
TREVISO – Una donna di 62 anni si è vista revocare la pensione di invalidità per aver saltato una visita di verifica dopo l’asportazione di due tumori al seno. Non solo gli assegni sono stati revocati, ma ora l’Inps le ha chiesto di restituire gli assegni mensili da 250 euro versati da febbraio a giugno.
Annalisa Fregonese sul Gazzettino scrive che la donna ha subito due mastectomie e contro la decisione dell’Inps si è espresso anche Angelo Ferri, medico di famiglia della donna, che ha definito la revoca un atto “vergognoso”:
“«Sono disperata – dice C.C., una donna di 62 anni, opitergina – perchè quei 250 euro al mese, che seppur non sono molti, sommati alla mia pensione di vecchiaia, mi consentivano comunque di tirare avanti. Adesso non so proprio come fare. E dire che le carte all’Inps le ho inviate, ho fatto quello che mi avevano richiesto».
Nell’Italia degli sprechi e delle pensioni d’oro accade anche questo. Quasi a voler confermare il ben noto refrain: che a rimetterci son sempre le persone umili e semplici che non sanno come difendersi dalla burocrazia.
«Quello che sta accadendo alla mia assistita è a dir poco vergognoso – evidenzia il dottor Angelo Ferri, medico di famiglia della donna -. La seguo da tanti anni, non sto a raccontare il calvario che ha subito. Dapprima con un cancro sviluppatosi in una mammella, operata con mastectomia. Il tumore non si è arrestato, la signora ha dovuto essere operata una seconda volta anche all’altro seno. È doppiamente scandaloso: si sospende la pensione ad una donna colpita due volte da tumore e in più si rivogliono indietro i soldi già erogati»”.
La donna era stata operata la prima volta nel 2011 e la seconda nel 2013. Lo scorso 12 gennaio, ha sottolineato il medico, la donna aveva una visita di verifica all’Inps, a cui aveva inviato tutta la documentazione del caso:
“«Il 12 gennaio – spiega il dottor Ferri – la pensionata trasmetteva per fax la certificazione attestante la progressione e l’estensione del tumore, appellandosi a un decreto ministeriale e a un decreto legge che la esonerava dalla visita di verifica. Era questo un suo diritto. La signora ha rispettato la legge. Tuttavia l’Inps, infischiandosene di una legge dello Stato, ha considerato il mancato presentarsi della signora come un rifiuto alla verifica. Non ci sono commenti se non l’amara considerazione che lo Stato è debole con i forti e forte con i deboli»”.