ASTI – A chi appartiene lo scheletro conservato ad Asti? Il mistero, dopo due anni di studi ed esami approfonditi, sta per essere svelato. Piero Angela su Super-Quark, dedicherà il primo settembre una puntata speciale per chiarire il mistero della mummia. Che un nome ce l’avrebbe, anche se al limite dell’impronunciabilità. Ankhpakhered, sacerdote del dio della fertilità Min, è stato accreditato per secoli come l’abitatore-concessionario del sarcofago che lo accoglie dopo la sua presunta morte avvenuta tra la 22° e 23° generazione. Secondo il nostro calendario sarebbe deceduto tra il 945 e il 715 avanti Cristo.
Il suo viaggio, diciamo così, ulteriore, è terminato sul finire dell’Ottocento in quel di Asti. Il sarcofago fu infatti acquistato dal banchiere Leonetto Ottolenghi, per poi finire al Museo Archeologico del Comune. Il fatto strano, il mistero, è che dentro il sarcofago non c’è un corpo in qualche modo conservato. Il reperto in questione è uno scheletro con tutte le ossa fuori posto. Una specie di puzzle umano di cui non si rintraccia la combinazione descrivibile razionalmente. E’ per questo che nel 2009 è stato sottoposto a una Tac che si spera consenta di far luce sull’enigma e rimetta le tessere del mosaico umano al loro posto. Possibilmente senza urtare la sensibilità postuma di Ankhpakhered, mummia di sacerdote con lo scheletro incasinato.