Rolin, Capuano, Salifu, Sciacca, Izco, Ricchiuti, Castro, Morimoto, Doukara. All.: Maran
Squalificati: nessuno
Indisponibili: nessuno

Genoa (4-3-3): S.Frey; Sampirisi, Granqvist, Canini, Antonelli; Kucka, Seymour, Merkel; Jankovic, Immobile, Jorquera.
A disp.: Tzorvas, Moretti, Piscitella, Bertolacci, Ferronetti, Toszer, Bovo, Anselmo, Stillo, Borriello, Vargas. All.: De Canio.
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Marco Rossi

LAZIO-PALERMO 3-0 Klose 39′ e 85′ (L), Candreva 55′ (L)
Lazio (4-5-1): Marchetti; Konko, Biava, Dias, Lulic; Candreva, Gonzalez, Ledesma, Hernanes, Mauri; Klose.
A disp.: Bizzarri, Diakite, Scaloni, Cavanda, Ciani, Onazi, Ederson, Rocchi, Zarate, Kozak, Floccari. All.: Petkovic
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Stankevicius, Brocchi, Radu, Cana

Palermo (4-4-2): Ujkani; Pisano, Von Bergen, Cetto, Garcia; Giorgi, Kurtic, Barreto, Bertolo; Miccoli, Ilicic.
A disp.: Benussi, Munoz, Viola, Morganella, Milanovic, Labrin, Sanseverino, Donati, Rios, Budan, Hernandez, Dybala. All.: Sannino.
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Zahavi, Brienza, Mantovani

PARMA-CHIEVO 2-0 Belfodil 38′ (P), Rosi 85′ (P). 
Parma (3-5-2): Mirante; Zaccardo, Paletta, Lucarelli; Rosi, Parolo, Valdes, Galloppa, Biabiany; Belfodil, Pabon
A disp.: Pavarini, Bajza, Fideleff, Benalouane, Acquah, Gobbi, Musacci, Morrone, Ninis, Palladino, Pellè. All.: Donadoni
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Amauri, Santacroce, Sansone

Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Sardo, Dainelli, Cesar, Jokic; Luciano, L. Rigoni, Hetemaj; Thereau; Di Michele, Pellissier.
A disp.: Squizzi, Frey, Papp, Morero, M.Rigoni, Vacek, Farkas, Guana, Cruzado, Cofie, Moscardelli, Stoian. All.: Di Carlo.
Squalificati: nessuno
SAMPDORIA-SIENA 2-1 Maxi Lopez 47′ (SA), Vergassola 63′ (SI), Gastaldello 70′ (SA).
Sampdoria (4-3-3): Romero; Berardi, Gastaldello, Rossini, Costa; Obiang, Maresca, Poli; Estigarribia, Maxi Lopez, Eder
A disp.: Berni, Falcone, Castellini, De Silvestri, Krsticic, Soriano, Tissone, Mustafi, Renan, Munari, Icardi, Pozzi. All.: Ferrara
Squalificati: Da Costa (1 ottobre 2012)
Indisponibili: Juan Antonio

Siena (3-5-1-1): Pegolo; Neto, Felipe, Contini; Mannini, Vergassola, D’Agostino, Valiani, Del Grosso; Bogdani, Calaiò
A disp.: Farelli, Campagnolo, Paci, Rubin, Dellafiore, Verre, Coppola, Angelo, Sestu, Paolucci, Rosina, Zé Eduardo. All.: Cosmi
Squalificati: Larrondo (3 mesi), Vitiello (4 anni), Terzi (3 anni e 6 mesi), Belmonte (6 mesi)
Indisponibili: Bolzoni, Parravicini.

La classifica del campionato dopo la seconda giornata. 

1. Juventus 2 2 0 0 6:1 6

2. Napoli 2 2 0 0 5:1 6

3. Lazio 2 2 0 0 4:0 6

4. Sampdoria 2 2 0 0 3:1 5

5. AS Roma 2 1 1 0 5:3 4

6. Catania 2 1 1 0 5:4 4

7. Torino 2 1 1 0 3:0 3

8. Genoa 2 1 0 1 4:3 3

9. Inter 2 1 0 1 4:3 3

10. AC Milan 2 1 0 1 3:2 3

11. Fiorentina 2 1 0 1 3:3 3

12. Parma 2 1 0 1 2:2 3

13. Chievo 2 1 0 1 2:2 3

14. Cagliari 1 0 0 1 0:2 0

15. Udinese 2 0 0 2 2:6 0

16. Bologna 2 0 0 2 1:5 0

17. Pescara 2 0 0 2 0:6 0

18. Palermo 2 0 0 2 0:6 0

19. Atalanta 1 0 0 1 0:1 -2

20. Siena 2 0 1 1 1:2 -5.

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