
LONDRA – Viva le talpe, ecco il racconto del dottor Rob Atkinson su questi animali, che non sono molto amati dai proprietari di giardini. Il dottor Atkinson ha dedicato loro anche un libro, “Talpe”: “Meritano il nostro rispetto e la nostra tolleranza”. Se votassero, c’è da dire, conterebbero molto. Nella sola Gran Bretagna sono almeno 51 milioni.
Ai miei piedi vedo una piccola zona di terra in movimento. Spuntano lombrichi rosso-rosa che si contorcevano, come in fuga da un po’ di terrore sotterraneo.
Attraverso un’apertura tra l’erba, ho individuato un musetto simile a quello di un maiale che, sondava e annusava e subito dopo è apparsa una piccola testa pelosa.
La talpa è appena sotto la superficie, sfreccia sul manto erboso. E’ concentrata completamente nella ricerca di cibo.
So che è quasi cieca, e che anche se può rilevare la luce non può cacciare utilizzando gli occhi, che sono puntini nascosti sotto la sua fitta pelliccia nera.
Invece, si basa sull’odore – da qui quel delicato muso – e tocca contorcendosi, la preda utilizzando i peli sensoriali del muso.
Le talpe hanno bisogno di mangiare almeno la metà del loro peso corporeo ogni giorno, circa sei grandi lombrichi comuni. Con cura meticolosa, una talpa spreme il contenuto intestinale del verme prima di mangiarlo, tenendo la testa tra i denti aguzzi e tirando il corpo viscido con le unghie.
La talpa che stavo guardando si ritirò, lasciandomi solo al tramonto nell’umido invernale campo. Avevo appena iniziato un progetto di ricerca sul campo, di quattro anni, presso l’unità di ricerca conservazione della fauna selvatica all’Oxford University. Gran parte del mio studio comprendeva il rilevamento di talpe e avevo posizionato minuscole radio-trasmittenti sulla parte posteriore del corpo così da non ostacolare i loro movimenti.
Ma le talpe mi hanno appassionato e, 28 anni dopo, ho iniziato a lavorare su di loro. Anche se ho allargato i miei interessi ad altre specie di mammiferi, ho ancora la ricerca talpe – e sono uno dei pochissimi ecologi che ha studiato le talpe selvatiche in Gran Bretagna.
C’è così tanto da imparare – e da valorizzare – sullo straordinario animaletto che vive sottoterra. Le talpe condividono alcune caratteristiche con i primi antenati dei mammiferi, tipo toporagno che si muovevano rapidamente sotto le zampe dei dinosauri.
In Gran Bretagna, sulla terraferma, ci sono circa 31 milioni di talpe – una cifra che rende l’idea sui ricorrenti incubi dei giardinieri. La nostra specie, la talpa europea, Talpa europaea, è una delle 39 dell’emisfero settentrionale – assente in Irlanda, ma trovata anche nella lontana Russia.
Nonostante l’elevata cifra, resta uno degli animali selvatici meno noti. Piccola, di circa 100 grammi, vive sottoterra, e malincuore rinuncia alla sua riservatezza.
Ho il sospetto che è uno dei motivi per cui, a differenza dei ricci, la talpa – salvo che affettuoso ritratto ne “The wind in the willows”, Il vento nei salici – non gode di un posto al sicuro negli affetti della nazione.
I pochi coraggiosi che hanno studiato le talpe hanno utilizzato la radio-tracking, e nella maggior parte dei casi il nostro lavoro ha richiesto lunghi giorni e notti tra fango e pioggia. Tuttavia, i risultati valgono la perseveranza.
So che sono di parte, ma credo che le talpe siano uno degli animali più straordinari sulla terra. Hanno larghe zampe, tipo vanga, armate di artigli aguzzi per scavare la terra e una frangia di peli rigidi utile a spazzare il suolo. Le loro code, dritte e sensibili le aiutano a rovesciarsi rapidamente.
La forte e flessibile colonna vertebrale permette alla talpa di percorrere un tunnel solo pochi millimetri più ampio del suo corpo. Le spalle sono così potenti che possono esercitare una pressione laterale 24 volte il loro peso corporeo.
E’ un ingegnere naturale che vive in laboriosa solitudine. Il poeta inglese del 1800 John Clare l’ha definita “il piccolo eremita”.
Sia le talpe maschio che la femmina sono solitari e fortemente territoriale e molto difficili da distinguere. Unica tra i mammiferi, la femmine ha “ovotestest”: una combinazione di ovaio, che produce uova e tessuto testicolare. Quest’ultimo genera il testosterone, ormone utile alla difesa della talpa femmina nella difesa del suo territorio.
Il testosterone delle femmine retrocede temporaneamente in primavera, quando abbassano la guardia per accoppiarsi. In questo periodo dell’anno, i maschi vanno alla carica attraverso le gallerie superficial nella speranza di trovare femmine.
La coppia rimane insieme solo per un’ora circa, e subito dopo le femmine riprendono le loro vite solitarie. A metà aprile nel sud dell’Inghilterra a fine giugno in Scozia, tre o quattro cuccioli sono nati in caldi nidi sotterranei di erba secca, e hanno trascorso le prime quattro settimane bevendo il latte della madre.
La talpa femmina è un genitore devoto. Ha naturalmente un elevato metabolismo ed è sempre alla ricerca di cibo, ma per soddisfare le esigenze della produzione di latte deve lavorare ancora di più. Di conseguenza, i suoi piccoli aumentano di peso così rapidamente che, se fossero umani, peserebbero 50 chili tre settimane dopo la nascita.
Cominciano a mangiare cibi solidi, afferrando un verme che sta mangiando la loro mamma. Con l’arrivo dell’estate, il territorio della madre deve supportare quattro o cinque animali anziché uno, e asciutto, stanno arrivando tempi magri.
Le giovani talpe lasciano la tana e partono per cercare i propri territori, rischiando di morire di fame e per l’approssimarsi delle volpi. Il 64 per cento di loro non vive abbastanza per vedere il primo compleanno. Solo pochi fortunati raggiungono l’età massima di sette anni.
La talpa è, come molti di noi sanno a proprie spese, una scavatrice abile. Ogni talpa vive in profondità fino a 150 cm in una rete di tunnel di più di un chilometro di lunghezza, il tutto racchiuso in un territorio di soli 30-40 metri di diametro.
Alcuni dei suoi tunnel periferici sono condivisi con le talpe adiacenti per offrire informazioni vitali sui vicini. Le talpe, essendo altamente territoriali, contrassegnano i tunnel condivisi con il loro odore per avvertire le altre.
Se una talpa muore, i vicini rilevano l’assenza di odore fresco, e si muovono nei tunnel vuoti entro 24 ore, rastrellando la nuova abbondanza di cibo nei tunnel lasciati liberi.
Per le talpe utilizzano le loro gallerie come trappole per la loro preda: vermi frantumano accidentalmente il terreno scavando, e poi, una volta dentro, diventano vulnerabili all’arrivo della talpa.
I dannati cumuli di terra sono solo un sottoprodotto del loro scavo laborioso. In un caso estremo 7.380 cumuli, del peso di sei tonnellate e mezzo, sono stati trovati in un ettaro di pascolo.
Prova ad ammirare per un attimo i piccoli animali che l’hanno prodotta. Le talpe lavorano per quattro ore e mezza al giorno in inverno, quando il terreno è più difficile, e impiegano circa un’ora per scavare un metro.
Dopo aver scavato il suolo, le talpe devono ottenere un tunnel, e l’unico modo è quello di spingerlo sulla superficie tramite alberi in pendenza. Possono sollevare circa 2 chili, ossia 20 volte il loro peso corporeo. Al loro confronto, un lottatore olimpico è mingherlino visto che può gestire solo due volte il proprio peso corporeo.
E’ doloroso per i giardinieri vedere cumuli di terra scavati dalle talpe ma contribuiscono alla salute del suolo, lo trasformano, lo drenano mescolando le loro sostanze nutritive, e i loro cumuli sono vivai per fiori selvatici. Anche su terreni agricoli, le talpe hanno un ruolo, aerare il suolo e mangiare larve dannose alle coltivazioni e una volta sono state appositamente introdotte come deterrente per i maggiolini.
Naturalmente, possono essere distruttive. Coprendo il terreno di cumuli riducono la possibilità di pascolo del bestiame. Non solo, l’erba è tagliata e conservata è inquinante; infine deturpano i parchi, i campi da corsa e naturalmente i giardini.
Di conseguenza, le talpe rimangono un obiettivo in Gran Bretagna, anche se le talpe in realtà sono più fastidiose che infestanti. In un sondaggio che ho condotto, gli agricoltori hanno classificato le talpe solo all’ottavo nella classifica della fauna selvatica fastidiosa.
Nel corso della seconda metà dello scorso millennio ne furono uccise milioni, mettendole in cima alla hit-list della fauna selvatica. Non erano comunque uccise solo perché infestanti. Le talpe sono state ampiamente utilizzati nei rimedi popolari. Venivano tenute “strette” fino a che morivano, per dare alla mano che le stringeva potere di guarigione.
Il sangue dal naso di una talpa viva veniva assunto via orale per il controllo degli accessi, le talpe venivano scorticate vive e legato al collo di chi soffriva di gozzo, e gli epilettici tentavano di curarsi mordendo la testa di una talpa viva e succhiando il suo sangue.
Le zampe delle talpe sono state amputate e conservate per alleviare varie malattie, l’animale mutilato era lasciat morire, nella convinzione che avesse preso la malattia della persona.
Tali pratiche per fortuna in Gran Bretagna non ci sono più. Ma le talpe sono ancora perseguitate con scarsa protezione da parte della legge. Se soffrono non è più una morte spaventosa da stricnina, anche se la Gran Bretagna ha vietato il veleno sulle talpe solo nel 2006, 50 anni dopo che aveva smesso il suo utilizzo su tutti gli altri animali.
Forse dovremmo iniziare a festeggiare i cumuli di terra delle talpe come segno che il terreno è in buona stato. O, almeno, rimuoverli ma lasciare in pace le talpe.
Non c’è dubbio che possano causare angoscia ai giardinieri, ma sicuramente le talpe meritano il nostro rispetto e, tutte le volte che siamo in grado di offrirla, la nostra tolleranza.