FOTO-VIDEO Beppe Grillo gesto dell’ombrello ai ribelli M5S

Beppe Grillo, gesto dell'ombrello ai mal di pancia del M5S
Beppe Grillo fa il gesto dell’ombrello al raduno M5s di Imola

IMOLA – Beppe Grillo fa il gesto dell’ombrello: tie’, fa, rivolto alle migliaia di fan – militanti del Movimento 5 Stelle che riempivano l’autodromo di Imola la sera di sabato 17 ottobre 2015.

Non si trattava però di una evoluzione della parola d’ordine di Beppe Grillo, il vaffanculo a tutto e tutti che lo ha portato  raccogliere un quarto dei voti alle elezioni del 2013.

Il ricorso da parte di Beppe Grillo a uno dei gesti tipici della cultura popolare in Italia prima che i telefilm americani imponessero l’esecrando uso del dito medio è avvenuto quasi all’inizio del suo comizio-spettacolo-affabulazione.

Forse più che un cronista dovrebbe cercare di capirlo uno psicanalista, in coppia con un giornalista di quelli che del Movimento 5 Stelle conoscono tutto ma proprio tutto.

Ecco intanto cosa è apparso al vostro cronista.

A prima vista, Beppe Grillo sembra mettere le mani avanti su un possibile rovescio della fortuna sua e del Movimento 5 Stelle. Ma forse non è così. Sembra più un monito alla base, qualcosa fra la cupa minaccia e il regolamento di conti. Nel corso del comizio traspare la convinzione di un futuro a 5 stelle per l’Italia tutta. E allora forse si tratta di un avvertimento alle forze nuove che stanno crescendo dentro il movimento, state attenti perché senza noi due vecchi, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, nemmeno più guru ma di più, “elevato”, non andate da nessuna parte, tenetevi i vostri Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Sono parole da cui traspare un fondo di razzismo e di disprezzo per i meridionali (a Genova sono i gabibbi, che danno un po’ fastidio. Ma in realtà tutto il comizio di Beppe Grillo è stato un alternarsi di visione e banalità, discorsi da bar e altissima analisi politica.

Con una premessa,

“Io sono il più grande attivista della storia”

e una conclusione,

“Io sono l’ elevato, non sono un guru, vi pregherei di chiamarmi così da oggi in poi, l’elevato

che saettano un lampo di follia (Genova per noi, macaia, Paolo Conte e Cristiano De André, mia madre che diceva “ancheu a l’é macaia, son za matta….) e di titanica visione di se stesso che supera Berlusconi. Berlusconi si paragona a Gesù Cristo, Beppe Grillo è di più… Povera Italia, ma devono capitare tutti proprio a noi?

Siamo all’inizio dell clou della serata. Ha parlato Gianroberto Casaleggio e con Casaleggio ancora sul palco Beppe Grillo fa tutto un excursus sulla volubilità della massa per prevedere che se e quando le cose volgeranno al peggio…

“Io sono un logorroico un casino sta però dobbiamo capire una cosa la psicologia delle masse. Io so che adesso voi ci amate come ci avete amato ieri sera, mi avete
abbracciato leccato baciato. Abbiamo creato e la psicologia di massa ci dice che oggi ci amate, ci applaudite,  gridate onestà.
Ma se noi… Io so benissimo che se noi non riusciremo a soddisfare tutte le aspettative che avete sentito qua… io sono con chi… ve la prendete ma noi abbiamo, già siamo già corsi ai ripari io e questo signore. [INDICA CASALEGGIO]

“Il giorno che succederà noi in 24 ore spariremo”

E VIA COL GESTO DELL’OMBRELLO

e ci lasceremo qua Di Maio e Di Battista”.

STRETTA DI MANO EXIT CASALEGGIO

Prima di entrare nel vivo della enunciazione del suo pensiero cosmico, Beppe Grillo dice una frase che può essere uno sfogo ma, se letta come avvertimento, appare piuttosto una sintesi di quel che circola nella base:

“I miei monologhi sono diventati vecchi…”

E POI GIU’ COL DISPREZZO. IL DEMIURGO GUARDA DALL’ALTO LE SUE CREATURE:

“Avete visto anche Di Maio, Di Maio lo vedete così, macchine da guerra.
Di Maio, Di Battista, gli altri sono macchine da guerra.
Di Maio quando lo abbiamo preso in provincia di Napoli parlava come Bassolino
Dicevo: “Luigi come va?”
“Ma nun me rumbere o cazz..”

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