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Milan-Udinese, cori anti-napoletani. Galliani: “Segmenteremo la curva”

di admin |19 Ottobre 2013 23:37

Milan-Udinese, cori anti-napoletani. Galliani: “Segmenteremo la curva” (LaPresse)

MILANO, STADIO GIUSEPPE MEAZZA – Due cori contro i napoletani (‘Noi non siamo napoletani’ e ‘Senti che puzza scappano anche i cani…’) sono stati scanditi dalla Curva Sud del Milan attorno al 15′ di Milan-Udinese, che si gioca in un San Siro aperto al pubblico dopo che la sospensione da parte della Corte di giustizia federale della la sanzione della partita a porte chiuse decisa dal giudice sportivo e la riforma della norma sulle discriminazioni.

Poco dopo lo speaker dello stadio è  intervenuto per invitare ”il pubblico ad astenersi da cori e comportamenti che possono determinare la sospensione della partita”.

E a quel punto un coro ‘Noi non siamo napoletani’ è  stato scandito nel settore occupato dai tifosi dell’Udinese. La Curva Sud del Milan ha anche mostrato un lungo striscione polemico con scritto:

‘Calcio spezzatino, caro biglietto, tessera del tifoso, trafile in banca, stadi fatiscenti, biglietti nominali, limitazioni regionali, tornelli, sfottò  censurati, tamburi e megafoni vietati: eh già, gli stadi sono vuoti proprio per colpa degli ultras’.

”Noi segmenteremo la Curva perchè  i cori arrivano sempre da un segmento particolare”: lo ha annunciato l’ad del Milan Adriano Galliani commentando i cori anti-napoletani durante la partita con l’Udinese: ”Mi auguro e spero che non si ritorni alla chiusura della Curva”.

”Non sta a me giudicare, c’è  un giudice sportivo, ed eventuali gradi di appello, mi auguro e spero che non si ritorni alla chiusura della Curva – ha detto Galliani commentando i cori anti-napoletani di questa sera -. Noi segmenteremo la Curva perchè  i cori arrivano sempre da un segmento particolare. Intanto stasera abbiamo giocato con uno stadio caloroso, consono. Chiudere gli stadi è  davvero un peccato, già  sono brutti e vecchi. Non credo che una società  possa essere continuamente punita se 50-60 persone continuano a fare cori. Noi non sappiamo cosa fare”.

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