ROMA – Una retromarcia, seppur parziale, da parte dei dissidenti del Pd, non più tanto contrari a votare la fiducia al governo Letta. L’area del dissenso sulla fiducia va infatti ridimensionandosi, ma i mugugni restano. Quasi tutti si sono allineati sul via libera al nuovo governo e nelle scorse ore un documento firmato da Sandra Zampa, Sandro Gozi e Laura Puppato ha segnato la svolta, con il sì a Letta. Anche Rosy Bindi, dopo le perplessità iniziali, si è detta favorevole. Resta solo il dissenso di Pippo Civati, che fa sapere: “Non parteciperò al voto di fiducia al governo Letta. Non c’è leggerezza nella mia scelta. Per mille motivi era consigliabile dare un sì critico, come molti altri”. Ma, ha aggiunto, ”siamo andati troppo in là”.
L’assemblea dei deputati del Pd si è riunita a Montecitorio in vista del voto di fiducia di lunedì. Hanno preso parte all’inizio della riunione diversi ministri: Franceschini, Orlando, Carrozza, Bray. Presente anche il segretario dimissionario Pier Luigi Bersani.
PIù netto, invece, lo scontro sul futuro del partito con i renziani che chiedono di ripartire dal sindaco di Firenze e che paragonano l’attuale situazione del Partito democratica a quella del Labour nel 1994. “Abbiamo superato lo scoglio più difficile, la formazione del governo, ora è arrivato il momento di ricostruire il Pd, partendo dal presupposto che squadra che perde, si cambia”, dicono con una dichiarazione congiunta i senatori del Pd Andrea Marcucci, Rosa Maria Di Giorgi e Stefano Collina.