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VIDEO YouTube – Fantasma di re Alarico: mistero a Cosenza

di Silvia Di Pasquale |4 Novembre 2015 9:11

Un ritratto di re Alarico I

ROMA – Fantasma di re Alarico: mistero in Calabria. Alle porte di Cosenza, tra i due comuni di Mendicino e Carolei, si trovano due grotte rupestri a pochi metri l’una dall’altra. C’è chi assicura che in queste caverne selvagge e oscure, a ridosso del fiume Busento, si nasconda lo spettro del famoso re dei Visigoti, morto proprio a Cosenza nel V secolo d.C., dopo aver contratto la malaria mentre cercava di risalire la Penisola, in seguito al naufragio della sua flotta, salpata da Reggio per raggiungere l’Africa.

Secondo alcune leggende, il re guerriero veglierebbe sulla sua stessa tomba e sul presunto tesoro in essa nascosto, “il tesoro di Alarico“, quantificabile in 25 tonnellate d’oro e 150 d’argento, bottino di guerra del sacco di Roma del 410 d.C. A rendere il luogo ancora più misterioso è una grossa croce incisa sulla montagna di fronte alle grotte, quasi a voler proteggere il riposo eterno del re guerriero che, se disturbato, manifesterebbe la sua furia. Scrive Mimmo Gangemi su La Stampa che:

“Su entrambe (le grotte) si mormorano racconti da non dormirci la notte: di torce che si spengono senza che aliti un soffio di vento, della furia metallica della spada di Alarico che sorge improvvisa e rimbomba nel traversare la caverna, del nitrito di un cavallo che colma assordante la volta e si consuma appena all’aria, un passo dentro c’è, un passo fuori no”.

Ma la tesi delle grotte come luogo di sepoltura di Alarico non convince tutti. Per lo storico Jordanes la tomba del re non si troverebbe nelle caverne, ma in un posto inaccessibile: il letto del fiume Busento. Specifica Gangemi:

“Raccontano le cronache che, avvertendo il tanfo della morte, (Alarico) abbia chiesto di essere sepolto nel letto del Busento, per avere addosso l’acqua degli anni giovani e felici, lungo le sponde del suo Danubio: centinaia di schiavi deviarono il corso del torrente, scavarono una buca profonda, vi alloggiarono l’immenso tesoro e il corpo del re, in groppa al suo cavallo e in assetto da battaglia, ricoprirono e restituirono il fiume al percorso naturale; gli schiavi furono poi uccisi, perché non divulgassero il segreto e non si corresse il rischio della profanazione”.

La caccia al tesoro di Alarico rimane di fatto aperta. A scommettere sulla sua esistenza sono proprio i cosentini. Nelle scorse settimane è partita una campagna preliminare per la ricerca della tomba del re, sostenuta dal sindaco Mario Occhiuto, perché secondo alcuni geologi “ci sono elementi che spingono ad andare avanti”. Perfino Heinrich Himmler, capo delle S.S. naziste, nel 1937 avviò su richiesta di Hitler una campagna di scavi che tuttavia non portò ad alcun risultato concreto. Intanto nei decenni scorsi ci hanno pensato i tombaroli a profanare le grotte di Alarico e forse proprio da loro arrivano i racconti che alludono alla presenza del fantasma del re dei visigoti, pronto a difendere con la spada il suo tesoro. Di seguito un video in cui sono visibili le grotte di Alarico.

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