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Sara Errani a un passo dal sogno: resta l’ostacolo più duro, Maria Sharapova

di Emiliano Condò |9 Giugno 2012 11:12

Sara Errani dopo la vittoria con Samantha Stosur (LaPresse)

PARIGI – Comunque vada a finire Sara Errani si alzerà lunedì mattina e andrà a vedere le classifiche Wta, quelle del tennis femminile. Il suo nome sarà tra quelli in alto e in grande, tra le prime dieci giocatrici del mondo. Una cosa, fino ad oggi, riuscita solo ad altre due tenniste italiane: Flavia Pennetta nel 2009 e Francesca Schiavone nel 2010. Intanto una prima volta Sara l’ha già ottenuta: il torneo di doppio, vinto venerdì pomeriggio in coppia con Roberta Vinci.

Adesso tocca alla Errani. Bolognese, venticinque anni, prima dell’exploit che l’ha portata in finale al Roland Garros, Sara era già al top della sua carriera: ventiquattresimo posto in classifica grazie ai tre tornei vinti nel 2012 (Acapulco, Barcellona e Budapest). La terra di Parigi, però, è un’altra cosa: è un torneo dello slam. Lo sa bene Francesca Schiavone che proprio a Parigi ha vinto, prima e unica italiana ad aver centrato l’impresa.

A Sara Errani, invece, manca solo l’ultimo ostacolo. Ultimo e più impervio: non solo perché è una finale di quelle che valgono una carriera. Soprattutto perché è una finale contro una tennista che, sempre lunedì, non avrà bisogno di vedere la classifica, saprà già di essere tornata la numero uno del mondo. Alla russa Maria Sharapova, infatti, basta già la finale conquistata per superare Victoria Azarenka.

Per la Errani, però, non significa nulla. La Sharapova farà di tutto per vincere perché nella sua bacheca il Roland Garros è l’unico torneo dello slam che le manca. E l’occasione è ghiotta.

Difficile immaginare due tenniste più diverse in finale. Sara è alta un metro e 64, la Sharapova 1.88. La Sharapova unisce forza e classe, Sara fa della regolarità e degli scatti improvvisi il suo punto di forza. Il pronostico, ovviamente, non può che essere dalla parte della Russa: parla la classifica e la differenza di esperienza. I precedenti, invece, non dicono nulla visto che le due non si sono ancora mai incontrate.

Ma anche i precedenti possono mentire: in semifinale, dove la Errani ha compiuto il suo primo miracolo, la tennista italiana sembrava partire sconfitta in partenza. Di fronte aveva un altro gigante tutto muscoli: l’australiana Samantha Stosur. E i precedenti dicevano cinque vittorie a zero per l’australiana. La Errani però ha vinto la sfida più importante. E quello che conforta di più, in vista della finale, è che l’ha vinta di testa e alla distanza, nonostante la sua avversaria fosse più esperta e abituata.

La Errani è partita male, ha perso subito il servizio. Poi però ha reagito e ha vinto al tie-break il primo set. E il tie-break è soprattutto questione di testa. Quindi nel secondo set la flessione: la Stosur lo ha portato a casa in poco più di mezz’ora con un 6-1 che sembrava non promettere nulla di buono. Invece nel terzo set la Errani ha reagito da fuoriclasse, ha chiuso 6-3 resistendo alla forza della Stosur.

L’unica amarezza, dal punto di vista del tennis italiano, è che la Errani, per diventare grande, è dovuta arrivare fino in Spagna. Non a caso la chiamano la “spagnola”: vive e si allena a Valencia. E proprio nel momento del trionfo il padre ricorda che “Sara, in Italia, è stata snobbata”. Lei però non ci pensa: pensa ai terremotati dell’Emilia e al fatto che è “bello” rappresentare l’Italia in finale al Roland Garros. Dopo l’impresa della Schiavone è lecito aspettarsi un altro miracolo.

Intanto già venerdì pomeriggio la Errani ha compiuto la prima piccola impresa. Insieme a Roberta Vinci ha vinto il torneo di doppio battuto il doppio russo Kirilenko-Petrova con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-2. E’ un’altra prima volta: non era mai successo che una coppia italiana vincesse il torneo.

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