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Vongole, divieto di pesca nell’Adriatico: illegali per un millimetro…

di admin |16 Luglio 2015 10:13

Vongole, divieto di pesca nell’Adriatico: illegali per un millimetro…

CATTOLICA – Per raccogliere le vongole devono avere una lunghezza di almeno 25 millimetri. Questo il regolamento europeo che vieta ai pescatori di Cattolica di raccogliere le vongole “poverazze“, che per una anomalia nell’Adriatico arrivano solo a 22 millimetri e poi muoiono. Troppa acqua dolce dal fiume Po o poca sabbia: il motivo della crescita ridotta è ignoto, ma il lavoro dei pescatori è fermo. Se le vongole non raggiungono la dimensione decisa dall’Ue il rischio è di salatissime multe da 4mila euro.

Jenner Meletti su Repubblica riporta le parole di Stefano Cecchini, direttore della coop Casa del pescatore, che spiega la delicata situazione:

“C’è stato come ogni anno il fermo pesca di due mesi – racconta Stefano Cecchini, direttore della coop Casa del pescatore – ma anche dopo le vongolare non hanno ripreso il mare. E che ci vanno a fare? Non si trova una vongola “legale” nemmeno a pagarla a peso d’oro. Arrivano a un diametro di 22 millimetri poi si bloccano e spesso muoiono. E l’Europa ha stabilito che non si possono raccogliere e commerciare le vongole con diametro inferiore a 25 millimetri. Allegato 3 del regolamento europeo 1967 del 2006. Con quell’allegato si sta distruggendo l’intero mercato. Sono fermi i due terzi delle turbo soffianti di tutto l’Adriatico. Se non si cambia subito, la nostra vongola, Chamelea gallina, la più tenera e saporita di tutti i mari, sarà solo un ricordo”.

“Solo nell’azienda Amati di Riccione – ricorda Stefano Cecchini – c’erano 120 donne impegnate a sgusciare le vongole che poi finivano nei vasetti. C’erano altri 3 stabilimenti di lavorazione. Nel 1982 in tutto l’Adriatico, da Chioggia e Brindisi, se ne raccoglievano 120.000 tonnellate. L’anno scorso appena 20.000 e in questo 2015 siamo praticamente fermi. Si lavora ancora dalle Marche in giù, ma prendono il mare appena un terzo delle 650 vongolare autorizzate. Del resto, non sempre ti paghi il gasolio. Negli anni ’80 un peschereccio portava a casa 350 kg al giorno, ora è fortunato se arriva a 30”.

Anche la politica ora si muove per protestare contro Bruxelles, la stessa che vorrebbe imporre all’Italia il latte in polvere per i formaggi, e c’è chi si chiede se sia necessario capire il perché della mancata crescita delle vongole prima di parlare all’Ue. Attilio Rinaldi, biologo e presidente del Centro ricerche marine della Regione Emilia Romagna, spiega:

“È ormai accertato che la causa scatenante sia l’anomalia generata dallo straordinario e perdurante apporto di acque fluviali dalla primavera del 2013 a oggi”. Troppa acqua dolce è arrivata dal Po e ha ridotto la salinità del mare. “La portata media del nostro fiume è di 1.500 metri cubi al secondo. Nella primavera 2013 c’è stato un picco di 7.000 mc. Nel 2014 la media è stata di 2.378, con una coda nel 2015. La vongola è un animale marino che può tol-lerare abbassamenti di salinità ma sotto certi valori le valve vengono chiuse, viene ridotta l’alimentazione, spntano infezioni batteriche e virali accompagnate da morie”.

I pescatori però chiedono che il regolamento sia cambiato al più presto, spiega Sergio Caselli, che guida la Lega pesca dell’Emilia Romagna:

“Va bene la ricerca scientifica, ma il regolamento va cambiato subito. C’è una tolleranza zero che ci distrugge. Se trovano una vongola sotto misura, anche una sola, in un quintale di pescato, scatta un’ammenda di 4.000 euro. E questo vale anche per i ristoranti e le pescherie. Se in un piatto servito in trattoria viene trovato questo mollusco bivalve sotto misura, scatta l’ammenda per il ristoratore, il commerciante, il pescatore. E c’è pure una denuncia penale, per danneggiamento ambientale di bene demaniale. Il mercato è ormai scomparso. Chi se la sente oggi di rischiare così tanto per mettere in tavola le nostre “poverazze”? “.

 

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