
Piemonte, genitori "no vax" subissano di mail consiglieri: "No obbligo vaccini a scuola"

TORINO – Caselle di posta elettronica intasate alla Regione Piemonte. Colpa dei genitori “no vax” che hanno subissato di email i consiglieri regionali, proprio nel giorno in cui inizia in Commissione l’iter di approvazione della legge che rende obbligatorie le vaccinazioni per potersi iscrivere all’asilo. “Noi genitori abbiamo tutto il diritto di esercitare la libertà di scelta delle terapie mediche”, rivendicano. E denunciano: “Il diritto fondamentale dell’accoglienza dei bambini nei servizi educativi della prima infanzia potrebbe essere ricattato con questa legge”.
Migliaia di mail, tutte con lo stesso testo, nelle quali si sostiene che “una simile legge non tiene conto della libertà vaccinale, che vige attualmente in due terzi degli stati europei, tanto meno delle libertà individuali sancite dalla Costituzione oltre che dalla Carta dei Diritti Europea”. Ma nonostante il bombardamento mail, oggi è previsto l’inizio della discussione, con la maggioranza determinata ad andare avanti e il Movimento 5 stelle che, pur riconoscendo l’importanza dei vaccini, è contrario all’obbligo per l’iscrizione a scuola.
L’obbligo di vaccinarsi per poter essere iscritto a scuola è decaduto in Italia nel lontano 1999, dopo che per oltre trent’anni, e cioè dal 1967, era stato invece indispensabile per l’iscrizione. Attualmente è possibile frequentare la scuola anche senza essere vaccinati. Un accordo già raggiunto tra ministero e Regioni punta però a reintrodurre con una legge nazionale l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione alla scuola materna su tutto il territorio nazionale. Obbligatorietà per la quale il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha testé annunciato un prossimo decreto. Dopo 18 anni, l’obiettivo è dunque quello di ripristinare l’obbligo delle vaccinazioni a tutela della salute della popolazione.
L’Emilia Romagna ha fatto da apripista, varando una legge che obbliga i genitori a vaccinare i bimbi per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana hanno varato un provvedimento che rende obbligatoria la vaccinazione dei bambini per l’iscrizione agli asili comunali e convenzionati. La norma attuale prevede che se il certificato di vaccinazione non viene presentato, i bambini sono comunque ammessi alla scuola dell’obbligo e agli esami. Le regole che permettono di essere ammessi a scuola senza certificato di vaccinazione entrarono in vigore dopo cinque anni di dibattiti e sanatorie. Modificarono le regole del 1967 che stabilivano l’obbligo di presentare il certificato per essere ammessi a scuola. Il primo passo verso le nuove norme risale al 1994 su iniziativa della Corte Costituzionale. Dello stesso anno è la prima circolare del ministero della Pubblica istruzione, seguita a sentenze della magistratura che reintegravano a scuola gli alunni non vaccinati. Da allora il ministero ha emanato ogni anno circolari sul comportamento della scuola verso gli alunni non vaccinati. Nel luglio 1997 un parere del Consiglio di Stato ribadiva il divieto di ammettere a scuola gli alunni non vaccinati a tutela del diritto alla salute della collettivita’. Ma nel maggio ’98, l’ultima sanatoria con la circolare che dava agli alunni senza certificato il diritto di partecipare a scrutini ed esami.
La decisione di tornare ora all’obbligatorietà a livello nazionale si basa anche sul dato allarmante relativo al calo delle vaccinazioni, scese sotto la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità pari al 95% della popolazione. In Italia le vaccinazioni attualmente obbligatorie sono quelle antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. Tutte le altre sono volontarie, anche se il Sistema sanitario nazionale ne incentiva l’uso e la gratuità. Con l’accordo raggiunto, l’obiettivo è invece quello di rendere obbligatorie su tutto il territorio tutte le vaccinazioni previste nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19.