ROMA, 14 GEN – ''Si e' trattato di un errore umano molto grave: l'ufficiale che evidentemente in quel momento era al comando della Costa Concordia ha fatto rotta troppo sotto costa, non seguendo quella tracciata dal comandante, e il tutto senza guardare le mappe nautiche. Cio' ha prodotto l'urto con gli scogli, che immagino sia stato violentissimo vista la massa di questo tipo di imbarcazioni, stimata tra le 130 e le 150 mila tonnellate''. Cosi' spiega all'ANSA le possibili ragioni della tragedia della Costa Concordia il comandante Raffaele Aiello, amministratore delegato della Snav, non senza sottolineare che se la nave si fosse trovata in alto mare ''sicuramente sarebbe colata a picco''.
Queste navi sono un miracolo di tecnologia, spiega Aiello, ''ma i loro radar riescono a vedere soltanto le cose che emergono a pelo d'acqua, compreso ad esempio una bombola di gas che dovesse galleggiare a molta distanza, nel senso che il sistema di navigazione, che utilizza anche un cartografo satellitare, 'batte' tutto cio' al di sopra della superficie dell'acqua''. Discorso diverso per le 'secche' e gli scogli, ''che sono ben segnalati dalle carte nautiche e tutti si tengono a debita distanza''. ''Secondo me – spiega ancora il comandante Aiello – il comandante della Costa Concordia, che non so chi sia, sia stato molto bravo: una volta accaduto l'impatto, molte miglia prima di dove si e' poi andata a fermare, e' stato molto abile nel portare la nave verso terra, trovando poi un'area utile per farla 'appoggiare' sugli scogli''. Imbarcazioni cosi' grandi, sottolinea Aiello, ''sono naturalmente ben 'compartimentate' con doppi fondi, ma quando la zona 'stagna' viene interessata da uno squarcio cosi' ampio, 70-80 metri nel caso della Concordia, la nave va giu', e del resto lo dimostra la posizione che ha ora, nel senso che e' 'trattenuta' a fondo, ma per fortuna emerge ancora''.