Straniero, alto dieci piani, scaccia italiani. E’ invasione dell’albero puzzone

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 21 Settembre 2012 - 13:59| Aggiornato il 21 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Ailanthus Altissima

ROMA – Gli inglesi lo chiamano “l’albero del paradiso”, i tedeschi “l’albero di Dio” ma per noi italiani è “l’albero puzzone”. Un albero d’alto fusto, originario dell’Asia, che sta invadendo il nostro ecosistema. Dalle città alle campagne, dalle coste alle montagne quello che scientificamente si chiama Ailanthus Altissima si sta diffondendo ovunque, con il suo acre e sgradevole odore.

Come suggerisce il nome latino l’ailanto è un albero che raggiunge grandi altezze, l’equivalente circa di un palazzo di dieci piani. Da questa sua caratteristica l’accostamento al paradiso e al Dio di tedeschi ed inglesi. Ma sono altre le sue peculiarità che lo rendono un ospite poco o per niente gradito, a cominciare dall’odore che emanano il suo tronco e le sue foglie e che ne ha caratterizzato il nome in diverse zone d’Italia.

Oltre a questo però l’albero puzzone è una pianta fortemente invasiva. Dotata di semi leggeri e volatili che, cadendo questi da grandi altezze, possono colonizzare territori molto vasti in breve tempo. Se a questo si aggiunge poi che è una pianta dalla crescita sorprendentemente rapida e con una resistenza e una capacità d’adattamento invidiabili, si capisce perché è un albero in qualche modo da temere.

Dalle fratture nel cemento ai campi coltivati, dai giardini delle case alla riserva naturale di Montecristo, dai terreni sabbiosi a quelli rocciosi, l’ailanto sta infatti diffondendosi e sostituendo le piante autoctone della penisola. Portando con se il suo odore caratteristico. Ma non è un rigurgito nazionalista e nemmeno un fatto di “puzza sotto al naso” a far considerare l’ailanto più che un ospite un invasore. Il suo legno infatti è poroso e leggero, inadatto alle costruzioni così come a far mobili. Inadatto persino ad esser bruciato in un camino o ad alimentare un barbecue. Insomma inutile e inutilizzabile. Ma con la sua forza l’ailanto, arrivato dall’estremo oriente in Europa nel XVIII secolo come pianta da giardino, sta prendendo il posto della macchia mediterranea e dei platani, dei pioppi e degli olmi diffondendosi ovunque.

I catastofisti temono che possa arrivare a soppiantare totalmente la flora italiana. Probabilmente non si arriverà a tanto ma comunque l’invasione dell’albero puzzone, pardon dell’ailanto, è iniziata.