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Olimpiadi, Tokyo 2020, ritardato per covid al 23 luglio 2021, Malagò spera che l’Italia farà meglio che a Rio

di Enrico Pirondini |16 Aprile 2021 18:49

Olimpiadi, Tokyo 2020, ritardato per covid al 23 luglio 2021, Malagò spera che l'Italia farà meglio che a Rio

Olimpiadi di Tokyo sempre più vicine. Cerimonia di apertura il 23 luglio. Sarà una edizione senza spettatori stranieri e con il rischio concreto di gare a porte chiuse. Già 228 gli azzurri qualificati , l’Italia a caccia di 29 podi. Uno in più di Rio. Malagò ci crede.

Il conto alla rovescia è cominciato. La fiaccola olimpica, simbolo dei Giochi, è in viaggio dal 25 marzo.

È partita da Fukushima, la città drammaticamente segnata nel 2011 dal terremoto e dallo tsunami che sconquassarono 11 centrali nucleari. I morti  furono 18.000.

Un anno fa (12 marzo 2020) era stata accesa la fiamma in Grecia, ad Olimpia, prima del viaggio in Giappone. Poi è scattato il posticipo. Arriverà nel nuovo stadio olimpico di Tokyo il 23 luglio dopo aver attraversato le 47 Prefetture con le staffette.

La prima tedofora, Azusa Iwashimizu, 34 anni, è una star del calcio nipponico. C’è anche una tedofora di 118 anni. È Kana Tanaka, la donna è più vecchia del mondo. Si spera che riesca ad intenerire i connazionali.

Il 39,8% – secondo l’ultimo sondaggio dell’agenzia Kyodo – vorrebbe che i Giochi venissero cancellati. Appena il 23,2% degli interpellati si è detto favorevole alle gare. Il che solleva inquietanti interrogativi.

Multinazionali come Coca-Cola e Toyota  hanno garantito lo svolgimento delle Olimpiadi.

Il prevedibile danno economico dovrà essere ripianato  dal governo.

Si parla di molti soldi. Tantissimi. Ma il presidente del CIO, Thomas Bach, non fa una piega. E continua a lanciare “urbi ed orbi“ i suoi messaggi istituzionali. Dice: “La staffetta della torcia è ispirata dai valori olimpici di pace e solidarietà. Porterà nel mondo il messsggio di Tokyo“. E poi: “La speranza illumina la nostra strada“.

Un anno dopo il rinvio per Covid, il Giappone è risoluto. Ha messo in campo 10.000 tedofori, smania per far conoscere al mondo il nuovo stadio, sorto proprio dove era stato eretto quello dei Giochi del 1964. Che vide, tra gli altri, il trionfo di Abdon Pamich all’arrivo della 50 km di marcia. Stavolta niente rinvio, nessuna brutta sorpresa.

L’Italia è presente in 24 discipline con 41 pass nominali. Già qualificati 112 uomini e 106 donne. Obiettivo 29 podi, uno più di Rio.

Il presidente del CONI, Giovanni Malagò crede nelle prossime olimpiadi

Dice: “L’obiettivo sarà far meglio della edizione brasiliana“. A Rio l’Italia ha collezionato 28 medaglie (8 ori). Sostanzialmente come Londra 2012, ma con tre argenti al posto di tre bronzi. A Pechino 2008  un solo bronzo in meno di quattro anni dopo.

La spedizione azzurra sarà di 300 persone. Sarà ridotta all’osso (senza ospiti e accompagnatori). Lo impongono i play book del CIO (in attesa di aggiornamenti). Tuttavia è certo che ogni partecipante sarà sottoposto al tampone ogni quattro giorni. In più ci sarà una app da scaricare affinché gli spostamenti vengano monitorati. E sapendo quel che accade di notte nel villaggio olimpico, questa imprevista misura restrittiva non sarà vista bene. Pazienza.

La cultura popolare italiana ha sempre tratto benefici dalle Olimpiadi

Fin dai tempi di Ondina Valla, bolognese, velocista; la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro ai Giochi olimpici (Berlino 1936).

Poi la nostra cultura popolare si è ulteriormente arricchita con le imprese di Sara Simeoni, Livio Berruti, Pietro Mennea, Nino Benvenuti, gli Abbagnale, Klaus Dibiasi, Stefano Baldini, Gelindo Bordin. L’elenco è  lungo. E oggi?

I Giochi più attesi della storia ci possono regalare il record di medaglie. E grandi emozioni. A cominciare dalle donne. Con l’infinita classe di Federica Pellegrini che a Tokyo disputerà la sua quinta Olimpiade. Eguagliando due fenomeni come Michael Phelps “The Baltimore Bullet“ – il proiettile di  Baltimora. Che a Pechino 2008 ha collezionato 8 ori (“il più grande nuotatore di tutti i tempi“, secondo la rivista Swimming World Magazine). E il nostro Pietro Mennea, “la freccia del Sud”, oro nei 200 a Mosca, primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1966 con il tempo di 19”72. Che tuttora costituisce, dopo più di 40 anni, il record europeo. A Tokyo c’è l’aria giusta. Così pare.

 

 

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