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Festival di Sanremo, le pagelle: Carrà top, Ligabue se la cava

di Emiliano Condò |19 Febbraio 2014 1:57

(ANSA) – ROMA – Voti e giudizi su cantanti e canzoni in gara, ma anche no.

LIGABUE 7 – Per la sua prima volta al festival Liga si è trovato nelle condizioni più difficili: l’inizio dello spettacolo con il sipario bloccato e i due disoccupati che minacciavano di buttarsi giù si aggiunge al peso di proporre un capolavoro come “Creuza de ma” proprio nel giorno del compleanno di De Andrè. Per fortuna accanto a lui c’era Mauro Pagani. Una prova da consumato performer.

ARISA – Lentamente 6 – Un brano ispirato al Bolero di Ravel scritto da Cristina Donà che il combinato tra il televoto e il giudizio della sala stampa ha eliminato finendo per danneggiare l’artista.
Controvento – 5 – Secondo una regola quasi implacabile, il voto ha premiato la canzone peggiore

FRANKIE Hi-NRG MC – Un uomo è vivo 5 – Il tentativo di avvicinarsi alla canzone in stile Jovanotti che scorre via innocuo, come l’acqua sul vetro.
Pedala – 6 – Un’allegoria sulle difficoltà del vivere che riporta Frankie nel suo terreno preferito che è l’hip hop anche se qui in chiave orchestrale. Pedala è stato scelto dal voto.

LAETITIA CASTA -6 – E’ tornata al festival per prendere parte a un complesso numero di varietà, tra canzoni francesi, omaggi a “Polvere di stelle” ed Enzo Jannacci. La Casta si è disimpegnata con sorridente disinvoltura con il canto e il ballo e un’evidente sintonia con Fabio Fazio.

ANTONELLA RUGGERO – Quando balliamo 6 – Un brano complesso ispirato alle atmosfere del tango molto in linea con lo stile di una veterana del festival alla sua 11ma partecipazione.
Da lontano 6 – Una sorta di aria pop che permette alla Ruggero di dare fondo alla sua tecnica vocale e che ha un appeal più diretto premiato dal voto della giuria.

RAPHAEL GUALAZZI E BOODY BEETROOTS – Tanto ci sei – 7 – Un soul in italiano molto adatto allo stile e alla vocalità di Gualazzi. La star del techno punk si ritaglia un ruolo quasi da producer.
Liberi o no – 7 – Con la complicità di Sir Bob Cornelius Rifo, Raphael si avventura nella disco soul con cassa in quattro quarti. Un lampo di vitalità che va avanti nel festival.

RAFFAELLA CARRA’ – 8 – Una star, con un look che può permettersi solo lei, ha dominato la scena con la consapevolezza e la tranquillità di chi sa che non ha più nulla da dimostrare.

CRISTIANO DE ANDRE’ – Invisibili 6 – Un brano impegnativo, con citazioni autobiografiche, impegnativo proprio nel giorno del compleanno del papà.

Il cielo è vuoto 6 – Una canzone più pop e diretta che Cristiano De Andrè ha interpretato con convinzione e sicurezza. E’ il brano ammesso alle serate successive.

PERTURBAZIONE – L’Italia vista dal bar 5 – Un ritratto leggero di un”Italia fatta di “poeti, santi e avventori”, un brano fondamentalmente innocuo. L

‘unica – 5 – Il diario di una vita sentimentale molto animata su una struttura pop senza il minimo spigolo. E’ questo il pezzo scelto.

GIUSY FERRERI – L’amore possiede il bene 5 – Un brano in linea con lo stile gutturale di una cantante spesso in bilico sull’intonazione.

Ti porto a cena con me – 6 – La firma, come il titolo precedente, è di Roberto Casalino, uno specialista di successi. Questo è più diretto e intenso con un inciso impegnativo ed è stato premiato dal vivo.

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