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Libri, “L’alieno Mourinho”: un viaggio nella mente del tecnico di Setubal

di |8 Settembre 2010 12:54

José Mourinho

Chi sa solo di calcio forse non capirà questo libro. Ma se non si conosce il calcio sarà forse difficile apprezzarlo fino in fondo. E’ il paradosso possibile di ‘L’alieno Mourinho’, un percorso intrapreso da Sandro Modeo per cercare di spiegare come l’allenatore più famoso e vincente del mondo sia diventato se stesso.

La faccia umana e quella demoniaca di José Mourinho vengono tratteggiate in un turbine organizzato di notazioni psicologiche, rimandi letterari, misteriose o concrete analogie con tecnici del passato, ma anche attraverso un’analisi dei metodi di preparazione e di allenamento del portoghese. Resi originali e tremendamente efficaci, visti i risultati, dall’applicazione delle neuroscienze.

La domanda di fondo è: come ha fatto Mourinho a vincere così tanto in così poco tempo? O anche: come fa a vincere ovunque vada? Modeo non risponde solo a questi interrogativi, ma riflette anche sul perché l’uomo di Setubal lasci le sue squadre in genere dopo due anni (tre al Chelsea, e il terzo fu il peggiore). Una pulsione di vittoria e di cambiamento che ha a che fare con il tragico della vita e con il destino mortale degli uomini, secondo l’autore. Che si sforza di illuminare anche i lati oscuri dell’oggetto di indagine, ma in definitiva ne è affascinato e conquistato pressoché senza riserve.

Come Arrigo Sacchi nell’introduzione. ‘L’alieno’ è come Houdini, l’illusionista, il manipolatore, capace di catturare a tal punto le menti dei propri giocatori e dei tifosi da rendere alla fine reali i giochi di prestigio tattici e dialettici, trasformandoli nella cosa più tangibile del calcio: le vittorie. Il cammino del saggio di Modeo parte dal gesto di Mourinho che sarà ricordato di più in Italia, quello delle manette. Un’immagine che rimanda appunto ai numeri di Houdini, ma anche alla capacità di divincolarsi da ogni situazione soffocante o conclusa.

Mourinho che fa vincere tutto all’Inter e la sera stessa del compimento se ne va al Real Madrid. Ormai la terapia ha funzionato: una società che da 45 anni non alzava la Coppa dei Campioni – si chiamava ancora così – ha superato le sue nevrosi, vinto ”la paresi psichica” e, per dirla con Mourinho, ”niente sarà mai più uguale”. Con lui o senza di lui (ma questo si vedrà). Dopo essersi già dedicato a squadre che non avevano mai vinto al massimo livello (Porto) o che non vincevano in patria da decenni (Chelsea). Ora il Real, che da anni assiste frustrato alla gloria del Barcellona. ”L’alieno Mourinho” si dipana tra personaggi affabulanti e dall’incredibile biografia – come Bela Guttmann, ebreo ungherese che arriva in Portogallo e rende il Benfica un mito negli anni Sessanta – ad aneddoti sorprendenti – Alfred Hitchcock a tifare Inter in tribuna dietro i Moratti.

La politica e la cultura, la scienza e la filosofia, come sfondo e intreccio della vicenda eccezionale di un allenatore di calcio. Un uomo tanto moderno, anche negli aspetti ambigui o criticabili, quanto tradizionale. La parte finale del saggio è dedicata al rapporto tra l’Italia e Mourinho, il cui rigetto secondo Modeo è un segno profondo della crisi del calcio italiano. Del conformismo e della mancata accettazione non solo di Calciopoli, ma perfino di Tangentopoli. Fino ad esclamare per un attimo, con una vecchia canzone, ‘Extraterrestre, portami via!’.

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