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Genoa trionfa nel derby della Lanterna: 3-0 alla Sampdoria

di admin |15 Settembre 2013 23:15

I tifosi del Genoa (LaPresse)

ROMA – Terza giornata del campionato italiano di calcio di Serie A.  Riflettori sul derby della Lanterna

SAMPDORIA-GENOA 0-3, gol: Luca Antonini 9′ (G), Emanuele Calaiò 50′ (G) e Francesco Lodi 66′ (G).

Tre gol di tre esordienti in maglia rossoblù regalano al Genoa una vittoria nel derby contro la Sampdoria che mancava da due anni.

Primo successo in carriera da allenatore per Fabio Liverani sulla panchina del Grifone in Serie A; tre punti che arrivano  nell’occasione più sentita e più voluta: la sfida ai cugini della Samp.

Luca Antonini, Emanuele Calaiò e Ciccio Lodi scacciano i fantasmi dell’ultimo posto in classifica e rilanciano le amibizioni genoane. Deludente la Sampdoria, quasi mai pericolosa e apparsa a  tratti anche sfiduciata.

Basti pensare che il primo vero tiro dei blucerchiati arriva a due minuti dal 90′ con il neoentrato Sansone. Tribuna grandi firme a Marassi, dal ct Prandelli agli emissari di grandi club europei. Un temporale caduto su Genova nel tardo pomeriggio, però, mette a rischio la disputa della partita. La clemenza di Giove pluvio e l’ottimo lavoro degli addetti al campo fanno sì che lo spettacolo possa andare in scena.

Una prodezza dell’ex di turno Luca Antonini dopo nove minuti consente al Genoa di incamerare il derby sui binari giusti. Il terzino, all’esordio in maglia rossoblu, non segnava da 3 anni e mezzo, ma non si direbbe visto il gran destro al volo con cui fulmina Da Costa, su cross di Biondini.

I grifoni  giocano una gara molto attenta e pudente, chiudendo tutti gli spazi a una Samp con poche idee e dipendente esclusivamente dalle iniziative di Obiang a centrocampo, Eder e Gabbiadini. I due attaccanti però ci provano soltanto con dei tentativi da fuori area che non mettono in difficoltà un attento Perin. La sapiente regia di Lodi consente al Genoa di disimpegnarsi e provare ad innescare un Gilardino nervoso che nel finale si fa anche ammonire.

L’avvio di ripresa sembra una fotocopia del primo, con il Genoa che al primo affondo trova il gol del raddoppio. Sono passati appena cinque minuti, quando Gilardino innesca con una splendida sponda volante Vrsaljko sulla destra: cross al centro per l’accorrente Calaiò che di prima intenzione batte Da Costa.

Gol all’esordio in rossoblu anche per l’ex attaccante di Palermo e Napoli. Per la Samp è notte fonda, la squadra di Rossi non  riesce a reagire e anzi al 20′ subisce anche il gol del 3-0.

Gilardino viene atterrato da Palombo al limite, dalla sua mattonella preferita Lodi non sbaglia e fulmina Da Costa con un preciso sinistro a giro. Gol all’esordio anche per l’ex regista del Catania. La partita di fatto finisce qui, inutili nella Samp gli ingressi di Pozzi e Sansone. Il Genoa controlla e porta a casa tre punti pesantissimi per la classifica e soprattutto per il morale.

SAMPDORIA (3-5-2): Da Costa; Gastadello, Palombo, Costa; De Silvestri, Obiang, Krsticic, Bjarnason, Regini; Eder, Gabbiadini. Allenatore: Delio Rossi. In panchina: Fiorillo, Castellini, Mustafi, Barillà, Salamon, Soriano, Renan, Sansone, Pozzi, Gentsoglu, Rodriguez, Gavazzi

GENOA (3-5-2): Perin; Gamberini, Portanova, Manfredini; Vrsaljko, Kucka, Lodi, Matuzalem, Antonini; Gilardino, Calaiò. Allenatore: Fabio Liverani. In panchina: Donnarumma, Bizzarri, Blaze, Biondini, De Maio, Cofie, Fetfatzidis, Centurion, Stoian, Santana, Konate, Bertolacci

Arbitro: Rizzoli di Bologna. Assistenti: Galloni e Preti. Quarto uomo: Padovan. Arbitri di porta: Mazzoleni e Ciampi

FIORENTINA-CAGLIARI 1-1 Borja Valero 71′ (F) e Pinilla 90′ (C)

 La Fiorentina manca l’aggancio al Napoli capolista frenando in casa con il Cagliari (1-1).

Per i viola, una vittoria che sfuma nel finale dopo il vantaggio siglato da Borja Valero nonostante un primo tempo scialbo. A tenere in apprensione Montella, anche le condizioni di Cuadrado e Mario Gomez.

Primo tempo equilibrato e senza vere emozioni. L’unica vera occasione la costruisce la squadra sarda, con Astori che, al 43′, fallisce di testa la rete del possibile vantaggio sul corner di Conti: palla alta sulla traversa. Ad inizio ripresa, al 4′, si rende pericolosa la squadra di casa con Mario Gomez:

il tedesco salta Agazzi ma non inquadra la porta. Ulteriore beffa per Montella, l’infortunio dell’attaccante tedesco, dolorante al ginocchio e fuori in barella dopo lo scontro con il portiere rossoblù. Alla mezz’ora era già toccato a Cuadrado lasciare il campo anzitempo.

I viola, comunque, si avvicinano al vantaggio: Agazzi deve rifugiarsi in angolo sul sinistro dai 30 metri di Rossi, quindi sul successivo corner Rodriguez spedisce fuori di testa (14′).

La replica dei sardi è affidata, due minuti dopo, ad un destro al volo di Nainggolan. Lopez getta nella mischia Pinilla per dare vivacità all’attacco, fuori Cossu. Ma è la Fiorentina a regalare un brivido alla difesa ospite con un cross di Pasqual sul quale Rossettini rischia l’autogol centrando la traversa (24′) e, soprattutto, sbloccando il risultato due minuti dopo:

il gol porta la firma di Borja Valero che approfitta di un rimpallo su un colpo di testa di Rossi per insaccare da due passi. Il Cagliari raddrizza però la situazione in extremis:

manca un minuto alla fine quando Ibarbo scatta sulla destra e mette in mezzo, dove Pinilla sovrasta di testa Roncaglia per l’1-1. Nel recupero, saltano i nervi a Pizarro, espulso per proteste in merito ad un dubbio contatto Murru-Rossi.

Fiorentina (3-5-2): Neto, Roncaglia, Gonzalo, Tomovic, Cuadrado (29′ Joaquin, 70′ Pizarro), Aquilani, Ambrosini, Borja Valero, Pasqual (51′ Iakovenko), Gomez, Rossi. All. Montella. A disposizione: Munua, Alonso, Commper, Bakic, Rebic, Fernandez, Wolski, Matos, Vargas, Iakovenko.

Cagliari (4-3-1-2): Agazzi, Dessena (75′ Cabrera), Astori, Rossettini, Murru, Perico, Conti, Nainggolan, Cossu (65′ Pinilla), Sau (91′ Ekdal), Ibarbo. All. Lopez. A disposizione: Avramov, Ariaudo, Avelar, Nenè.

Arbitro: De Marco

LAZIO-CHIEVO 3-0 Candreva 8′ (L), Cavanda 38′ (L), Lulic 41′ (L)

Saper soffrire, ma anche tornare a divertirsi. Questi gli obiettivi che il tecnico della Lazio Vladimir Petkovic aveva indicato ai suoi alla vigilia dell’incontro con il Chievo.

E’ stato accontentato su entrambe i fronti. Con le reti (tutte nel primo tempo) di Candreva, Cavanda e Luic i biancocelesti sorridono grazie ai tre punti e sfatano un tabù che durava da quasi 10 anni: dall’ottobre 2003 non riuscivano a battere i veneti all’Olimpico.

Ma, nonostante il risultato rotondo, anche la sofferenza non è mancata. Più che altro auto-inflitta, soprattutto per qualche errore di troppo in difesa (i centrali Cana e Ciani un po’ distratti) e perché verso la fine della partita la stanchezza sul campo pesante di pioggia ha annebbiato le idee a Ledesma, con Candreva uno dei migliori in casa Lazio, tanto da non far pesare l’assenza di Hernanes.

I primi 45 minuti non sono però così a senso unico come il risultato lascerebbe intendere. Il Chievo, almeno fino al 2-0, tiene l’iniziativa per lunghi tratti di gioco. Ma con la non piccola lacuna di non riuscire a tradurre in occasioni da rete questa costanza d’iniziativa. Accumula angoli (alla fine del primo tempo saranno 9, contro nessuno della Lazio), ma di fatto Marchetti deve compiere un solo intervento decisivo.

Al 35′, quando Sestu anticipa Ciani e serve Paloschi. Tiro ben intercettato dal portiere, poi Thereau si fa anticipare in angolo. Tutto qui, perché in avanti le due punte sono spesso ‘dimenticate’ dal centrocampo gialloblù. Al contrario, la Lazio è brava a trasformare in oro praticamente tutte le (poche) occasioni costruite. All’8′ è già in vantaggio, con Candreva (tiro deviato da Cesar), bravo a monetizzare il passaggio in profondità di Ederson.

Poco dopo si fa male Biava (problema alla caviglia sinistra) ed entra Ciani. Al 38′ cross di Ledesma, uscita a vuoto di Puggioni, e Cavanda (che poco prima aveva invertito la posizione con Konko, spostandosi a destra) in spaccata realizza la prima rete in serie A. Il Chievo sente il colpo, si sfilaccia, ed incassa il 3-0 (42′), firmato dal tiro angolato di Lulic. Nell’intervallo Sannino toglie Sestu per Estigarribia.

Il paraguaiano dà finalmente profondità al gioco del Chievo. Al 14′ esce anche Radovanovic ed entra Pellissier. La Lazio non smette però di spingere e Candreva centra l’incrocio dei pali con un morbido pallonetto. Marchetti commette l’unico errore della partita, lasciandosi sfuggire un pallone, per sua fortuna senza conseguenze. Si riscatta al 20′ deviando la bella conclusione al volo di Estigarribia.

Il Chievo ora si affaccia più spesso nell’area avversaria e Paloschi (39′), sfuggito al controllo di Cana, di testa impegna ancora Marchetti con un tiro ravvicinato. A risultato ormai acquisito, c’è anche il tempo per il debutto in A di Diao Keita, che rileva un Klose apparso non in giornata.

Per il giovane attaccante spagnolo (classe ’95), campione d’Italia con la Primavera, prelevato due estati fa dal Barcellona, solo quattro minuti in campo. Abbastanza per vince l’emozione ed affacciarsi al futuro che lo attende. Chi l’ha visto all’opera giura che sarà splendido.

LAZIO (4-4-1-1) – Marchetti; Konko, Biava, Cana, Cavanda; Candreva, Onazi, Ledesma, Lulic; Ederson; Klose. Allenatore: Petkovic. A disposizione: Berisha, Strakosha, Dias, Ciani, Novaretti, Gonzalez, Crecco, Floccari, Keita, Tounkara.

CHIEVO (4-4-2) – Puggioni; Sardo, Papp, Cesar, Dramé; Sestu, Radovanovic, L. Rigoni, Hetemaj; Thereau, Paloschi. Allenatore: Sannino. A disposizione: Silvestri, Squizzi, Frey, Claiton, Parnic, Lazarevic, Bentivoglio, Improta, Estigarribia, Acosty, Pellissier, Ardemagni

LIVORNO-CATANIA 2-0 Paulinho 66′ e 72′ (L)

Il Livorno trova conferme dopo la vittoria contro il Sassuolo e supera l’esame Catania a pieni voti, con una doppietta di Paulinho che stende le velleità dei siciliani apparsi troppo spesso in difficoltà e con preoccupanti amnesie difensive. La squadra di Maran si presenta al ‘Picchi’ con zero punti in classifica, dopo due sconfitte consecutive rimediate con Fiorentina e Inter, sicuro e voglioso di fare risultato.

L’allenatore di Rovereto non cambia filosofia di gioco né identità alla sua squadra: 4-3-3 secco, con la batteria di attacco argentina ancorata sul pernio Bergessio tra Castro e Barrientos, e l’inserimento sulla destra di centrocampo del nuovo acquisto Plasil accanto al centrale Tachtsidis e Almiron a sinistra. Il Livorno risponde invece con il collaudato modulo fondato sul centrocampo a cinque con Greco centrale, supportato dall’ex di turno Biagianti e da Luci.

A destra Schiattarella e a sinistra si rivede Mbaye preferito a Gemiti e all’esperimento Duncan. In difesa, per alzare centimetri ed esperienza, Nicola inserisce invece dal primo minuto Coda, che già aveva giocato uno scampolo contro il Sassuolo. Davanti la coppia fissa Paulinho – Emeghara.

Primo tempo a ritmi non eccelsi, con molti errori sia da una parte che dall’altra. I rossoazzurri subito aggressivi provano a far valere la maggiore esperienza e qualità di palleggio: al primo minuto arrivano subito al tiro con Plasil, ma la difesa amaranto sbroglia. Sull’altro fronte al 5′ si vede Paulinho che con una serie di finte entra in area dalla sinistra, ma calcia a lato.

Risponde Alvarez da 40 metri dopo tre minuti, ma Bardi non si fa sorprendere e alza sulla traversa. Al 34′ pt la migliore occasione dei siciliani: Barrientos pesca Bergessio in piena area, ma l’attaccante spreca calciando a lato da buona posizione. Al 42′ Livorno vicinissimo al gol con Emeghara, una vera spina nel fianco catanese, che sfruttando un’indecisione difensiva di Andujar, che sbaglia il tempo dell’uscita, calcia a porta vuota, ma Spolli salva sulla linea. Nella ripresa comincia ancora il Catania a fare la partita ma il Livorno si difende con ordine e ripartendo sfiora di nuovo il vantaggio al 9′ st con Paulinho che colpisce il palo da posizione ravvicinata.

Passano sei minuti e Plasil al 15′ dal limite cerca di sorprendere Bardi che riesce a salvarsi in due tempi. Al 20′ arriva il gol del Livorno: dopo un’azione manovrata Schiattarella appoggia da destra a Paulinho che raccoglie il pallone al centro dell’area e supera Andujar. Maran toglie subito Tachtsidis e inserisce Leto, ma al 26′ arriva il raddoppio di Paulinho che su pasticcio difensivo del Catania, indotto da Emeghara, segna il 2 a 0.

Alla mezz’ora ancora Bardi super e il Catania non riesce a passare. Maran butta dentro anche Lopez e al 34′ i rossoazzurri colpiscono una traversa in rovesciata con Bergessio, ma ormai i giochi sono fatti. Il Livorno mette in cassaforte tre punti d’oro per la salvezza mentre il Catania incassa la terza sconfitta in tre partite.

Livorno (3-4-1-2): Bardi; Valentini, Emerson, Coda; Schiattarella, Luci, Biagianti, Gemiti; Greco; Emeghara, Paulinho
A disp.: Anania, Rinaudo, Duncan, De Carli, Ceccherini, Piccini, Lambrughi, Mbaye, Belingheri, Benassi, Mosquera, Siligardi. All: Nicola
Squalificati: De Lucia (fino al 31 dicembre)
Indisponibili: nessuno

Catania (4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Monzon; Plasil, Tachtsidis, Almiron; Leto, Bergessio, Barrientos
A disp.: Frison, Rolin, Cabalceta, Biraghi, Freire, Gyomber, Capuano, Guarente, K.Boateng, Petkovic, Maxi Lopez, Castro. All: Maran
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Peruzzi

UDINESE-BOLOGNA 1-1 Diamanti 71′ (B) e Di Natale 80′ (U)

L’Udinese si aggrappa ancora una volta al suo capitano. Trecento gare in serie A. Primo gol in campionato in stagione. Antonio Di Natale risponde alla prodezza di Diamanti su punizione e regala un altro punticino alla sua squadra.

L’Udinese si accontenta. Al Bologna resta il retrogusto dolce amaro di veder sfumare all’ultimo una vittoria che non sarebbe stata rubata. Sulla carta, il tasso tecnico dell’Udinese è superiore a quello del Bologna. Ma in campo le parole non contano. I felsinei annullano il divario interpretando dal primo minuto una gara molto aggressiva.

I rossoblu prendono subito in mano le redini della partita, orchestrati da Diamanti, onnipresente, sempre pronto a smistare palloni. Ma è un gioco sterile. Kelava non viene praticamente mai chiamato in causa. Del resto, l’Udinese non riesce ad accelerare la manovra.

L’unica vera occasione da gol della prima frazione di gara arriva al minuto 25: è bravo Curci a distendersi e a chiudere la porta sulla girata al volo di Muriel. L’episodio resta pressoché isolato. Naturale che le squadre vadano al riposo sullo 0 a 0. La sveglia, in casa Udinese, non suona neanche nella ripresa. La coppia d’attacco Muriel-Di Natale, non offre lo spettacolo atteso. A fare la partita è sempre il Bologna.

Sempre trascinato da Diamanti, in gol con una splendida punizione dal limite dell’area che si insacca nell’angolino della porta difesa da Kelava. Solo a questo punto, con la squadra sotto di un gol e nulla da perdere, il tecnico dell’Udinese Francesco Guidolin trova il coraggio di osare.

Già costretto a sostituire Domizzi per infortunio, il tecnico di Castelfranco Veneto getta nella mischia anche Maicosuel e Zielinski.

La mossa dà subito i suoi frutti. L’Udinese si rovescia in avanti e Muriel inventa l’assist in area per mandare in gol Di Natale, che festeggia così con una rete la sua trecentesima gara in serie A in maglia bianconera. L’Udinese chiude gli ultimi minuti in avanti. E’ troppo tardi, comunque, per provare a vincere la partita.

Udinese (3-5-1-1): Kelava; Naldo, Danilo, Domizzi; Pereyra, Badu, Allan, Lazzari, G.Silva; Muriel; Di Natale
A disp.: Benussi, Scuffet, Widmer, Merkel, Neuton, Fernandes, Jadson, Zielinski, Mlinar, Bubnjic, Nico Lopez, Ranegie, Maicosuel All: Guidolin
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Brkic, Heurtaux, Pinzi, Basta

Bologna (4-3-1-2): Curci; Garics, Antonsson, Natali, Cech; Kone, Pazienza, Della Rocca; Diamanti; Moscardelli, Bianchi
A disp.: Agliardi, Stojanovic, Radakovic, Crespo, Mantovani, Morleo, Perez, Laxalt, Christodoulopoulos, Yaisien, Acquafresca, Cristaldo All: Pioli
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Cherubin, Morleo, Sorensen, Khrin

VERONA-SASSUOLO 2-0 Martinho 10′ (V) e Romulo 92′ (V)

La vittoria della sofferenza. Il Verona supera il Sassuolo condannandolo alla terza sconfitta consecutiva, ma il risultato finale non fotografa certamente l’andamento della sfida del Bentegodi.

Il Verona scappa all’inizio grazie alla rete di Martinho propiziata da un bel recupero di Gomez, ma grazie soprattutto ad un clamoroso errore di Magnanelli e ad una difesa emiliana assolutamente impreparata. Una volta in vantaggio i padroni di casa cambiano atteggiamento.

Cacia non e’ Toni e si vede. Il bomber della cadetteria della passata stagione e’ attaccante d’area, fa decisamente fatica a far alzare la squadra. Mandorlini deve poi gestire una situazione difficile sotto il profilo fisico perche’ Maietta alza presto bandiera bianca, Martinho viene sostituito nell’intervallo. E nella ripresa si gioca ad una porta. Il Sassuolo sta meglio, corre di piu’, il Verona appare alle corde e si aggrappa alla bravura di Rafael, bravo sul tiro dalla distanza di Schelotto e decisivo sul colpo di testa di Floro Flores.

Mandorlini rafforza la mediana gettando nella mischia Donati, ma la musica non cambia. Chi cambia e’ invece Di Francesco che toglie uno Schelotto che stava spaccando la partita, rimodulando un Sassuolo con quattro punte. Ma allo scadere e’ addirittura il Verona a trovare la rete della sicurezza.

Finisce cosi tra la stessa sorpresa dei tifosi gialloblu’. Prima del via dell’incontro nei distinti del Bentegodi approda il dramma dei dipendenti veronesi del Gruppo Riva. All’inizio della partita è stato esposto uno striscione con la scritta “I lavoratori della Riva Acciaio sono di Serie A come l’Hellas. Fateci lavorare!”. Il pubblico scaligero ha manifestato solidarieta’ con un lungo applauso.

Verona(4-3-3): Rafael; Romulo, Maietta, Moras, Cacciatore; Jorginho, Donati, Halfreddson; Jankovic, Cacia, Martinho
A disp.: Mihaylov, Agostini, Marques, Rubin, Donadel, Gonzalez, Cirigliano, Sala, Iturbe, Juanito, Longo All: Mandorlini
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Ragatzu, Albertazzi, Toni

Sassuolo (4-3-3): Pegolo; Gazzola, Terranova, Acerbi, Ziegler; Kurtic, Magnanelli, Missiroli; Schelotto, Zaza, Floro Flores
A disp.: Rosati, Pomini, Bianco, Marzorati, Rossini, Longhi, Marrone, Chibsah, Laribi, Alexe, Farias, Masucci. All: Di Francesco
Squalificati: Berardi (1)
Indisponibili: Gomes, Valeri

Lunedì 16 settembre

PARMA-ROMA ore 20.45 PROBABILI FORMAZIONI

Parma (3-5-2): Mirante; Benalouane, Felipe, Lucarelli; Biabiany, Gargano, Valdes, Parolo, Gobbi; Cassano, Amauri
A disp.: Bajza, Pavarini, Mendes, Rosi, Cassani, Obi, Munari, Acquah, Marchionni, Palladino, Sansone, Okaka. All: Donadoni
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Galloppa, Paletta
Roma (4-3-3): De Sanctis; Maicon, Benatia, Castan, Balzaretti; Pjanic, De Rossi, Strootman; Florenzi, Totti, Ljajic
A disp.: Lobont, Skorupski, Burdisso, Romagnoli, Jedvay, Dodo, Torosidis, Taddei, Marquinho, Caprari, Gervinho, Borriello All: Garcia
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Destro, Bradley.

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