X

Erich Priebke, video testamento. Spara ancora da morto: “Via Rasella, colpa loro”

di Alessandro Avico |17 Ottobre 2013 17:49

Foto Ansa

ROMA – Erich Priebke nel video-testamento registrato poco prima di morire spara ancora sulle sue vittime. Parlando dell’eccidio delle Fosse Ardeatine asserisce che si trattava di un ordine al quale “non era possibile rifiutarsi”. Ma è in merito all’attentato di via Rasella che Erich Priebke ferisce e uccide ancora. Secondo l’ex SS infatti l’attentato sarebbe stato compiuto apposta dai Gap comunisti per provocare la rappresaglia da parte dei tedeschi e ottenere la rivolta della popolazione”. “L’attentato di via Rasella fu fatto sapendo che dopo l’attentato viene la rappresaglia poiché Kesselring quando ha preso il suo comando in Italia ha fatto mettere sui muri un avviso che spiegava che qualunque attentato contro i tedeschi era punito con la rappresaglia”.

L’ex capitano delle SS racconta che l’ordine di eseguire la rappresaglia fu dato al capitano Schultz.  “Il capitano Schultz – racconta Priebke nel video – fu eletto da Kappler come organizzatore della rappresaglia.

“Schultz prima della rappresaglia disse a tutti: “Questo è un ordine di Hitler che dobbiamo eseguire e chi non vuole farlo meglio che si metta con le altre vittime perché sarà anche lui fucilato””. Il video messaggio si conclude mostrando la frase letta da Priebke nel corso dell’udienza del 3 aprile del 1996 davanti al Tribunale militare di Roma.

“Sento, dal profondo del cuore – la dichiarazione letta da Priebke e mostrata nel video messaggio – il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine… Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l’ordine di partecipare all’azione fu una grande tragedia intima… Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore”.

Nella giornata di martedì Pierangelo Maurizio su Libero, avendo visto il video testamento, scriveva:

“È questa, quella sulla rappresaglia tedesca seguita all’attentato voluto a tutti i costi da Partito comunista, la parte più inedita”. Priebke, prosegue Pierangelo Maurizio, “parla in modo pacato, è certamente lucido. […]] Indossa una camicia a quadri, sullo sfondo una Enciclopedia Treccani e l’ambientazione sembra quella di uno studio, telecamera fissa. Non c’è nulla che nemmeno per un attimo faccia dubitare che l’intervista non sia stata realizzata qualche mese fa in occasione del suo compleanno, un secolo di vita”.

Priebke, riferisce Pierangelo Maurizio, ripete in buona parte ciò che ha già detto in una precedente intervista scritta:

“Ribadisce di essere stato nei campi di concentramento, a Mathausen, dove, ripete, «c’era anche un bordello per quelli che si comportavano bene», e a Dachau «ma non ho visto camere a gas e non c’erano»”.

 

Scelti per te