Gli ospedali in cui sono state effettuate le prestazioni di pronto soccorso erogate in modo gratuito, contribuendo in tal modo al deficit già pauroso che registra la sanità della Calabria, tanto da risultare tra le Regioni sottoposte a Piano di rientro, sono quelli di Lamezia Terme, Soverato e Soveria Mannelli. Il danno erariale accertato è di oltre tre milioni di euro, ma gli accertamenti della Guardia di Finanza proseguono per verificare se analoghe irregolarità si siano verificate in altri ospedali della provincia di Catanzaro ed in tutta la regione, trasformando in tal modo quelle che potrebbero sembrare ”furbizie” singole o di gruppo tra l’utenza sanitaria in un vero e proprio malcostume generalizzato.
Il lavoro a conclusione del quale il Comando provinciale di Catanzaro ha segnalato alla Corte dei conti i sei funzionari, nell’ambito di un’operazione che è stata denominata ”Free pass”, si è rivelato particolarmente complesso ed approfondito. È stata acquisita ed esaminata la documentazione relativa ad oltre 400 mila accessi ai servizi di Pronto soccorso dei tre ospedali presi in considerazione, incrociando i risultati delle verifiche con le banche dati in possesso degli stessi investigatori.
L’accertamento ha consentito così di appurare che i 90mila soggetti che non avevano pagato il ticket non avevano diritto ad alcuna forma di esenzione e quindi avrebbero dovuto pagare al cento per cento la quota per la prestazione ottenuta. Sarà adesso la Procura regionale della Corte dei conti a verificare i risultati cui è giunta la Guardia di finanza, stabilendo se contestare ai sei funzionari dell’Azienda sanitaria di Catanzaro il danno erariale derivante dal mancato controllo ed obbligarli alla restituzione dei mancati introiti subiti dal Servizio sanitario regionale. Ma gli accertamenti, a questo punto, potrebbero estendersi a macchia d’olio a tutti gli ospedali e strutture sanitarie nell’intera provincia di Catanzaro ed in tutta la regione, riservando ulteriori, clamorose sorprese.