Fonzie ed i suoi “eeeehi”: “Dirlo mi era d’aiuto contro la dislessia”

Pubblicato il 13 Ottobre 2011 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

Henry Winkler, il Fonzie di Happy Days ( Foto La Presse )

ROMA – Arthur Fonzarelli, più noto come Fonzie,  è dislessico. L’attore Henry Winkler, celebre per il ruolo in Happy Days, ha scoperto solo a 31 anni la sua malattia. Il rimedio contro la difficoltà ad imparare le battute sul set? Il suo “eeeehi”. All’apparenza un semplice verso, nella realtà un tratto caratteristico di Winkler, ma soprattutto di Fonzie. Winkler racconta al Times la scoperta della dislessia ed il suo rapporto con la malattia, che spiega ai bambini attraverso i racconti di Hank Zipzer. Racconti per cui ha ricevuto il titolo di baronetto dalla Regina d’Inghilterra Elisabetta II. In Inghilterra è poi impegnato in “My Way! Campaign”, una campagna voluta dal governo per combattere la dislessia. Dismessi i panni del motociclista di Happy days, e dismessa la sua moto Triumph Trophy TR5 del ‘49 che andrà all’asta, Winkler ha scritto un altro libro in cui narra la sua filosofia zen e l’amore per la natura.

Winkler racconta la sua storia: “Quando ho cominciato a recitare in Happy Days la mia dislessia non era stata ancora diagnosticata, ma siccome imparare le battute era davvero difficile per me, riducevo interi paragrafi ad un unico suono: eeeeeeehi, appunto. Del resto, non ho mai trovato semplice imparare i dialoghi di scena e l’ho sempre fatto molto lentamente, passando e ripassando sopra ad ogni singola frase e leggendola ad alta voce, una parola alla volta. Ma avevo scoperto che mi era d’aiuto ridurre la lingua ad un unico suono e così è nato ‘eeeeehi’, che ho poi imparato ad usare con diverse intonazioni, facendo in modo che indicasse tutta una serie di situazioni da ‘ho fame’ a ‘non immischiarti con me'”.

L’attore 65enne è tra i principali sostenitori di “My Way! Campaign” e parla della sua malattia e di come l’ha scoperta: “Per me andare a scuola era come scalare il Monte Everest senza vestiti e non avevo assolutamente fiducia in me stesso, perché tutti mi dicevano che ero pigro, svogliato, stupido e non all’altezza delle mie potenzialità. E’ stato davvero molto arduo mettere d’accordo quello che la gente diceva di me con i sentimenti che avevo dentro e che provavo. Non ho mai pensato di essere stupido e, di certo, non volevo esserlo. Ma è stato solo all’età di 31 anni che ho scoperto di essere dislessico, dopo che al mio figliastro Jed era stata diagnosticata la stessa malattia. Ricordo che la prima cosa che ho provato è stata una grande rabbia, perché ho subito pensato che tutti quei brutti sentimenti che avevo provato in passato erano stati inutili e che se solo lo avessi saputo prima, avrei potuto dare un nome alla mia condizione”.

Una condizione che l’ha spinto a condividere la sua esperienza, scrivendo la fortunata collana di libri che narrano le vicende di Hank Zipzer, che Fonzie ha ammesso essere lui da bambino, giunta al libro numero 17 e per cui ha ricevuto il titolo di baronetto dalla regina Elisabetta. Altro libro autobiografico e dichiarazione d’amore alla natura è “I never met an idiot on the river”, (Non ho mai conosciuto un idiota in riva al fiume), altro successo. Una carriera da attore e scrittore davvero niente male per un dislessico che ha scuola veniva definito “stupido”, e che può essere riassunta da una sola parola: “eeeehi”.