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Gb: “Batteri più pericolosi dei terroristi, servono nuovi antibiotici”

di admin |23 Settembre 2022 9:28

LONDRA – “I batteri resistenti agli antibiotici sono più pericolosi del terrorismo”. Sally Davies, capo del Medical Officer in Gran Bretagna, chiede che lo sviluppo di nuovi antibiotici contro le infezioni sia uno dei temi affrontati nel prossimo G8, che si terrà a Londra in aprile. La Davies, in un video pubblicato su YouTube dal Dipartimento della Salute inglese, mette in guardia casa farmaceutiche, politici e cittadini. I nuovi batteri diventano sempre più resistenti ai farmaci e da 30 anni ormai le case farmaceutiche non investono fondi sullo sviluppo di nuovi antibiotici.

La Davies ha detto: “La resistenza degli organismi batterici è un fenomeno catastrofico. Se non agiamo ora ognuno di noi nei prossimi 20 anni potrebbe andare in ospedale per un intervento chirurgico di routine e morire di infezione, perché gli antibiotici non sono efficaci. Operazioni che oggi sono considerate sicure come il trapianto di organi o le protesi all’anca potrebbero diventare mortali per il rischio di infezione. Per questo motivo il governo e le organizzazioni di tutto il mondo, incluse la World Health Organisationa e il G8, dovrebbero prendere seriamente questo pericolo”.

A sostenere la richiesta della Davies, che vorrebbe l’iscrizione di questo fenomeno nel registro delle  strategie anti-rischi del governo inglese, anche Mike Sharland, professore dell’ospedale Saint George di Londra e consulente del dipartimento della Salute inglese. Sharland spiega che uno dei batteri più pericolosi è lo stafilococco aureo Mrsa, resistente alla maggior parte degli antibiotici in circolazione.

Le infezioni causate da questo batterio si sono ridotte negli anni dell’85% e negli ospedali in media si verificano due o tre casi gravi l’anno, ma per ogni caso grave vi sono tra i 50 ed i 100 portatori sani del batterio, che rimane un rischio per la salute. La proposta della Davies, che avvisa della minaccia incombente, è quella di tornare ad investire sulle cure antibiotiche e di sviluppare nuovi farmaci.

Le compagnie farmaceutiche infatti abbandonano lo sviluppo di nuovi antibiotici perché non conveniente da un punto di vista economico. Le aziende preferiscono infatti investire su patologie come il diabete o l‘ipertensione, farmaci che il paziente deve assumere per lungo tempo e che rappresentano un profitto sicuro.

Se per chi produce e vende medicinali il primo obiettivo è il guadagno, a rimetterci sono i cittadini. Tra 20 anni, questo il timore ultimo della Davies, potremmo tornare a morire per una “semplice” polmonite.

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